Al Genoa ci sono personaggi importanti ai quali piacerà leggere e interpretare le partite. Il numero uno è Gilardino col suo staff con Caridi e Murgita in testa, ma composto anche di match analyst che avranno vivisezionato le  due gare giocate cercando una lettura e un’analisi approfondite con video e mezzi informatici, il tutto senza lasciarsi influenzare da impulsi passionali ed emotivi.

Al Pio Signorini un giardino al sole con tanto amore (peccato sempre a porte chiuse in piena campagna abbonamenti) è quello dove lavora Gilardino: c’è un’altra sfida da vincere in corsa e nel tempo.

Il Violinista, accordato con lo staff, si è calato anima e corpo in questa nuova avventura già dal ritiro alpino cercando soluzioni tattiche nuove e di uomini, in attesa di avere la rosa al completo. Gilardino ha cercato anche in ritiro di trovare la mezzala che servirebbe al centrocampo genoano: Aramu.

Ha spostato il trequartista nel cuore del gioco spiegandogli ogni giorno, ogni allenamento i movimenti ascoltati da tutti con il ruolo cambiato. Aramu dovrebbe leggere i libri di calcio e capire quanti giocatori che giocavano nel suolo ruolo sono diventati famosi, uno su tutti Pirlo, play mondiale. Ha intuito che Yeboah non è un centravanti, perlomeno se utilizzato come nel passato, ma un esterno che può mettere a profitto corsa e dribbling.

Dopo la scorsa stagione bella ed emozionante, pur apprezzando il realismo della dirigenza e di Gilardino, saranno i fatti a contare in futuro. Ai tifosi primariamente non deve interessare il budget impiegato sul mercato ma la qualità della squadra. Il lavoro della dirigenza nel creare una rosa competitiva è all’ordine del giorno e tutti sono ne consapevoli vista la carica che viene trasmessa dai tifosi e dagli abbonamenti.

La forza di Blazquez, Ricciardella e Ottolini è di riuscire ad ottenere l’obiettivo in questo calciomercato senza necessariamente investire tanto e tutti sono pronti ad applaudirli. Conta solo questo. Quindi ora è vietato farsi prendere dall’ansia.

Il lavoro di Ottolini è durissimo. Ciononostante ha fatto vedere che gli piacciono le sfide. La prossima, sempre in silenzio, potrebbe riempire la nuova casella di extracomunitario dopo che Hefti è diventato comunitario?

Sarà solamente preoccupato non tanto dalle operazioni in entrata, quasi più facili, ma da quelle in uscita che sono necessarie. Il direttore sportivo, General manager football,  con poca vetrina e nel suo silenzio dimostra di saperci fare avendo competenze e ottime intuizioni, ma senza uscite e sgravamento di ingaggi diventa difficile alimentare il mercato in entrata.

Attualmente al Genoa servono minimo 4 titolari ma anche 5/6 uscite più i 4 che sono fuori rosa, i più propensi a fare presto le valigie. In questa situazione non è mai facile costruire una rosa importante e competitiva. La comunicazione sulle uscite dal Genoa non aiuta a far capire le difficoltà a piazzare i calciatori in esubero. 

Mai i calciatori del Genoa con probabilità in uscita hanno viaggiato tra media e giornali non solo sportivi con richieste da parte di altre società. Probabilmente non hanno dimostrato di valere oltre per la tecnica, per la spesa del cartellino e dell’ingaggio pluriennale.

Il lavoro di Ottolini e Scala in uscita è quasi improbo. Pur trovando soluzioni dovranno fare i conti con i rifiuti di agenti e giocatori pronti a rifiutare trasferimenti? Piace nella rosa rossoblu a quarti  il “reddito di cittadinanza calcistico” che non permette al Genoa di sgravarsi dei giocatori “pendenti” per eliminare situazioni paradossali come quelle vissute in ogni calciomercato degli ultimi anni. 

C’è un mese di tempo per completare il Genoa, Il primo settembre alle 20 scatterà il gong del calciomercato, senza dimenticare che le ultime due settimane saranno più intense. C’è la consapevolezza non solo tra la tifoseria che servano qualità e quantità in mediana. Serve ed è indispensabile ingaggiare un’altra mezzala in grado di garantire corsa, ritmo, intensità e soprattutto completezza nelle due fasi di gioco.

È chiaro il modulo schierato adesso dal Gilardino, non è un dogma e lo ha già fatto vedere lo scorso anno in corso di gara. In qualsiasi modulo è fondamentale il gioco dei centrocampisti dal cui comportamento dipenderà un carattere prevalentemente offensivo o difensivo. Servono anche due esterni, uno a destra e uno a sinistra, che devono essere fluidificanti di grande spinta, ma anche con buone capacità difensive, pronti in fase di possesso e in grado di assumersi le funzioni di centrocampisti esterni a tutti gli effetti proponendosi in fase di appoggio e di inserimento.

Anche tra i difensori sarebbe utile avere un altro difensore di piede destro, qualcuno con la gittata giusta e il piede educato per le ripartenze con il pallone lungo. Ad oggi i reparti completi sono i portieri e gli attaccanti: da scegliere tra questi ultimi la giusta riserva di Retegui.