È tempo di vacche magre dopo 15 giorni di calciomercato ufficiale. Finita l’epopea dei Presidenti da Paperopoli, delle famiglie benestanti amanti del calcio professionistico.

In queste prime due settimane per le squadre nella parte alta della classifica si è cercato di trattenere i top in rosa  e da parte di tutti è caccia ai parametri zero, anche se reduci da stagioni grigie, o ai prestiti con diritti di riscatto futuro con forti percentuali sulla futura vendita.

L’Arabia vuole, l’Arabia terra di sceicchi e petrolio, e sta dominando il calciomercato europeo. La Serie A è uno dei principali serbatoi e da essa si sono portati via i migliori  con ingaggi da sceicchi non solo per un anno, senza dimenticarsi dei vantaggi fiscali.

Una iniezione copiosa e fuori mercato di dollari dei sauditi per portare nel proprio campionato giocatori importanti. Fino a ieri  accettavano quella destinazione solo illustri calciatori a fine carriera, ma ora sembra che si sta modificando la geografia del calciomercato. L’Europa,  probabilmente solo l’Inghilterra, può reggere l’urto. L’Italia è l’anello debole.

Operazione che subito potrebbe aver dato  fastidio e potrebbe essere contrastata dai club italiani, solo per vetrina sui principali quotidiani sportivi, anche se favorevoli per il fatto di voler cercare di limitare i danni del bilancio. Le società italiane hanno un debito di 1,3 miliardi di euro.

Giocatori nel deserto è il trionfo dei grandi procuratori visti gli ingaggi in petrodollari che entreranno nelle loro tasche.

Il prossimo campionato di Serie A potrebbe essere più equilibrato considerato che le uscite e le entrate del calciomercato in questi 15 giorni hanno impoverito non solo le famose 7 sorelle (visti gli ingaggi delle altre 13).

I  giocatori arrivati, in particolare esteri, non essendo “nuovi mostri”, potrebbero non dare le garanzie aspettate a meno che il calcio italiano non faccia passi da gambero e non sia difficile come nel passato integrarsi.

I giocatori sono pronti ad emigrare, tutto ciò potrebbe mettere in crisi il calcio italiano e la Lega calcio di Serie A in particolare, mettendo in crisi il rinnovo del “bancomat” dei diritti TV per il 2024/2025.

Nell’ultima apertura delle buste per il rinnovo dei diritti TV Sky e DAZN ne hanno approfittato e sono andate al ribasso.

La Lega di Serie A vorrebbe 1,2 miliardi di euro annui per i prossimi tre anni dal 2025, l’attuale accordo vale 900 milioni di euro e i broadcaster principali che non sono italiani hanno offerto 600 milioni, la Premier inglese incassa 4 miliardi.

D’altronde Sky e DAZN, quasi unica piattaforma solo divisa  dal pagamento degli abbonamenti,  hanno già pronto il palinsesto del calcio europeo e trasmettono partite di Coppe e campionati esteri quasi sette giorni su sette.

Al calcio italiano, alla FIGC e alla Lega è sfuggito l’attimo fuggente per rinnovare i campi, farne nuovi o fare riforme. Le continue liti in seno alla Lega di calcio di Serie A difficilmente hanno messo d’accordo tutte le società su qualsiasi argomento, anzi hanno portato il più bel gioco del mondo sull’orlo di un abisso.

Proveranno a risollevarsi con i propri canali Tv ma dovranno pagare profusamente Sky, Mediaset e Rai per avere i canali di trasmissione. A pagarne le conseguenze come sempre saranno i tifosi che vorranno seguire la squadra del cuore in trasferta.