Riparte il campionato di serie A dopo l’ultima sosta per le nazionali del 19 novembre 2023, la prossima sarà il 24 marzo 2024. Non ci sarà la sosta per la pausa natalizia, non ci sarà il Boxing Day, si giocherà il 30 dicembre 2023 e il 6 gennaio 2024.

Non ci saranno turni infrasettimanali, l’unico è stato giocato il 27 settembre 2023, alla sesta giornata di campionato. Ci saranno 17 giornate da giocare tutte d’un fiato e per quelle squadre che supereranno i turni europei altre quattro o cinque gare in più. Il campionato si chiuderà il 26 maggio 2024.

L’Europeo inizierà il 14 giugno e terminerà il 14 luglio. Tutto assurdo se la prossima stagione inizierà una settimana dopo Ferragosto.

Questa nuova maratona non lascerà tranquilli gli allenatori considerato che nelle dodici giornate giocate gli infortuni non sono mancati in nessuna squadra, in particolare in quelle società che hanno investito su giocatori reduci da  infortuni significativi nel passato. Nelle prossime 17 gare, dove si giocherà ogni 7 giorni, tutti sperano che possa uscire un “enalotto” calcistico con  numeri “giusti” perché la lotteria senza gli infortunati importanti non ha dato i risultati sperati, spesso neanche con gli inserimenti programmati negli ultimi  giorni di calciomercato.

Tutti gli allenatori, anche se si parla tanto di tattica, strategie, numeri di modulo, sono consapevoli che la musica suona bene sul prato verde quando si hanno gli esecutori giusti e di qualità a disposizione, quelli in grado di fare la differenza.

La classifica dopo 12 giornate racconta che ci sono due squadre inaspettate vicino alla zona Europa, Bologna e Monza, inseguite in 3/4 punti da Lazio, Torino, Frosinone, Genoa e Lecce.

Bologna, Monza, Frosinone, Genoa e Lecce  hanno un minimo comune denominatore: un leader in panchina che incoraggia, trainando la squadra a non scoraggiarsi in occasioni di inciampi spesso non dovuti alle prestazioni. Importante che tutti tirino la barca remando nella stessa direzione dentro spogliatoio con la certezza che la qualità tecnica sia all’altezza della Serie A, che si possa migliorare con gli allenamenti e che, una volta rientrati, gli infortunati di spicco siano all’altezza delle aspettative.

Anche il Genoa dei 777, Blazquez, Zangrillo, Ricciardella, Ottolini, Spors, Gilardino è convinto del paragrafo precedente e di aver sentito sin qui suonare una sinfonia incompiuta. Le dodici giornate giocate e le due di Coppa Italia non hanno lasciato il Vecchio Balordo a metà del guado, considerati i 14 punti conquistati.

La bravura di Gilardino è andata avanti al di là dei problemi incontrati per gli infortuni, gli spunti positivi sono emersi anche con qualche ragionevole dubbio confermando che il Genoa in A non è una banda di scappati di casa. Anche perché se lo fosse stata non avrebbe inanellato quelle prestazioni e quei risultati con le cosiddette big del campionato, rimanendo sempre aggrappata alla partita con il carattere, anche nei momenti difficili oltre il 90′ di gioco, spesso punita da gol occasionali degli avversari. Non sono doti di poco conto in Serie A.

L’infermeria era vicina allo svuotamento, peccato per l’incidente a Gudmundsson. A proposito, visto che il Genoa non ha comunicato niente: Albert si è fatto male dopo la gara con il Verona o sabato scorso? Un segreto di Pulcinella con il Genoa di mezzo. Albert in ogni caso non è stato Albert contro gli scaligeri.

I segreti di Pulcinella “grifonati” non tengono mai, fino a quando il Genoa non si armerà in segreto di risonanze magnetiche a Villa Rostan difficilmente nasconderà notizie all’amico dell’amico, subito pronto ad armare i social.

La giusta comunicazione sull’infortunio di Albert (non dovrebbe esserci lesione al polpaccio ma una contrattura o distrazione di primo grado) non avrebbe allarmato i tifosi. Non giocherà contro il Frosinone, ma dopo 20 giorni dalla gara con il Verona la situazione potrebbe andare risolvendosi con l’islandese in campo contro l’Empoli.

Per vedere la vera identità voluta da Gilardino bisogna rimandare di qualche giorno e anche questo aspetto non è una cosa di poco conto.

Il Grifone è volato nelle precedenti gare quando è riuscito a prendere il sopravvento  contro  qualsiasi avversario mettendolo nei guai. Il problema che non è stato fatto con continuità e, anzi, spesso non è stato fatto per periodi del match non sempre troppo lunghi, frutto di tanti errori di passaggi e di palleggio fatti a vuoto.

In dodici gare un solo momento di tilt collettivo, a Cagliari, quando la formazione sarda è andata in gol non meritatamente: anche questo unico arresto nelle dodici giornate giocate dovrebbe essere una cosa non di poco conto. Identità, continuità, organizzazione, equilibrio i termini che piacciono al mister e allo staff  e il tempo potrebbe dare un altro senso alla stagione.

La sensazione che i margini di miglioramento con i rientri della qualità ci siano tutti e siano pure ampi, però adesso i punti bisognerà andarseli a prendere non solo con il lavoro di  Gilardino, ma anche con i mezzi che natura calcio ha dato agli assenti per queste dodici giornate: il calcio insegna e continua a far vedere che non è incompiuto se è virtuoso.