Non è caduta una signorina nel Porto di Genova, un famoso detto utilizzato quando succedeva qualcosa di particolarmente interessante, e non è accaduto di ottenere il risultato pieno per colpa del Direttore di gara e del miglior VMO specialista in VAR, Irrati di Pistoia. 

Il gol dell’Inter è viziato da una evidente spinta a due mani di Bisseck su Strootman impedito nel colpire il pallone di testa, pallone poi carambolato su una gamba genoana con Martinez in versione Tarzan nel parare e sbattere il pallone sull’interno del palo destro dove il rimpallo ha trovato pronto Arnautovic a fare il primo gol con i nerazzurri.

Racconto per primo questo episodio perché è stata l’azione più pericolosa della capolista che il mattino che precedeva la partita sui quotidiani nazionali doveva venire al Ferraris a fare una gita prima del Capodanno e festeggiare il titolo di Campione d’Inverno. Invece affamati e spietati lo erano i rossoblu a quarti. Come Gilardino nella conferenza stampa prima della gara, hanno emulato la Madonna del Caravaggio provando a schiacciare la testa del Biscione con il gioco.

Cuore, stabilità, anima, gioco sono e devono essere le armi del Vecchio Balordo per non vivere come spesso storicamente gli è accaduto stando sull’orlo di una crisi di nervi.

I calciatori messi in campo contro l’Inter hanno dato l’impressione di aver assorbito la mentalità del Gila, che poi è unica per una  squadra come il Genoa: affrontare ogni gara come se fosse l’ultima.

Prova gagliarda tatticamente e tecnicamente della squadra rossoblu con un solo obiettivo dal primo minuto  di gioco: mai concedere spazi agli avversari con marcature blande, non lasciare campo giocando con ritmo e pressing e soprattutto senza pallone sulle corsie laterali. Tutti bravi e concentrati nel difendere la porta. Gilardino ha impostato la partita alla Gilardino, per vincere.

Godete, Genoani! Inter non battuta, ma non subita come già era successo con le cosiddette big del campionato dentro il ribollente Tempio. Peccato per i fumogeni che hanno fermato la gara per 8 minuti. Al d là della multa, qualcuno ai giovani della Nord dovrebbe spiegare che quando impera la macaja senza vento il Ferraris si trasforma con i fumogeni come la Val Padana. Perciò meglio evitare.

Godete, Genoani, per i 20 punti in classifica dopo 18 giornate di campionato. Godano anche coloro ai quali piace criticare ogni mossa e formazione di Gilardino, spesso ancor prima che si giochi la partita. La critica è un tribunale o meglio – diceva il Dottore della Commedia dell’Arte – è un “terribil orinal”. Una cosa che può essere evitata non dicendo nulla e avendo pazienza per giudicare a posteriori.

Bravo Gilardino: il gioco non si compra, deve essere una organizzazione di gioco che moltiplica le capacità individuali, la forza e l’autostima. Per migliorare di qualche step serve uno sforzo della società per cercare di giocarsi non solo una salvezza tranquilla, che resta sempre il primo obiettivo.

Nessuno pensa di raggiungere l’eccellenza in questa stagione. Visto il lavoro di Gilardino e lo staff per migliore la fase difensiva, avendo sempre avuto quasi tutti gli uomini a disposizione, e visto il lavoro per attuarla con organizzazione, pressing e vicinanza tra linee, ora tocca alla fase offensiva. Con i rientri della qualità occorre fare un passo in avanti per idee, capacità, concentrazione, movimenti senza pallone, smarcamento, qualità di gioco, possesso e ripartenze.

L’Inter probabilmente sarà Campione d’inverno all’ultima gara del girone di andata, ma se non recupera Lautaro e Dimarco alla svelta alla luce delle tante gare a livello di Supercoppa e Champions non farà sfracelli. Preoccupa Simone Inzaghi sempre in difficoltà, il quale non ha mai cambiato modulo di gioco. Operazione che è riuscita invece a Gilardino con i cambi, finalmente con la qualità a disposizione.

Entra Messias ad un quarto d’ora della fine sulla corsia di sinistra, Inzaghi risponde buttando dentro a destra Dumfries. Passano solo pochi minuti per trasferirlo sulla corsia opposta per cercare di arginare il lavoro di Sabelli e Frendrup (bravi). Gila ha dimostrato  che non conta il numero del modulo, ma lo schema preparato  a tavolino. Altro schema  visto per quasi tutti i minuti di gioco quello di cercare di sfruttare i difetti dei nerazzurri che patiscono il pressing, le marcature a uomo o a zona nel cuore del gioco e i palloni inattivi.

Doveri, al di là del gol interista, non è piaciuto sul piano disciplinare: perché ammonire Dragusin per un fallo sul portiere Sommer e graziare due volte Thuram in entrate  pericolose su Martinez? Perché ammonire solamente Mkhitaryan, giusto il giallo, e dopo non doppiarlo per essere stato mandato a quel paese platealmente ?

Gilardino e i giocatori si sono vestiti da Babbo Natale prima, da botti di Capodanno anticipato poi. Ora manca loro solamente di essere la Befana rossoblu a quarti. Il 5  gennaio dentro la calza vogliono mettere dolci e non carbone.

Adesso, dalla prossima settimana, arriva il calciomercato. Il girone di andata ha fatto vedere che piega potrà prendere il 2024: alla luce di quello visto nelle gare giocate non sarà una cipolla che si sbuccia piangendo, anche senza fare miracoli e ingaggiando solo gli elementi che servono.