Simpatico siparietto a DAZN tra Gian Piero Gasperini e Alberto Gilardino, passato e presente del Genoa, che si sono incontrati a distanza a Zona DAZN nell’immediato post partita di Atalanta-Roma. Il tecnico della Dea, venendo a conoscenza del collegamento a distanza con il tecnico del Grifone, gli ha fatto i complimenti per il lavoro svolto al Genoa. Un passaggio di testimone che gli ha fatto quasi scendere una lacrimuccia. “Grande Gila, mitico! Portare su il Genoa. Incrocio le dita, ancora due pezzettini, stai facendo una cosa strepitosa: portare il Genoa in Serie A è bellissimo”. Ovviamente Gasperini, visibilmente emozionato nel ribadire questi concetti, si sbilancia un po’, ma chi è passato dal Genoa non può fare altrimenti. “Si rimane lo stesso coinvolti”, per parafrasare De Andrè, e Gasperini non fa eccezione.

Innanzitutto ho avuto la fortuna dia vere questa grande possibilità, questa è la realtà dei fatti – spiega mister Gilardino mantenendo un grande e non banale profilo di umiltà, come ci ha abituato in questi mesi – Dalla Primavera sono arrivato alla Prima Squadra. Poi chiaramente in tutte le situazioni bisogna farsi trovare pronti e sono stati giorni, soprattutto le prime settimane, non semplici perché arrivi a lavorare in un contesto completamente diverso, pur avendo fatto la cosiddetta gavetta che mi è servita tantissimo ed è stata importante. Poi ho avuto la fortuna di trovare dei ragazzi che si sono messi subito a disposizione, soprattutto uomini oltre che ottimi giocatori a livello tecnico. Fin da subito mi hanno dato una grande mano”. 

“Pensare una partita alla volta: fin dal primo momento in cui sono arrivato in Prima Squadra è stata la mia idea – prosegue il tecnico del Genoa – sempre focalizzati sull’obiettivo con grande ambizione e determinazione. Abbiamo quattro partite, dobbiamo pensare a quella di Bolzano che è la prossima. Poi penseremo a quella successiva. A chi mi sono ispirato? Ho avuto tanti allenatori, da Gasperini a Prandelli, da Lippi ad Ancelotti. Qualcosa a livello umano normale che ti rimanga, ma quando sei tu in prima persona a lavorare, parlare e motivare una squadra è tutta un’altra cosa. Puoi avere esempi e prendere esempio dai grandi allenatori che hai avuto, ma devi essere te stesso in tante situazioni e devi determinare tu con la squadra.

Avere una squadra pronta sia a livello tecnico che umano è una fortuna, è determinante per ottenere dei risultati. Un allenatore deve essere bravo a gestire una squadra e le questioni tattiche. Il tifo del Genoa è una grande spinta? A noi ci stanno trascinando, la verità è quella – spiega Gilardino – Anche sabato a Padova erano in 4mila. Sicuramente sentiamo l’affetto e nello stesso tempo la pressione è giusto che ci sia, ma quella positiva, quella che ti dà ambizione. I tifosi ci stanno dando una grandissima mano, in casa e fuori, e questo per la squadra è importante e si sente”.

Infine, un passaggio su come Gilardino abbia scoperto di voler fare l’allenatore. “Credo che sia stata una cosa progressiva, anche perché finito di giocare ho avuto la possibilità subito di fare il corso e di poter iniziare subito, un mese dopo la fine del corso da allenatore. Non mi interessava la categoria, ma capire realmente se mi potesse piacere. Coast è stato, ho studiato e lavorato in categorie inferiori che mi hanno formato e che mi sono servite molto per le mie esperienze”. 


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