La tredicesima giornata del campionato di Serie A è andata in archivio con cartelloni, striscioni sui campi di calcio per dare visibilità e rispettare la giornata contro la violenza sulle  donne. Buoncalcioatutti si unisce a questa rabbia e irritazione auspicando che siano la politica e i governi, di destra, sinistra o centro, a mettervi fine a questo e tutelare le donne, le giovani ragazze con pene certe e robuste.

Poi c’è stata la tredicesima giornata di campionato di Serie A sul campo. Una giornata che dovrà far pensare la FIGC, tronfia per la qualificazione all’Europeo, e la Lega: guardando i dati Auditel si evince che lo sport più bello e seguito del mondo, il calcio, non lo è più quando i giovani brindano con lo champagne nella insalatiera della Coppa Davis  comunicando la loro gioia e voglia non solo con i fatti ma anche con le parole, esattamente ciò che è scomparso nel mondo pallonaro, e non per colpa dei calciatori. Giornata di gloria italiana non solo per il tennis, ma anche anche per Bagnaia, fresco vincitore del campionato di Moto GP. Eccetto per i gol, Juventus e Inter hanno fatto vedere che lo sport più bello nel mondo in Italia fa fatica, imbrigliato nella tattica. Anche allo Stadio di Torino tanti telefonini, infatti, tanti erano sintonizzati sul tennis. Ma veniamo alle singole partite.

Atalanta-Napoli 2 a 1. Dopo il solito arrivo del pullman napoletano al Gewiss Stadium con la parola più bella “terroni”, Il Napoli vince dimostrando che doveva cambiare prima l’allenatore Garcia, non tanto per il gioco ma per la pace interna e il risollevamento sul piano psicologico dello spogliatoio. Effetto Mazzari, giù la maschera di Osihmen: tutto documentato da quanto successo a fine gara e dalle parole di Di Lorenzo, capitano azzurro. Tre punti fondamentali per i partenopei, altra sconfitta casalinga per la Dea.

Milan-Fiorentina 1 a 0. Respiro di sollievo per Pioli, che senza gli attaccanti titolari batte la Fiorentina rilanciandosi in classifica dopo due pareggi e due sconfitte. Vittoria arrivata grazie ad un calcio di rigore e alle parate decisive di Maignan. Battuto un altro record per un debutto in Serie A al Meazza nel campionato italiano: lo ha stabilito Camarda, nuovo diavoletto rossonero. La Viola di Italiano ha fatto troppi svolazzi davanti all’aerea del Diavolo. Comprati i centravanti da Commisso, ma sempre a secco. E Italiano dimostra di avere difficoltà a fare gol non solo con le punte.

Salernitana-Lazio 2 a 1. Pippo Inzaghi vince la prima partita e ribalta la Lazio di Sarri che alla fine dichiara: “se sono io la causa delle prestazioni e sconfitte dell’Aquila sono pronto a lasciare subito la panchina“. Lazio che cade sotto i colpi dell’ex Candreva per gli assist e un gol da trenta metri.

Cagliari-Monza 1 a 1. Il pranzo del calcio a mezzogiorno è rimasto indigesto a Ranieri e Palladino. Pareggio giusto da tenere stretto per i due allenatori.

Empoli-Sassuolo 3 a 4. Perde l’Empoli sul filo di lana ribattendo ogni azione e gol del Sassuolo. Contro Berardi show è difficile per tutti salvare il risultato.

Roma-Udinese 3 a 1. È ripartita la Roma di Mourinho? Visti i tre gol fatti e i cori per lo Special One da parte di tutto l’Olimpico sembra di sì. Roma che sorpassa Atalanta e Fiorentina e insegue il Napoli a due lunghezze, coi partenopei che la prossima giornata giocheranno contro l’Inter. Udinese in partita fino al raddoppio di Dybala, dopo assente. E una sola vittoria in campionato per i friulani preoccupa.

Juventus-Inter 1 a 1. Chi si accontenta gode nel Derby d’Italia pubblicizzato e strombazzato per tanto tempo. Zero a zero in tutto eccetto per le azioni e i gol che hanno confezionato il pareggio finale. Godono Allegri e Inzaghi: le quinte sono distanti 11 e 10 punti.

Verona-Lecce 2 a 2. Il Lecce si fa riprendere due volte dal Verona. Per i salentini un punto per muovere la classifica e allontanare la zona rossa; per il Verona un pareggio dopo cinque sconfitte consecutive che lo lascia sempre in penultima posizione con 9 punti in classifica.

Bologna-Torino 2 a 0. Thiago Motta si è rialzato dopo la battuta d’arresto subita per mano della Fiorentina prima della sosta e raggiunge il quinto posto in classifica, il Bologna è tra le migliori difese del campionato dopo Inter e Juventus. Anche per il Torino la crisi deriva dal gol che non arriva dai suoi attaccanti. Sole 10 reti realizzate, solo un tempo non basta al Toro per fermare il Bologna, squadra concreta che realizza il primo gol per colpa del portiere granata e il secondo in contropiede, parola che non si usa più, meglio cuocerla  nella verticalizzazione.

Frosinone-Genoa 2 a 1. Senza 6 titolari, senza gol degli attaccanti e senza ferocia negli ultimi minuti come in quelli precedenti alla fine la questione è sempre la stessa. Il Vecchio Balordo con una difesa e un attacco quasi inediti crea palle gol, costruisce gioco ed è in grado di dettare i ritmi della partita, ma finisce castigato per un errore nel finale, anzi due con quello del primo tempo.  Sono sette le sconfitte del Grifone: eccetto con la Fiorentina, però, non è mai stato sotto tatticamente e per carattere, contro qualsiasi avversario.

Gilardino vorrebbe fare e non sognare la rivoluzione, ma non può farla perché non può rimescolare le carte in fase offensiva e cambiare i risultati finali delle gare.

Sul Genoa non si addensano i dubbi della tifoseria, ma le loro domande sono tante, come quelle dei giornalisti: al momento la linea della società è quella di non rispondere ai dubbi in modo chiaro, in particolare sugli infortuni delle stelle Retegui (dentro gli ospedali genovesi in ortopedia tutti sono convinti che il bomber abbia subito una lesione al collaterale mediale e i 60 giorni di stop e più sono giusti, altrimenti sarebbe già in campo) e Gudmundsson.

Dietro l’angolo fra cinque giorni nel Tempio scende l’Empoli e la sfida per tutti sarà pesante. Titoli roboanti sui quotidiani sportivi nazionali e quelli politici del Sud per il Frosinone, ma non meritati: il pareggio sarebbe stato persino stretto al Grifone.