Un Carlo Sabatini rammaricato ma fiducioso quello che si presenta ai microfoni di Buoncalcioatutti al termine del derby pareggiato per 2-2 contro la Sampdoria. Fra un commento alla prestazione di giocatori come il gigante difensivo Altare (“ha voluto giocare a tutti i costi anche se quattro giorni fa aveva una caviglia gonfissima“) e alcune battute sulla presenza, da sostenitore esterno, di uno special guest come Pietro Pellegri (“è rimasto molto legato all’ambiente ed è bello che sia così“), comparso soltanto a fine partita e uscito in fretta e furia dagli spogliatoi del “Mugnaini”, ecco il commento del tecnico del Genoa Primavera al pareggio di questo pomeriggio.

“Ho detto alla squadra che è stata fatta un’ottima partita, contrariamente ad altre partite in cui non avevamo messo dentro tutto quello che avevamo. Oggi lo abbiamo fatto con un ottimo primo tempo che dovevamo chiudere con due reti di vantaggio: invece, come spesso ci succede, finalizziamo poco la mole di lavoro con tanti cross e azioni e il gol in qualche modo arriva ma su situazioni non chiare. Nel secondo tempo siamo calati fisicamente e abbiamo subito un po’ il ritorno della Sampdoria: era una gara che avevamo in gestione. E anche col calo fisico dovevamo portarla a casa sfruttando meglio qualche ripartenza. I ragazzi, per altro, mi dicono che c’era un rigore abbastanza netto su Zanimacchia. Io dalla panchina non l’ho visto. Anche oggi usciamo col rammarico”.

“Più stretto per noi il punto? Direi di sì: la mole di gioco è stata molto superiore, nel primo tempo abbiamo sempre giocato palla a terra. Ci manca qualcosa nella finalizzazione: una partita così la devi chiudere con due gol di vantaggio. Così diventa più facile gestire il secondo tempo, dove un calo fisico è prevedibile. Abbiamo speso tanto e volevamo vincere a tutti i costi giocando bene. Abbiamo portato fuori terzini, mezzali, inserimenti: il dispendio fisico è stato notevole”.

“Tre punti sarebbero stati chiaramente  fondamentali. Nell’ultimo periodo abbiamo compromesso fortemente la nostra rincorsa ai play-off. Chiaro che poi si deve guardare anche alla prestazione: e oggi della prestazione sono soddisfatto. I ragazzi hanno giocato bene dal punto di vista tecnico e tattico, hanno giocato col cuore. Non posso rimproverare loro nulla, tranne quelle incertezze e quella poca concretezza in fase di finalizzazione. Chiaro che a quattro partite dalla fine ci sarebbe da fare un’impresa. I ragazzi hanno dimostrato di saper fare dei filotti. A Firenze sarà difficilissimo, ma cercheremo di andare là e fare l’impresa per ribaltare questa situazione”. 

“Un riconoscimento del lavoro fatto sono anche le convocazioni in Nazionale dei vari giocatori? Senz’altro. Ovviamente dobbiamo avere un obiettivo di squadra, che è quello di arrivare più in alto possibile. Secondo me questa squadra i play-off poteva raggiungerli, così come poteva fare qualche turno in più in Coppa Italia e arrivare in finale alla Viareggio Cup. Ma questo è un ragionamento da allenatore: e un allenatore non deve mai essere contento. Poi il lavoro principale è quello di preparare giocatori per la prima squadra – anche se il percorso può essere più o meno articolato – e preparare giocatori importanti a livello professionistico. Se la Nazionale li chiama, vuol dire che stiamo facendo bene. Ma un po’ di amaro in bocca ci rimane”.