Il 2023 dell’Inter, due giorni prima della fine dell’anno, si era chiuso con un pareggio dei nerazzurri al Ferraris. S seguire nel 2024 sono arrivate 11 vittorie consecutive tra campionato e Supercoppa. Il rewind della partita tra Genoa e Inter è stata la sospensione della gara, 7’ per  fumogeni, nebbia al Ferraris e non il Val Padana, in una serata da “maccaja“.

L’Inter aveva salvato la sconfitta grazie ad un clamoroso errore dell’arbitro Doveri e del VAR Irrati, l’esperienza al massimo al servizio di Rocchi. L’arbitro romano pur avendo la visuale libera non aveva sanzionato un evidente fallo su rimessa laterale di Bisseck su Strootman e non era stato richiamato dal VAR alla on field review: Arnautovic ha fatto gol dopo che Barella aveva preso il palo. Nel recupero dei 7 minuti Dragusin aveva pareggiato. Dato al Genoa quello che era del Genoa da parte di tutte le moviole e commentatori della partita, ma non i due possibili punti.

L’Inter al Ferraris era stata fermata dopo quattro vittorie consecutive da una prova gagliarda tatticamente e tecnicamente del Genoa che aveva superato la crisi di nervi per il gol incassato. I calciatori messi in campo, 9 undicesimi della cavalcata dalla B alla A, con De Winter e Martin in più, affrontarono la partita come se fosse l’ultima, mentalità cara al Mister.

Una prova gagliarda tatticamente e tecnicamente con un solo obiettivo primario prima di entrare in campo: non concedere spazi agli avversari con marcature blande, non lasciare campo giocando con ritmi e pressing e in particolare senza pallone sulle corsie laterali, bravi a concentrati a difendere la porta.

Così l’Inter non è stata subita per il godimento degli oltre 30.000 presenti nel Tempio in un Capodanno anticipato. Tutto ciò si è visto, come era già successo in precedenza con le cosiddette big del campionato. Se l’Inter nel mese di gennaio ha vinto 11 gare, il Vecchio Balordo ne ha persa solamente una.

Il Genoa al Meazza, davanti al popolo di Gilardino (oltre 4000 presenze pur giocando di lunedì sera) non ha nulla da perdere essendo consapevole che affronterà, con tranquillità, la squadra più forte del campionato, grazie alla propria classifica e grazie a quanto fatto vedere nelle altre gare in casa e fuori casa. Nulla da perdere, solo da guadagnare.

Gilardino e lo staff potrebbero preparare la gara più che sulle gare di campionato di Simone Inzaghi su quelle disputate in Champions dove hanno sofferto in casa e fuori in particolare  con la Real Sociedad.

Il risultato non sarà scontato e Gilardino è pronto ad accendere le Luci a San Siro. La tattica, lo schema, il numero di modulo sono una diatriba che per Gilardino e lo staff è fuorviante. Importante l’organizzazione, discriminante basilare: il Genoa ha fatto vedere di essere organizzato , cioè di “capire” le stesse cose nella stessa situazione, facendo vedere di avere la possibilità di conseguire l’obiettivo nelle due fasi di gioco.

Luci a San Siro anche per i calciatori che potranno essere i protagonisti: sono essi che vivono la situazione, la interpretano e decidono come affrontare l’azione.  Recuperato Vasquez dalla contrattura muscolare La formazione a domani sera alle 19.30 su Buoncalcioatutti.

Venendo all’Inter, con la vittoria nel recupero della ventunesima giornata ha battuto l’Atalanta, squadra tra le più in forma del campionato e la più ostica per il suo modo di giocare. Lo ha fatto con una facilità disarmante dopo aver subito per 15’ il gioco della Dea.

Annichilito Gasperini, arrabbiato con l’arbitro, quasi impossibilitato a prendere le contromisure al gioco del Biscione. L’Inter verso la seconda stella con 12 punti di vantaggio sulla Juventus, 16 sul Milan e 21 sul Bologna. Un allungo concretizzatosi nel 2024 con 9 vittorie consecutive in campionato frutto di 26 reti realizzate, 4 messe a segno nelle ultime quattro partite e solamente 4 subite.

