Abbiamo contattato Maurizio “Ramon” Turone, uno dei calciatori più iconici della storia del Genoa, per farci raccontare l’ultima giornata di campionato. In carriera, tra 1968 e 1972, ha raccolto 100 presenze (e 9 gol) con la maglia del Grifone: “Il calcio è sempre stato così, non è una novità. I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sono sempre più poveri, è sempre stato così. Se l’Inter ha già vinto il campionato? No, assolutamente no. C’è ancora tempo. Il calcio è bello perché fino all’ultimo può succedere di tutto. La Juve sotto questo aspetto qua la conosciamo, è sempre stata forte su questi recuperi, non è mai morta. Confronto alle altre ha questa forza in più, quello sicuro. Quella di non morire mai“.

In fondo, invece, ci sono squadra come Cagliari, Udinese e Sassuolo che si stanno giocando la salvezza…

C’è ancora tempo per queste cose qui. Il Sassuolo per esempio è superiore a tutte le altre, come valore, quindi sicuramente poi usciranno. Mi dirai, più vai avanti e più è difficile. Però sicuramente i valori poi escono“.

Tu sei stato un grande difensore: ormai si difende più a uomo, ma si difende a zona. E ci sono tanti errori da parte dei difensori. Perché?

Non sono molto all’altezza. Certo che i giocatori che c’erano una volta in confronto a quelli che ci sono oggi… c’è un abisso. Se gli allenatori pensano più a difendere che ad attaccare? Io penso che gli allenatori si preoccupino di più di quello che hanno. In base a quello che ha, mette a disposizione. Se ha la difesa forte, pensa di farne una ancora più forte. L’importante nel calcio è sempre stato quello di non prenderle, penso che questa cosa qui ci sia stata da sempre“.

Con il VAR in campo avresti uno scudetto in più sulla maglia?

Quello sicuro (ride, ndr). Il gol era valido quindi il problema non c’è“.

Nell’ultima giornata sono state realizzate 25 reti. Tre di queste sono nate dalla partenza da dietro dei difensore, che sono partiti dalla propria area. Se non hanno i piedi, perché gli allenatori glielo fanno fare?

“Io penso che la colpa non sia degli allenatori che si trovano già i calciatori fatti. La colpa è di quello che è alla base. Evidentemente non insegnano più come insegnavano una volta. Anche lì, evidentemente si sono portati avanti con queste cose. Non c’è più nessuno che dribbla, vi rendete conto? Nel calcio italiano non c’è più nessuno che sappia dribblare a parte quello del Napoli. Io non riesco più a capacitarmi“.

C’è qualcuno nel Genoa che ti assomiglia: Gilardino. È rimasto umile anche in panchina, sta facendo un grande lavoro?

Sì, è un ragazzo molto intelligente. Sotto questo aspetto qui si dimostra un ragazzo molto intelligente e di capirne anche di calcio. Ha rubato qualcosa a tutti i grandi mister che ha avuto? Quello vuol dire essere intelligente, prendere le cose buone di tutti gli allenatori buoni che hai frequentato. Trovare le cose giuste e poi applicarle a te stesso è importante“.

Sul Genoa: “Mi fa sempre soffrire, come sempre. Il Genoa ti fa soffrire, non c’è niente da fare. È così. Comunque tutto sommato bene, ha dei buoni giocatori. Se nella mia famiglia continuano a giocare? Giocano tutti e tre. Giocano giocano. Sono sempre impegnato anche io, porto uno, porto l’altro. Adesso ho i miei nipoti che vanno. Sono giovani ancora, però vado a vederli spesso. Se mio nipote ha visto il gol che ho fatto con la maglia del Genoa da un’area all’altra? No, no (ride, ndr). Non li hanno visti“.


Rassegna Stampa dell’8 Febbraio, Gilardino premiato a Milano. E pensa ad un Grifone d’attacco