Al termine della sfida tra Genoa Women e Cesena Femminile (clicca QUI per leggere la cronaca)  ai nostri microfoni è intervenuto mister Antonio Filippini. “Abbiamo fatto un buon primo tempo, abbiamo fatto quello che dovevamo fare sia in fase di possesso che in fase di non possesso palla, passando anche un vantaggio. Nella ripresa è uscita la forza del Cesena, soprattutto nelle individualità ci ha messo in grande difficoltà”. 

Quel rigore del 2-1 alla sua squadra si ha l’impressone che sia arrivato come una mazzata psicologicamente parlando. Sensazione sbagliata?

“Può essere, ma non deve capitare. Il contraccolpo psicologico c’è, ma bisogna rimboccarsi le maniche. La partita non era persa, c’era tempo di recuperare e in questo dobbiamo migliorare”. 

Inizialmente abbiamo visto un 3-4-3. È corretto?

“Si abbassava Tardini sia in fase di costruzione sia in fase di non possesso palla. Volevamo limitare le azioni sugli esterni della linea offensiva avversaria perché Lonati e Calegari sono molto brave sull’uno contro uno. Dovevamo forzare lì e dovevamo per forza fare abbassare Tardini”. 

Il risvolto della medaglia è che abbiamo visto Bettalli più avanzata, a ridosso di Bargi, quei 10/15 metri più avanti. Anche da qui nasce il suo bellissimo gol?

“Mi sembra che Gina sia al settimo gol stagionale, quindi alzarla di quei dieci metri significa avere un’arma in più dal punto di vista delle reti segnate. Come detto prima, nel primo tempo abbiamo fatto quanto dovevamo fare, nel secondo abbiamo subito la forza del Cesena. E dopo il rigore non dobbiamo abbatterci, ma bisogna continuare a lottare perché le partite possono cambiare da un momento all’altro”.


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