I risultati in casa nerazzurra non sono arrivati per caso: si sono alzati 5 trofei, si è partecipato ad una finale di Champions e rispetto al passato in questa stagione qualcosa è cambiato. Non esiste solamente l’Inter titolarissima, qualcosa che dimostra la crescita dell’allenatore in passato sempre molto legato ai suoi uomini di fiducia. Ha un’altra Inter a disposizione che non cambia il modo di giocare e la musica sul terreno di gioco sia tatticamente che tecnicamente: non si può parlare di riserve, meglio descrivere la rosa a disposizione del tecnico in A1 e A2.

Se Inzaghi dirige con lo staff sul campo, chi dirige la compagine sportiva è Marotta, decidendo con il mister gli assetti, le strategie e gli obiettivi.  Sono dettagli, l’osmosi in una squadra di calcio tra il campo e le scrivanie, che fanno le differenze e producono risultati.

Inzaghi non fa il turnover, ma una massiccia rotazione con il riposo. Se nessuno può più avere dubbi sui titolarissimi, deve cancellarli con i 7 cambi effettuati ad inizio gara da Inzaghi contro il Lecce, cinque giorni prima di giocare il recupero di mercoledì scorso: tutti sarebbero titolari fissi nelle altre 19 squadre del campionato.

Se l’icona interista è Lautaro Martinez con 102 reti realizzate con la maglia nerazzurra, 22 in campionato, personalmente sul podio non metterei solamente i gol ma Mkhitaryan, e non solo per il minutaggio in più rispetto ai compagni, ma perché sempre presente a 35 anni essendo l’equilibratore del gioco, permettendo a Calhanoglu di essere il nuovo Pirlo e il protettore degli errori in fase di non possesso di centrocampisti e difensori.

Tatticamente due modi di giocare dei nerazzurri in fase di non possesso con un 4-4-2 o 5-3-2 quando gli avversari arrivano sulla trequarti in fase di possesso. In fase di possesso non rischia la giocata da dietro e se ci sono i presupposti per una rapida ripartenza tutto avviene sulle corsie laterali. Il modulo preferito da Inzaghi è il 3-5-2, ma in questa stagione con gli uomini a disposizione mette in campo qualcosa di europeo con gli automatismi precisi nelle due fasi di gioco.

Rispetto al passato l’Inter è migliorata, è quasi perfetta, e in fase di costruzione passando al 3 1 3 2 con i tre difensori stretti per attirare la prima linea di pressione e i 3 di centrocampo che ruotano senza pallone per cercare la verticalizzazione che rispetto al passato riesce molto di più.

Contro il Genoa Bastoni squalificato mentre Frattesi e Calhanoglu con piccoli problemi muscolari difficile che Inzaghi li rischi non tanto per il campionato, ma per la gara di Champions che dovrà giocare dopo il 13 Marzo in casa dell’Atletico Madrid dopo la risicata vittoria al Meazza per 1 a 0, senza dimenticarsi che sabato 9 Marzo andrà a far visita al Bologna di Thiago Motta, quarto in classifica. In recupero Acerbi e Thuram: probabile panchina o titolari? Ai box anche Cuadrado e Sensi.

Arbitro Ayroldi di Molfetta, 31 anni, figlio e nipote d’arte. Arbitra dall’età di 16 anni. Debutto  In Serie A nel 2020, alla Can A dal settembre 2020 dopo l’accorpamento tra A e B. In stagione 6 gare in Serie A, 6 in Serie B. Mai diretto l’Inter in stagione, il Genoa alla prima di campionato al Ferraris con la Fiorentina.

Con  l’Inter 3 i precedenti in carriera: 3 vittorie a suon di gol con Sampdoria, Bologna e con il Torino. Con il Grifone 3 gare, due vittorie e una sconfitta. Primo assistente Del Giovane, secondo assistente Mastrodonato. quarto uomo Giua. VAR Paterna, AVAR Doveri.

Diffidati Inter: Mkhitaryan. Diffidati Genoa: Sabelli, Retegui, Vasquez.