La moltiplicazione dei pani e dei pesci non è stata fatta solamente da uno – e mi scuso con Nostro Signore Gesù Cristo -, ma anche dai 27.777 Genoani che si sono abbonati.

A otto giorni dal termine questo calciomercato, che non è più estivo ma di riparazione anticipata rispetto a quello di gennaio, è difficile e caotico non solo in entrata, ma anche in uscita. Quest’ultimo capitolo potrebbe essere interessante se coloro che vogliono ingaggiare i calciatori genoani, però, non pretendessero anche il pagamento dell’ingaggio.

Fare uscire calciatori da Pegli è diventato come una le dodici fatiche di Ercole, non perché mancano le richieste ma per i capricci di procuratori e calciatori che rifiutano destinazioni. Se dovessero e volessero rimanere a Pegli non sarà come svernare alle Maldive.

Il calciomercato in onda in questo momento non ha cambiato le strategie del passato, quelle visibili dall’inizio di luglio quando è diventato ufficiale: prima vendere e dopo ingaggiare, spesso neanche acquistare. Ne è prova il Milan che senza gli 80 milioni inglesi per Tonali non avrebbe acquistato 9/10 calciatori.

A Pegli intanto si va avanti sempre a porte chiuse, per la gioia di chi gioca con il calciomercato, più che sul prato verde. Gilardino cerca soluzioni non facili dopo aver lavorato 50 giorni specificatamente con una strategia e un modulo.

Gilardino è voglioso ma consapevole che per utilizzare i quattro tenori (al momento tre perché uno è ai box), servono gli opportuni cambiamenti in fase di non possesso, altrimenti l’operazione è difficile. Ma è consapevole che sarebbero qualcosa in più, un’arma in più  per far volare il Grifone.

E allora è evidente che cambiare modulo e strategia non dipende solo da Gilardino, ma dal mercato. 

Gli ultimi ingaggi di Messias e Malinovskyi sono preziosi ma non bastano. Serve qualcos’altro, ne sono consapevoli anche i 777 e non solo gli uomini mercato. Se c’erano dubbiosi, il KO con la Fiorentina ha tolti i dubbi.

Anche se qualcuno ha già tentato di metterlo in croce perché ha cambiato strategia in ritardo contro Italiano, Gilardino non farà fatica ad andare verso un calcio aggressivo. Come sempre negli ultimi anni ci sarà qualcuno pronto a mettere zizzania intorno al tecnico di turno alle prime giornate di campionato.

Se dovesse continuare con il 3-5-2 o con un altro modulo, tutti gli esterni esposti alla fatica almeno per 60′ dovranno avere i sostituti pronti a finire le gare. Il Genoa li cerca dalla fine dello scorso campionato di Serie B.

Per cambiare strategia e modulo a Gilardino e al Genoa dei tempi passati occorre un centrocampista che aggiunga corsa, differente passo a quelli attualmente in rosa con i piedi buoni in fase di costruzione del gioco. Un giocatore che possa essere l’anello di congiunzione tra fase difensiva e fase offensiva, in grado di dribblare e creare superiorità numerica per fornire non solo assist gol ma soprattutto passaggi precisi con il tempo giusto.

Nel mirino della critica c’è Badelj: basta leggere le pagelle di domenica scorsa ricordando che al Grifone servirebbe il Milan di 3/4 anni fa, però senza mai dimenticarsi che nella Fiorentina aveva vicino Vecino e Borja Valero e nella Lazio, anche se si giocava il posto con Lucas Leiva, poteva contare su Milinkovic Savic e Luis Alberto.

Gli anni passano per tutti ma per gestire il pallone e i tempi di gioco al metronomo dotato di geometrie fondamentali per la manovra di tutta la squadra occorrono i compagni giusti nel cuore del gioco. Nessun play o metronomo ha mai partecipato alle Olimpiadi.

Oltre il centrocampista, per cambiare modulo occorrono un centrale difensivo di esperienza e peso per passare anche a quattro e un esterno, in particolare a sinistra, anche per non ritrovarsi a proporre anche in Serie A un destro che gioca a sinistra nonostante la buona volontà. Tutto questo servirà per alzare l’asticella, permettendo ai giocatori di qualità davanti di fare giocate importanti con una squadra equilibrata e protetta davanti e dietro. Allora  il gioco e il numero di modulo sgorgheranno perché le qualità di Gilardino e del “Mago” Caridi non si spaventeranno a confrontarsi con la Serie A.

Nessuno chiede miracoli, visti i prezzi della Samarcanda estiva, e tutti sono consapevoli del lavoro improbo degli addetti al mercato rossoblu a quarti. Quello scritto è una sintesi, non una critica, solo una osservazione dopo oltre due mesi di lavoro.