Stefano Sturaro torna al Genoa dopo quattro stagioni in bianconero e ritrova ancora quel Michele Sbravati che, responsabile del settore giovanile del Genoa, ne seppe riconoscere le qualità all’età di 14 anni quando ancora militava come capitano dei Carlin’s Boys. Trapiabtato dalla Città dei Fiori alla Superba, ha spiccato il volo prima di fare ritorno alla base. Ufficializzato ieri, ce lo siamo fatto raccontare proprio da chi lo conosce molto bene e da chi lo ha visto trasformarsi e maturare negli anni, andando contro ad ogni apparente diffidenza avuta da altre squadre in sede di osservazione.

“Era nato tutto come nascono normalmente le osservazioni o le segnalazioni. Arrivò da noi a quindici anni, nell’anno Allievi B. Lui è cresciuto nei Carlin’s Boys di Sanremo, una famiglia sportiva. Il papà era – ed è ancora – medico della rappresentativa giovanile ligure. Stefano ha cominciato a mettersi in evidenza a Sanremo, dunque, e prima di venire da noi aveva sostenuto alcuni provini. Mi pare, ad esempio, a Torino. Poi un giorno arrivò a Cogoleto e mise subito in mostra le qualità che poi gli sono state riconosciute nel suo percorso. Anche se all’epoca, fisicamente, aveva qualche “difettuccio”: non era proprio filiforme quando giocava a Sanremo, mentre oggi si è sfilato e ha il fisico che conosciamo”.

“Ciononostante, esprimeva una grande personalità, aveva buona tecnica e mostrava già una marcia in più a livello mentale, esprimendola anche a livello atleticamente. Il suo fisico, all’epoca, non esaltava i “soloni” che fanno i provini e privilegiano solamente estetica ed eleganza. Qualche allenatore nel suo percorso nel settore giovanile ha provato anche a cambiargli ruolo perché lasciava intravedere qualità da difensore centrale. Vincenzo Torrente e Fabio Rossi ebbero la tentazione di schierarlo centrale difensivo negli Allievi, ma io e Mario Donatelli gli suggerimmo “leggermente” di non rischiare di individuargli un ruolo nel quale non avrebbe forse avuto una grande prospettiva. Avevamo intuito potesse avere una prospettiva importante a livello professionistico da centrocampista per il suo cambio di marcia, per la sua capacità di andare ad interdire. Aveva una marcia in più nella testa e nelle gambeNon ha le caratteristiche del giocatore d’ordine in mezzo al campo. Non credo sia una mia constatazione dire che possa giocare in un centrocampo a due o tre, però non come fulcro del gioco. Tra Rincon e Veloso, ad esempio, è più vicino a Rincon”.

“Nel suo percorso ha incontrato Andrea Bianchi, Fabio Rossi, Vincenzo Torrente, Luca Chiappino e Ivan Juric (col quale vinse la Supercoppa al “Ferraris” contro il Milan di Stroppa, ndr). E forse anche Novelli, ma non ricordo. Il tutto sino ad arrivare alla prima squadra con l’esordio a San Siro con Liverani, precedente alla consacrazione con Gasperini”.

“Lui è sempre stato molto legato alla società Genoa. Molto orgoglioso di aver fatto parte di una società come la Juventus, dove ha vinto parecchi titoli, è stato protagonista sfortunato anche in Nazionale, come in quella partita dell’ultimo Europeo contro la Germania. Giocò da titolare con un ginocchio malconcio e tenne duro sino ai tempi supplementari contro Schweinsteiger, non propriamente un duello semplice. Porterà sempre l’esperienza di aver calcato campi importanti, con una ventina di partite di Champions League dove i tecnici lo mettevano in sfide importanti. Se c’era la partita tosta, spesso andava in campo. Un segno di grande stima. Porterà la capacità di poter ruotare tatticamente in tanti ruoli del centrocampo e un senso d’appartenenza che nei prossimi anni dimostrerà nuovamente”.

QUI PER LEGGERE LE PAROLE DI PRANDELLI SU STURARO IN CONFERENZA

Nella foto, l’ultima maglia d’allenamento di Stefano Sturaro prima di lasciare il Genoa per accasarsi alla Juventus

https://www.instagram.com/p/BtGyTXwHkCA/


UFFICIALE – Antonio Sanabria è un giocatore del Genoa