Lunch match per il Genoa impegnato oggi a Bologna, partita difficile sia sotto il profilo agonistico sia sotto l’aspetto mentale. Il Bologna, dopo la disfatta casalinga contro il Frosinone, ha sostituito Inzaghi con il nuovo mister Mihajlovic.

Tracciamo un profilo del nuovo tecnico felsineo.

L’allenatore serbo lavora molto sotto l’aspetto fisico e caratteriale, vuole dalla sua squadra una partecipazione totale in partita, ma ancora di più durante gli allenamenti settimanali, questi ultimi devono essere svolti con la stessa intensità delle partite. Il nuovo corso di Mihailovic è iniziato con una vittoria insperata, ma meritata, a San Siro contro l Inter.

Come gioca il nuovo Bologna?

La squadra di Mihajlovic scende in campo con un 4-3-3 molto aggressivo e spregiudicato, proprio come esige il suo allenatore.

L’analisi reparto per reparto. Partiamo dalla difesa.

Skorupski, il portiere, dotato fisicamente e reattivo tra i pali, non è irreprensibile con i piedi, ma è bravo nelle uscite basse. La linea dei quattro difensori è formata da Calabresi, Gonzalez, Danilo e Dijks. Calabresi è giocatore diligente e tatticamente accorto, non assicura grande spinta ma le sue sporadiche incursioni sulla fascia destra possono essere pericolose. Dijks gioca sulla fascia opposta, è un gigante olandese di un metro e novanta, ha una corsa importante e un mancino ragguardevole, però soffre contro avversari rapidi. Gonzalez e Danilo formano la coppia centrale, sempre attenti e concentrati nel tenere la linea stretta e unita. Gonzalez è più svelto e rapido,  Danilo più esperto e carismatico, entrambi sono in Italia da qualche anno.

Il centrocampo.

E’ composto da Poli, Pulgar e Soriano. Pulgar è il perno centrale, il catalizzatore della manovra. Anche se non ha grande velocità, è resistente e cattivo, ed è in possesso di un ottimo piede destro: inibire il suo raggio d azione sarebbe molto importante. Poli, la mezzala di destra, anche lui cattivo, sempre sportivamente parlando, è un ex blucerchiato dalla forte personalità e dunque non è amato dalla tifoseria rossoblu: può rendersi pericoloso con i suoi inserimenti, sembrava però destinato ad una carriera più brillante. Soriano è il giocatore con maggiore fantasia, il più bravo tecnicamente e fruisce di una certa libertà di manovra. Sta sul centro-sinistra, ma spesso si trova a ridosso degli attaccanti, è bravo nella copertura della palla e nel gioco breve.

L’attacco

E’ formato da Palacio, Santander e Sansone. Palacio giocatore conosciuto da noi genoani, è avanti con gli anni ma ha lo spirito e la voglia del ragazzino: agisce sulla fascia destra con tagli velenosi verso il centro, e nei sedici metri sa rendersi pericoloso. Santander, la punta centrale,  il bomber soprannominato el Ropero (l’Armadio), è abilissimo nel gioco aereo e nel fare a sportellate con gli avversari. In settimana ha accusato problemi muscolari: se non dovesse entrare negli undici titolari, lo sostituirebbe Destro, che ha caratteristiche più o meno simili. Sansone agisce da esterno di sinistra, anche se è destrorso di piede: in prestito dal Villereal, è abile e rapido nel dribbling, e a volte sciorina un tiro secco e pungente.

Come si comportano sulle palle inattive?

In fase offensiva i corner sono calciati da Pulgar e Sansone. Pulgar è solito batterli molto tesi e forti, da un suo calcio d’angolo è nato il gol di Santander a Milano. Danilo, il mancino Dijks e Santander sono i saltatori principali, a loro si aggiungono Calabresi e Palacio.

Le punizioni dal limite sono calciate da Pulgar, Sansone è Dijks. In fase difensiva, su corner e punizioni laterali, difendono a zona tenendosi ben stretti. Skorupski con la sua importante fisicità esce sovente dai pali e quando possono, hanno ripartenze veloci.

In conclusione?

Con Mihajlovic il clima a Casteldebole è cambiato: partite a tema e sempre acceleratore pigiato sono gli ingredienti che vanno per la maggiore, le partitelle sono condite da un agonismo ed un’intensità che devono replicare il clima della gara. Prandelli, allenatore esperto, avrà certamente lavorato su questi aspetti, starà agli interpreti rossoblu in campo trovare le giuste contromisure da contrapporre agli uomini di Sinisa.


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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.