Che cosa sappiamo del Brescia, avversario del Genoa oggi pomeriggio a Marassi?

Nelle prime giornate ha ottenuto tanti punti, poi la brutta sconfitta di Bari l’ha scaraventato in una serie di risultati altalenanti. Il Brescia ha perso certezze e nelle ultime 5-6 partite non ha fatto bene.

Come giocano?

Il sistema è il 4-3-2-1. Hanno un discreto portiere, Lezzerini, e una buona coppia di difensori centrali, formata da Cistana e Adorni. Il centrocampo è valido con Bisoli, Van de Looi e Ndoj. Davanti possono schierare Moreo, Ayé e Flavio Bianchi, ex Genoa. Bianchi vede la porta: non dovrebbe partire titolare, ma di sicuro entrerà quanto meno a gara in corso. A me piace molto Ndoj, l’interno sinistro di centrocampo.

L’allenatore è lo spagnolo Clotet.

Ama il possesso palla e le sue squadre escono dalle situazioni con il pallone al piede. All’inizio riuscivano a coniugare gioco e risultati ,il k.o. di Bari li ha un po’ destrutturati. E poi fare calcio con un presidente vulcanico come Cellino non deve essere facile.

Come si batte questo Brescia?

Bisognerà ripetere la mezz’ora finale di Terni, uno scorcio di partita in cui si è dimostrata una volta di più la centralità di Strootman, giocatore sempre più cruciale. Se gioca Strootman, tre quarti di risultato sono al sicuro. E Coda ha confermato di essere il re dei cannonieri della Serie B, il secondo gol alla Ternana è alla portata di pochi eletti.

L’infortunio di Pajac?

È grave e fa sì che oggi come oggi ci sia soltanto un esterno sinistro di ruolo, Czyborra, anche lui reduce da due stagioni a scartamento ridotto. Però nello spezzone di Terni il tedesco mi è piaciuto. Credo che a gennaio si dovrà intervenire sul mercato e ho piena fiducia nella società, che sa muoversi bene, in silenzio, sottotraccia. Al Genoa, oltre a Pajac, in questo momento mancano tre giocatori di valore come Ekuban, Sturaro e Ilsanker, non dimentichiamolo.

L’ingresso di Puscas a Terni ha fatto svoltare il Genoa verso la vittoria.

Sì, per me lo schema ideale è il 4-3-1-2, perché due punte vicine alla porta sono meglio di una e perché consente di utilizzare tanti giocatori che altrimenti siedono in panchina. Jagiello e Portanova, per esempio, devono giocare in mezzo, non hanno le caratteristiche giuste per fare gli esterni. E Coda con Puskas o con un’altra punta accanto alzerebbe il suo rendimento.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.