Come prima, più di prima t’amerò, per la vita, la mia vita ti darò…” lo avrebbero voluto cantare Gilardino, i calciatori, tutti i dirigenti presenti e assenti, tutto il Tempio al termine della gara giocata con il Perugia. E forse non cantare, ma urlare alla Tony Dallara, uno dei primi “urlatori” della canzone italiana.

Come prima. Anzi, più di prima perché di fatto siamo ritornati al giorno di Pasquetta. Non solo con i 6 punti in classifica di vantaggio (che sarebbero 7 avendo vinto a Bari, 8 con il punto di penalizzazione) sulla terza in classifica, con una chiara identità collettiva di gioco nel superare una squadra chiusa e cattiva  che ha pensato più a fare falli e un pressing non organizzato senza mai tirare verso la porta di Martinez. Il tutto col portiere Furlan migliore in campo che ha salvato il Perugia da una cinquina di reti. Fa lo stesso, a tutti  i Genoani occorreva fare la tombola del risultato.

Dentro il Ferraris hanno sofferto di più per i 10′ di recupero concessi dall’arbitro Chiffi a Bari, dopo che i Galletti avevano pareggiato al 95’ con un fuorigioco controllato dal VAR, che non per i perugini di Castori.

A proposito di arbitri: mi giunge vaghezza che non possono diventare scarsi incontrando il Vecchio Balordo, forse volendo dimostrare di non patire il tifo genoano, che non morde,   canta e balla. L’ultimo è stato il Maresciallo degli Alpini, Marinelli di Tivoli. Avrà voluto, dopo aver fatto più di una missione in Afghanistan, far vedere di avere i palloni e non farsi condizionare altrimenti sarebbe inconcepibile l’arbitraggio del primo tempo con tanti falli fischiati e non fischiati e mai sanzionati. Mancano diversi cartellini gialli contro i grifoni umbri che forse avrebbero finito la gara in inferiorità numerica .

Al netto di tutto, il Genoa ha vinto con gioco, coraggio, attenzione,  pazienza, equilibrio. In questo momento della stagione è vietato disperdere energie e i cambi di Gilardino vanno in quella direzione. Dei 15 punti ancora in palio bisognerà farne ancora tanti. Tutte le cinque gare da giocare saranno insidiose e da affrontare con intelligenza e concentrazione.

Prossimamente due trasferte consecutive con Cittadella e Südtirol e saranno altre due partite toste non tanto per la forza tecnica degli avversari, ma per il loro modo di giocare. A proposito di concentrazione: Martinez tocca anche a te metterla in campo con le ripartenze da dietro. Soffrono già tanto dentro il Ferraris e davanti alla televisione, cerca di aiutarli come ti hanno chiesto i tuoi compagni durante la partita e te lo ribadirà Alessio Scarpi.

A cinque giornate dalla fine del campionato a Pegli non si fanno calcoli o speculazioni: l’obiettivo è chiaro, non è lontano anche se il Frosinone è tornato a 4 punti di vantaggio. Tutti se l’aspettavano il Genoa con questa classifica, ma pochi hanno contato che il Grifone è lassù per meriti di Gila e della sua band, senza nessuna agevolazione di sorta.

Gilardino continuerà il suo lavoro, a spiegare pregi e difetti degli avversari e la tattica, giocando quasi a memoria. Forse quest’ultima passerà in secondo piano per merito del mister, ma anche dei calciatori di peso e qualità a disposizione i quali con iniziativa personale data da coraggio, fantasia e intraprendenza del singolo sono sempre arrivati al gol contro tutte le linee Maginot schierate davanti ai propri portieri dagli allenatori avversari, lingue sciolte prima di giocare, ma a fine gara  pronti ad attaccarsi agli specchi.

Il banco avversario salta grazie alle intuizioni dei singoli, la lettura rapida e veloce dell’immediato e la formula vincente del Genoa targato Gilardino. Contro il Perugia visto con piacere aggirare l’avversario con una manovra veloce, fare cross, fare cambi campo  andando a riempire l’area avversaria.

Non sono solito fare pagelle contro il Perugia, tutti con una piena sufficienza, ma l’uomo partita e il gradino più alto del podio è di Mimmo Criscito, senza dimenticarmi di Jagiello che ha sostituito egregiamente nelle funzioni Sturaro, di Frendrup esterno di destra pronto a battere a rete, di Sabelli cuore e corsa in una corsia laterale non sua, abile nel passarsi il pallone dal sinistro al destro per crossare. Complimenti anche agli altri 13 che hanno giocato, tutti una realtà efficace ed efficiente in difesa, a centrocampo e in attacco.

Le parole per Gilardino e i suoi ragazzi non servono più a nulla: serve essere concentrati e sapere che si è forti.