Era una partita da non perdere. Neanche da vincere considerato il digiuno degli attaccanti di riserva in crisi del Grifone. Albert non è una prima punta, ma va sempre in gol anche senza l’aiuto di qualcuno.

Puscas sbaglia gol impossibili e non è questione di categoria, Ekuban giustificato da Gilardino per le sue condizioni non decolla. Se ci aggiungiamo che gli esterni latitano diventa difficile per il Grifone volare.

Se senza regista non si possono fare film e trame di gioco, senza un attaccante che centri la porta o prenda lo specchio della porta su rigori in movimento diventa difficile fare gol. Senza dimenticarsi della mancanza di cross e aggiungendo che il Genoa non tira o ciabatta da fuori area: i gol sono arrivati senza Retegui quasi esclusivamente dai dribbling di Albert. A questo punto l’unico alibi è capire se c’è anche una componente mentale.

Zero la differenza reti del Genoa, lasciando da parte quelli incassati dalla Fiorentina. Tanti gol fatti e tanti subiti. Questa flessione sotto le porte avversarie si ripercuote sulla classifica, ma a preoccupare non sono soltanto i gol, ma la pericolosità offensiva. Il Vecchio Balordo riempie le aree avversarie solamente in occasione dei calci d’angolo e dalle punizioni dirette dalla trequarti.

Dopo il primo gol sardo è piaciuta la reazione immediata, ma prendere gol fotocopia come il primo sarà analizzato da Gilardino e il suo staff. Il Genoa prende gol ogni qual volta gli avversari facciano dei cambi: a quel punto i rossoblu a quarti non riescono subito a prendere le misure senza le indicazioni del tecnico.

Gilardino a fine gara rammaricato non è andato sopra le righe per i gol subiti e quelli mancati, sottolineando l’accaduto come un cronista e facendo capire che è contrariato di perdere a Cagliari a causa di due contropiedi evitabili.

Ranieri ha fatto il filosofo contento dei tre punti: era convinto che prima o poi il gol i suoi lo avrebbero fatto. Ci mancherebbe altro con una batteria di sei attaccanti: Pavoletti, Lapadula, Luvumbo, Oristanio, Petagna, Shororudov. Nessuna squadra nella parte destra della classifica li ha a disposizione. Piuttosto, mettendo da parte i quattro gol rifilati al Frosinone, meglio ragionare: sono solo 7 in 10 giornate di campionato.

Gilardino si è contenuto in conferenza stampa, il capitano Badelj no. “Abbiamo  fatto  troppo poco, Tutti dobbiamo dare di più”. Ha ragione, anche i più titolati non hanno punto mai.

Gilardino studierà qualcosa di diverso, ormai una volta anestetizzato Albert diventa tutto  più facile per gli avversari, anche se timbra il cartellino del gol. Anche sugli esterni ci vuole altra cura particolare: non incidono sotto porta dove fanno fatica ad arrivare, ma anche nel cercare di sviluppare giocate che possano portare al gol.

Gilardino continuerà a lavorare per cercare di mettere insieme il rompicapo  costruito dal calciomercato estivo. Al netto delle assenze non ha ancora dato una vera impronta al Genoa che ha in testa, consapevole che la crisi del gol non può non far volare il Grifone.

Le ha provate tutte, l’ultima il doppio falso nove, Albert e Ruslan, richiesta da tutti. Non ha avuto successo. Malinosvkyi doveva essere l’uomo giusto per giocare con Albert: uno abile nel dribbling e nella finalizzazione, l’altro nella rifinitura del passaggio, invece a Cagliari non si è mai visto un triangolo e l’ucraino è stato assente.

Peccato perché la forza di Gilardino, pensiamo, è di cercare complicità e consulenza con i titolari dello spogliatoio, senza dare consigli tecnici a chi la possiede. Tatticamente gli rimane l’ultima strategia tattica: giocare con il modulo che gli piace di più subito dall’inizio, il 4-2-3-1.

I cinque punti che mancano in classifica al Genoa hanno da vedere poco con il gioco, la strategia, la tattica , il modulo. Non sono arrivati per errori capitali del VAR, “scavetti” e gol mancati sotto porta per proiettare il Vecchio Balordo vicino alla sinistra della classifica.

La partita tra Cagliari e Genoa non è stata difficile per l’internazionale Guida, insufficiente per la congruità e uniformità delle ammonizioni: salvato Dossena dal giallo per entrata da dietro su Albert. Non avrebbe finito la partita. Punito Ruslan per molto meno.

Arriva il Verona venerdì sera. Come nella pubblicità di Carosello degli anni 70′  della Ferrero: “Gigante Ferraris pensaci tu“.