Anticipiamo la gara del Genoa giocata con il Torino nell’analisi della ventesima di Serie A  considerato che lo “spezzatino” del campionato è troppo lungo. Domani l’analisi della prima di ritorno.

Leggendo i giornali del giorno dopo su Genoa-Torino si capisce che il campionato di Serie A è diviso in due categorie anche nelle testate giornalistiche sportive, con il pensiero dello scrittore/cronista dove non sono protagonisti il gioco, i tiri in porta, le parate miracolose dei portieri, ma il primo attore sono i proprietari delle testate.

Per il Genoa non ci sono mai giudizi sereni da parte degli organi nazionali sportivi e politici nazionali, anche prima delle gare. Sono sempre più forti e motivati gli avversari da incontrare. Sarà anche per poca comunicazione genoana e per gli inviati al Ferraris poco calcolati?

È un lecito dubbio perché si ha l’impressione che le partite viste dal vivo, con tutto il campo davanti, non in ritardo come in tv, possono essere raccontate e scritte in positivo e negativo sulla base di quello che succede nei 110 metri del terreno di gioco senza avere sempre la testa sul pc, anche durante le gare non serali.

Per non parlare delle pagelle dove i granata hanno preso quasi tutta la sufficienza come quelli del Grifone. Pagelle ormai più ancorate alla striminzita sufficienza e agli errori che al giudizio su quanto visto nei 100′ di gara.

Strani i commenti sulle pagelle della rosea: “Gilardino 6: gara ad handicap. Ha cuore,  idee, ma non riesce a pungere in attacco”. In quella del Torino il migliore in campo è stato il portiere avversario con un 7 in pagella. Qualcosa non quadra.

Giudizio non da tifoso: non conta nulla il possesso pallone granata superiore dentro la propria metà campo, non contano i passaggi degli uomini di Juric sempre davanti al proprio portiere,  contano i tiri e le parate miracolose di Milinkovic Savic, legittimamente premiato con un 7 da quasi tutti giornali sportivi e non. Con questo conteggio il risultato non è giusto e non è giusto il pareggio per il Vecchio Balordo, più giusto sottolineare che avrebbe meritato maggiormente la vittoria ai punti come nella boxe.

Per il Genoa nessuna partita è stata e sarà facile, la prossima in Campania è già in ebollizione. Domenica prossima a Salerno dopo la “facezia” del Presidente salernitano contro il designatore Rocchi e tutti gli arbitri troppo scarsi (peraltro appoggiato dal Sindaco e dalla tifoseria campana) c’è curiosità nel capire a chi sarà affidata la direzione di gara, in una giornata particolare dove i cosiddetti big  del fischietto dovrebbero essere in Arabia per la Supercoppa Italiana, per tre giorni da venerdì a lunedì. Giustamente come ha detto Sarri, per squadre, allenatori e giocatori e anche per gli arbitri: “prendi i soldi e scappa“.

Importante per Rocchi nelle designazioni della  ventunesima giornata di campionato, monca con solo 6 gare, ricordarsi della sua conferenza stampa di venerdì scorso nel momento di decidere il fischietto di Salernitana-Genoa, dopo aver chiesto rispetto e “fiducia, fiducia, fiducia” per tre volte nel lavoro degli arbitri, dopo aver mostrato gli errori più clamorosi di arbitro e VAR commessi nel girone di andata.

Il Vecchio Balordo è stato protagonista su nove episodi messi in evidenza in due occasioni   con Milan e Inter. Calcolando quattro punti viaggerebbe nella parte sinistra della graduatoria.

Nel frattempo c’è il calciomercato Genoa. Ieri ha parlato Blazquez alla presentazione del film “Genoa, Comunque e ovunque” dicendo: “Ho sempre detto che se vendiamo un calciatore è per migliorare la squadra. Il nostro percorso non è un percorso di un anno, di un mercato, di una trasferta, ma un percorso di anni. Stiamo incominciando. Costruiremo su quello che stiamo facendo ora“.

Parole giuste che saranno condivise da tutto il popolo genoano, convinto che in questa sessione di mercato il Genoa darà a Gilardino giocatori pronti ad interpretare il suo gioco. Il futuro viste le esternazioni del CEO è roseo. Gilardino nelle sue conferenze stampa non ha chiesto la Luna, del resto, ma calciatori abituati alla sua precisa filosofia di gioco.

Sono entrati due giocatori ad oggi, uno mancava da settembre, l’esterno destro, Spence dal Tottenham, un giocatore già nel mirino del Genoa nel 2021 quando fu classificato come miglior esterno della Serie B inglese: giocava nel Nottingham Forest salito in Premier.

L’altro ingresso è Bohinen dalla Salernitana. Usciti Kutlu e Jagiello arriverà un altro calciatore a centrocampo oppure Gilardino e il mago Caridi tireranno fuori dal cilindro un altro coniglio come Malinovskji a centrocampo con Messias sull’esterno.

Gilardino ha chiesto anche il centravanti di struttura, di altezza, probabilmente da utilizzare in corso di gara per sbloccare le gare o mantenere il risultato, un calciatore utile anche sui calci piazzati.

Il mercato insiste per Djuric del Verona. Operazione che potrebbe essersi complicata dopo le due vittorie scaligere nelle ultime quattro gare con Cagliari e Empoli e soprattutto per le uscite di Hien e Diao all’Atalanta, Terracciano al Milan, Hongla al Granada, Faraoni alla Fiorentina, Doig ormai destinato al Marsiglia e Ngonge che sembrerebbe assai vicino al Napoli. In rampa di lancio fino alla ventesima di campionato, infatti, c’erano anche  Ngonge e Djuric. Cosa succederà considerato che entrambi assieme hanno realizzato 11 gol su 18 scaligeri?

L’ultima voce è il ritorno di Niang, portato da Milanetto e Fabrizio Preziosi nel 2015 in prestito dal Milan dove disputò i suoi migliori sei mesi da calciatore, domato da Gasperini  considerata la sua eccessiva estrosità fuori dal campo, dovuta anche alle compagnie frequentate. Dentro il prato verde era paragonato a Thierry Henry: utilizzato da Gasperini centravanti, mise in mostra doti fisiche e tecniche. Se dovesse arrivare all’età di ventinove anni arriverebbe maturato: la vita cambia per tutti.

Dalla Germania viene segnalato anche il nome di Davie Selke del Colonia arrivato in estate   dall’Hertha Berlino, club di proprietà 777 Partners, alto 195 centimetri. Importante incominciare anche a trattare il rinnovo del contratto di Gilardino.

I  risultati positivi delle ultime giornate di campionato hanno lasciato sensazioni, non solo al Genoa, che il gruppo possa svoltare con la qualità in campo e con gli innesti giusti del calciomercato: pochi, pronti e buoni.

Gli ultimi schemi con l’ingresso della qualità in grado di aggredire l’avversario, non rincorrendolo dopo essere andati sotto e rinculando, hanno fatto capire anche le qualità del tecnico e dello staff e prossimamente si aspetta un Grifone che metta in chiaro le cose fin dal principio e concretizzi le occasioni.

A Coverciano raccontavano e insegnavano al corso allenatori che le squadre rispecchiano sempre l’atteggiamento del tecnico. E in questo momento la forza di Gilardino è non aver mai trasmesso ansia destabilizzante nei momenti grigi, ma un’ansia positiva utile nel calcio.

Tocca ai 777 avere fiducia nel tecnico, che l’ha già incassata, ricordandosi del lavoro di Gilardino per ritornare in A in un solo anno, avvalorando le parole del CEO: “Costruiremo su quello che stiamo facendo ora“.