L’Italia guarda il Mondiale da casa, chiedendosi come riordinarla. Ma l’estate non è sicuramente partita col piede giusto e la bacchetta magica non sembra esserci né per quanto riguarda le dinamiche nelle stanze dei bottoni del calcio, né per quanto concerne le serie minori, ancora una volta in crisi tra mancate iscrizioni e rischi di fallimento.

Partiamo dalla FIGC. Nei palazzi della Federazione sembrava cosa fatta la rielezione di Giancarlo Abete dopo la lunga parentesi che lo aveva già legato alla poltrona presidenziale dal 2007 al 2014, anno in cui rassegnò le dimissioni. Nel mezzo di questi sette anni, malgrado la durata possa ingannare, ci sono tre mandati e una nuova legge, la numero 8 dell’11 gennaio 2018, parla chiaro:

gli statuti delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate prevedono le procedure per l’elezione del presidente e dei membri degli organi direttivi, promuovendo le pari opportunità tra donne e uomini. Il presidente e i membri degli organi direttivi restano in carica quattro anni e non possono svolgere più di tre mandati“.

Entrata in vigore un mese dopo la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale, ecco che l’11 febbraio scorso, in virtù di tale legge sarebbe già di per sé decaduta l’ipotesi di una quarta parentesi Abete. Si discuterà ancora nelle stanze dei bottoni per trovare una soluzione e, come la legge sembra dire, pure il nome di un nuovo candidato.

Alle dinamiche federali se ne sommano altre, alcune più recenti e altre meno. Intanto oggi il Parma dovrebbe aver ricevuto comunicazione del deferimento sia della società sia di due suoi calciatori da parte del procuratore federale. Resta da capire come evolverà la situazione alla luce dell’accusa di “tentato illecito sportivo“. Anche laddove vi fosse una penalizzazione sulla classifica del campionato appena concluso, enormi potrebbero essere le conseguenze sulla prossima Serie A.

Di riflesso potrebbe risentirne la Serie B, in particolare il Palermo eliminato nella discussa finale playoff col Frosinone. Una Serie B che si era messa di traverso fin dall’inizio sul tema delle seconde squadre e che nelle ultime giornate ha trovato l’appoggio a distanza di ben sei club di Serie A che hanno chiesto una proroga alla stagione 2019/2020 per l’avvio delle seconde squadre. Se ne devono capire bene i meccanismi (e oltretutto un bando di richiesta ancora non è stato pubblicato dalla Lega Serie A). Intanto non sorride il Cesena: manca un trimestre di stipendi da pagare e il piano di rientro non è stato accolto dall’Agenzia delle Entrate. Entro una settimana la decisione finale: c’è il rischio che la formazione cesenate possa fallire. E attenzione poi alla situazione del Bari.

Incubo ripescaggi dunque per la cadetteria: alla finestra Entella, Novara, Pro Vercelli e TernanaE in Serie C? Il filo sottile che lega l’assillo per le seconde squadre al timore ormai costante che una mezza dozzina di squadre rischino di non potersi iscrivere al campionato successo rimarrà ben teso anche questa estate. L’iscrizione dovrà avvenire entro il prossimo 30 giugno versando una quota associativa che, in totale, supera di poco i 400mila euro.

Entro la giornata di oggi, 20 giugno, invece si sarebbe dovuta consegnare la documentazione alla Commissione Criteri Infrastrutturali della FIGC dimostrando di disporre della licenza d’uso dell’impianto sportivo. Non sono ancora chiare, ad esempio, le situazioni di Pro Piacenza, Juve Stabia, Mestre e Trapani, le ultime due ufficialmente messe in vendita, e se dalla Serie B dovessero scendere ulteriori squadre si creerebbero nuovi posti vuoti, da occupare. Per questo è partito il meccanismo dei coefficienti sia tra le retrocesse Prato, Arzachena, Santarcangelo e Racing Fondi ma pure fra le partecipanti agli ultimi playoff di Serie D, in particolare Como e Cavese. All’orizzonte, anche in questo caso, le seconde squadre: che più che aiutare probabilmente fanno solo da tapulli.