Il primo a introdurre l’acquisto di Mateo Retegui al Museo del Genoa è stato il Presidente rossoblu, Alberto Zangrillo, che ha aperto l’incontro tra il calciatore e i media presenti. “Fare il presidente di una società di calcio è un sogno, un sogno meraviglioso. Poi, però, quando il presidente è anche un tifoso, il primo tifoso, inizia il difficile e bisogna misurare le parole, comportarsi di conseguenza e, talvolta, deludere con le parole. L’importante è non deludere coi fatti”.

Oggi è un grande giorno perché presentiamo al realizzazione di un sogno partito parecchio tempo fa, qualche tempo dopo la nostra promozione. Era un sogno che sembrava irrealizzabile, quasi irraggiungibile, ma è entrato ad un certo punto nella testa di un gruppo  meraviglioso, importante, unito, che ha alle spalle una grande proprietà illuminata, moderna soprattutto nelle dinamiche e nella visione, che ha creduto di poter credere in un sogno seguendolo passo passo e, alla fine, realizzandolo. Era talmente bello questo sogno da sembrare irrealizzabile e impossibile perché quando l’obiettivo è alto ci sono tante altre difficoltà. Si è dovuto comporre di una parte di tipo logistico, doveva essere trattato, seguito, monitorato. Era una fase difficile dove ci si doveva comportare intelligentemente. Ci volevano rispetto, cautela, attenzione”.

Questa delega è stata data a quest’uomo, l’ingegner Ricciardella, che ha fatto un lavoro oscuro, pratico, impegnativo e faticoso. Ci ho litigato anche negli ultimi tempi perché la tensione era alta. Era alta perché dovevamo tenere aperta l’attenzione di tutti noi. La competizione era una competizione importante. Qui c’è poi un altro maestro di diplomazia quasi come me, il DS Ottolini. E poi qui abbiamo la realizzazione del sogno che ci dice che il Genoa è tornato, in carne e ossa, e porta avanti con la sua proprietà e i protagonisti, che sono tantissimi e non ci stanno in questa sede, un progetto grandissimo presentato due anni fa. Ecco che allora vi presento il centravanti della Nazionale italiana, il grande bomber della Nazionale italiana Mateo Retegui.

“Prima di partire con le emozioni, vorrei anche salutare e ringraziare la sua bellissima famiglia che è qui davanti a noi. In tutti i mestieri e le attività per arrivare ad alti livelli si deve avere una grande testa, una grande dimensione umana. A questo ragazzo la dimensione umana la hanno data questi signori, la sua famiglia, che lo ha seguito e gli è stata vicina“.


Estate genoana