Sono passati quasi dieci mesi da quel Genoa-Südtirol dello scorso 8 dicembre che vedeva Alberto Gilardino sedersi per la prima volta sulla panchina della prima squadra rossoblu. Da quel momento, molte cose sono cambiate: il Grifone ha ottenuto una splendida – e meritata – promozione in Serie A, ha trasformato il suo stadio in un fortino difficile da espugnare e ha fatto crescere sempre più l’entusiasmo della piazza, che in estate ha stracciato il record cittadino di abbonamenti e, ormai da diverse partite casalinghe, viaggia con numeri superiori alle 32.000 presenze di media allo stadio. Ci sono poi anche gli aspetti tecnico-tattici, come la definitiva esplosione di Gudmundsson, la costante presenza di Frendrup e la solidità del reparto difensivo, soprattutto nei centrali. Un altro fattore fondamentale, tornato molto utile nelle recenti partite, è l’ormai acquisita efficacia sui calci piazzati.

Per la verità, sotto questo aspetto, alcuni segnali di cambiamento erano arrivati un paio di settimane prima della promozione del tecnico biellese dalla Primavera. Nei giorni precedenti alla sfida di Perugia (terminata con la sconfitta rossoblu, la penultima della gestione Blessin), aveva fatto il suo esordio al centro sportivo di Pegli il nuovo allenatore delle palle inattive, Alex Clapham. Ex del Notts County e del Southampton, faceva già parte del 777 Football Group da un paio di mesi, quando era approdato al Vasco da Gama.

I primi risultati del lavoro e dell’attenzione dedicata ai calci piazzati si erano visti dopo poche settimane, con quel Genoa-Frosinone risolto da proprio da un tiro dalla bandierina: cross dalla destra, spizzata di Bani e tap-in vincente di Gudmundsson (situazione, per altro, molto simile alla rete che ha sbloccato la partita contro il Napoli dello scorso 16 settembre, con Bani in versione goleador e De Winter in quella di assistman). Situazioni riviste e riproposte anche nelle partite successive, dalla rete di Gudmundsson a Bari ai quattro colpi di testa vincenti di Dragusin nel giro di un paio di mesi, fino ai centri di Bani e Badelj che contro l’Ascoli hanno regalato l’attesa promozione.

E non può essere un caso se, dopo la sessione di calciomercato estiva, il Genoa si trova in rosa degli eccellenti tiratori di piazzati (Malinovskyi, Martin, Messias, Gudmundsson) e dei grandi saltatori (oltre ai già presenti Dragusin e Bani, ci sono Thorsby, De Winter, Vasquez e naturalmente Retegui). Con queste premesse, i risultati non potevano che vedersi fin dalle prime partite: Vasquez in rete contro il Modena in Coppa Italia, Biraschi con la Fiorentina, Bani e Retegui decisivi contro il Napoli, lo stesso di Thorsby contro la Roma. In questa stagione sono già cinque le reti nate da sviluppi di palla inattiva che, sommate alle nove dello scorso campionato di Serie B, fanno schizzare il calcolo a quattordici, tutte ottenute dall’arrivo di Clapham (che, è bene ricordare, si occupa di questo aspetto in tutte le squadre di 777) e Gilardino.

foto TanoPress

Nelle trentadue partite giocate da quel Genoa-Südtirol, il Grifone da calcio piazzato ha trovato 14 dei 51 gol segnati, con una percentuale che sfiora il 28% (più di una rete su quattro). Ma un numero dato che impressiona ancor di più, e che rende merito al lavoro svolto a Pegli negli ultimi mesi, è un altro: prima di quella sfida contro i ciociari di metà dicembre 2022, i rossoblu non segnavano su calcio piazzato (esclusi i rigori) da 36 partite consecutive. L’ultimo a riuscirci era stato Østigård in Coppa Italia contro il Milan.


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