L’autogol della difesa del Genoa sul gol del Cittadella entrerà nel vocabolario del Grifone come quello dell’Aquila Montevarchi nel novembre del 1970 in Serie C. E con esso altri inciampi fragorosi dentro il Tempio. Una nota che i genoani non hanno digerito come quella subita dal Cittadella.

Blessin licenziato, e viene da dire che visto il clima che gli si era creato intorno bisognava farlo prima. La storia del Genoa, in tal senso, ha insegnato poco. Gilardino è stato chiamato a lavare subito l’ignominia, l’offesa della sconfitta. Operazione non facile.

Gilardino è un campione mondiale diverso da quelli che si sono seduti sulle panchine della  Serie B. Non è un “guascone” ma un riflessivo, un uomo ponderato che mastica calcio. Basta aver seguito le partite della Primavera quest’anno (e noi le seguiamo al ritiro di Tavarone, lo scorso luglio) per capire che è un tecnico preparato non solo in fase di attacco, ma anche in fase difensiva, sempre con marcature preventive accorte.

Ha anche più esperienza degli altri Campioni del Mondo avendo allenato in serie D la Pro Vercelli, appena finito di giocare nel 2019, e successivamente il Siena: due esperienze che sicuramente lo avranno coinvolto nel mondo calcio rispetto a coloro che si sono seduti sopra una panchina per la prima volta. Come Cannavaro e De Rossi, ad esempio, uno a Benevento e l’altro Ferrara.

Gila potrebbe essere la medicina giusta per Coda. Come l’attaccante dell’attuale Grifone, Gila prediligeva farsi servire in area sfruttando le proprie doti di tempismo e opportunismo, proteggere il pallone, essere pronto a smarcarsi nello spazio luce sui cross. A Gilardino domani si chiedoe più equilibrio in un mix di talento e duttilità.

Il Genoa deve aggredire più alto, costringendo gli avversari a lanciare lungo per essere primo sulle seconde palle, il gioco del passato ma con le marcature preventive non così blande.

Mancano gli esterni di difesa: il gol del Cittadella è arrivato per questo motivo con Sabelli non pronto. Mancando gli esterni, fanno fatica e sono a disagio anche Bani e Dragusin rispetto a quando c’era il tanto vituperato Pajac e Sabelli giocava nel suo ruolo a destra, complice la pubalgia di Hefti.

Davanti ormai è lampante che manchi, invece, il cinismo sotto porta. Fin qui i gol sbagliati hanno fatto la differenza. Per fare gol, il Grifone deve produrre minimo sei occasioni e tutto ciò deve avvenire con un preciso possesso pallone, con ampiezza e cambi di gioco rapidissimi.

Il possesso pallone del Vecchio Balordo gara dopo gara conta sempre meno perché la fase realizzativa è il grande limite dei genoani. Il sistema difensivo degli avversari incontrati dal Genoa è, invece, sempre stato lo stesso, e lo vedremo nuovamente domani pomeriggio fatto dal Südtirol.

Il sistema difensivo altoatesino, frutto di 12 risultati consecutivi positivi dalla quarta giornata di campionato quando Bisoli ha preso il posto in panchina, è coraggioso ed efficace, stretto, corto, con la massima attenzione a non regalare spazi. Gli attaccanti effettuano il pressing alto: uno attacca chi porta il  pallone, l’altro “scherma” il play avversario impedendogli di ricevere il pallone e la costruzione del gioco. I due esterni avversari si occupano degli esterni bassi genoani e i due centrali si occupano del controllo dell’attaccante. Le marcature,  le opzioni di palleggio dei rossoblù a quarti con il pressing hanno portato tanti giocatori dove c’era il pallone intasando solamente il gioco e favorendo i  rivali. A tutto ciò bisogna aggiungere le marcature a uomo che tolgono tanto spazio e fiato al Vecchio Balordo.

Il Südtirol di Bisoli nelle dodici gare giocate ha fatto vedere di giocare con moduli variabili basandosi su una sola prerogativa: lasciare il pallino del gioco ai nemici giocando sugli errori studiati in precedenza fatti dal tecnico avverso.

I moduli adottati sono stati tutte le varabili del 4-4-2 (con il Frosinone l’ultima di campionato), alimentando quindi il 4-3-3 o 4-3-1-2 in corso di gara. Questa volta Bisoli sarà in difficoltà non conoscendo come giocherà Gilardino. Ma del rest anche i biancorossi pregustano il colpaccio a Ferraris.

A Blessin mancava l’esterno sinistro di difesa, Gilardino nella Primavera lo aveva con Boci.  Sulla fascia sinistra con Accornero erano una freccia nel 4-2-3-1 degli ultimi tempi, anche se il bomber mondiale ha prediletto nelle sue precedenti apparizioni anche il 4-3-3.

Gilardino che conosce il Genoa,  cercherà qualcosa di diverso anche nel  cuore del gioco facendolo presidiare da tre centrocampisti e davanti altri tre, due larghi e una punta. A disposizione anche Lipani, ormai aggregato quasi stabilmente alla prima squadra, giovane che potrebbe fare la differenza nel cuore del gioco.

Dando i numeri – che contano nulla – vedremo il 3-4-2-1 o il 4-3-3 per aver maggior sicurezza difensiva centrale, doppia coppia di giocatori sugli esterni? Avremo a possibilità di avere più uomini costantemente in zona offensiva, con scaglionamento offensivo su due linee per avere sempre un collegamento in fase di possesso e di non possesso, vedremo domani al Ferraris?

Le vittorie sono il termometro della salute e la consistenza di tutte le squadre, ne mancano troppe al Grifone dentro il Tempio per colpa della mira, ma anche dell’assenza di occhi da Grifone. Non si può rimandare più nulla, non si può aspettare il bel gioco per salire in Serie A. E Gilardino, se sarà baciato dai risultati nelle prossime due gare, non sarà ad interim.

Per favore, Ranieri a parte: non accostiamo al Genoa altri allenatori teneri – per non dire molli – visti i loro precedenti. Se dovesse andare tutto per il meglio, il cammino di Gilardino non sarà in salita. Ma solo se supportato da tutta la società e dalla critica preventiva fuori dal Pio Signorini che ci sarà sempre per partito preso. Operazione che nel passato non è andata in porto con Juric, Motta e compagnia. Blessin compreso.

Gilardino, fai suonare il tuo “violino” come quando facevi gol anche dalla panchina, accompagnando il tifo genoano che non cesserà mai di partecipare e accompagnare il gioco. Uomini di mercato del Genoa, invece, subito al lavoro alla ricerca di prospetti italiani per coprire le lacune del girone di andata. Giocatori pronti per la serie B.

Genoa-Südtirol sarà diretta da Giua di Olbia, al VAR Abisso di Palermo, poche soddisfazioni per il Vecchio Balordo con entrambi. Con il sardo 4 gare  e 4 sconfitte. È l’arbitro che ha usato maggiormente il VAR in questo inizio di campionato. Primo assistente Fiore (Barletta), secondo assistente Maccadino (Pesaro), quarto uomo Serra (Torino), AVAR Baroni di Firenze.