Il testamento per il campionato di Serie A e B è stato annunciato dai dirigenti arbitrali alla vigilia delle competizioni con frasi ad effetto solo nella bocca: “Più VAR e fuorigioco, severità sui rigori, gli assistenti sono secondi arbitri, basta show in panchina, cartellini gialli e rossi in occasione di proteste e assembramenti per la richiesta del VAR“. Sono però andate subito nel dimenticatoio nelle prime due giornate. Anzi no, il VAR ha imperversato specialmente in B.

La norma più importante sul cambiamento della offisde, con le deviazioni che faranno tornare indietro la Regola numero 11 sul Fuorigioco di qualche anno. Lascia dubbi e sarà sempre la tecnologia a dirigere la volontarietà e non l’arbitro.

L’IFAB, in previsione del Mondiale del Qatar, ha voluto precisare dopo il gol di Benzema nella finale della Champions contro il Liverpool cosa significa che i calciatori “giocano  deliberatamente il pallone“. Tutto ciò determina discussioni perché l’IFAB se n’è guardata bene dall’inserire la nuova norma “deliberate play” nella circolare numero uno in vigore dal 1° luglio 2022.

L’interpretazione sarebbe semplice andando a consultare un vecchio Regolamento alla regola numero 11: “chi è in fuorigioco non poteva essere messo in gioco da un passaggio involontario dell’avversario”. La nuova norma però non dà una definizione esplicita. I giocatori in posizione di fuorigioco possono essere rimessi in gioco da un’azione deliberata, meglio precisare intenzionale, di un avversario.

Gioco deliberato per l’IFAB è quando un calciatore ha il controllo del pallone con la possibilità di passarla ad un compagno di squadra, di impossessarsene o di liberare il pallone. L’AIA, l’Associazione Italiana Arbitri, a 48 ore dall’inizio dei campionati si è arrampicata sugli specchi e la dichiarazione di Rocchi il designatore ha lasciato perplessi: meno gol, più fuorigioco.

Il regolamento ha fatto solo passi da gambero, giustamente, penalizzando chi parte in posizione di fuorigioco. Questa dichiarazione di Rocchi è in contrapposizione con la principale funzione del calcio: fare gol. Trentalange, Presidente degli arbitri, ha specificato nella stessa riunione: “chi è in fuorigioco viene rimesso in gioco esclusivamente da una giocata voluta”. Quindi volontaria.

Queste due dichiarazioni lasciano tanti dubbi. Per l’offside deciderà la volontarietà?  Visti i valori tecnici dei direttori di gara sarà un altro problema che deciderà il VAR. E chi deciderà la volontarietà tra una giocata voluta e una scivolata? L’arbitro assistente o il VAR?

Più gol e meno fuorigioco sarebbe più giusto non punendo se il pollice della mano o di un piede di un attaccante fosse davanti al difendente, vedi il gol annullato a Yeboah contro il Benevento. Solo la tecnologia esasperata lo può vedere e nessun calciatore lo può determinare in anticipo.

Altra dichiarazione di Rocchi: “Utilizzeremo di più il VAR laddove ci siano rigori che non sono un granché, perché cerchiamo di dare rigori veri come tutto il calcio vuole“. Tutte le parole e le prime due giornate di campionato hanno dimostrato il contrario in Serie A e B.

Tutto viene ancor amplificato dalle dichiarazioni arrivate dal decano degli arbitri Doveri, alla seconda proroga non essendoci arbitri pronti dirigere determinate gare: “discernere di più il fallo dal contatto di gioco e fischiare solamente il primo. Per numero di falli siamo allineati alla Champions e ci avviciniamo alla Premier“.

Ci prendono per i fondelli, d’altronde se Rocchi al termine della scorsa stagione la ha definita “una delle migliori pagine arbitrali degli ultimi anni“… Tutti zitti, FIGC e Lega calcio Serie A e B. Ma così la musica non cambierà nella stagione appena iniziata.

La speranza è che il VAR non sia fuori logica con i fuorigioco al millimetro e con i rigorini. Altrimenti bisognerebbe lasciare decidere al VAR tutti gli episodi su tutto il terreno di gioco e non solo dentro le aree di rigore, compreso il tempo di recupero e i gialli da doppiare. Il VAR fa scomparire l’arbitro dal gioco, gli assistenti sono solo riscossori del buon gettone di presenza.

Gli arbitri dovrebbero ribellarsi: non sono più giudici unici, neanche quando vedono e decidono il giusto. Il rigore concesso a Portanova era giusto, ma il VAR ha disturbato il suo giudizio. Episodio importante che poteva cambiare la partita. Una partita vive di emozioni, tifo, adrenalina, battiti di cuore e non può essere decisa da un monitor che sostituisce l’arbitro. Attenzione che la tecnologia in futuro potrebbe “fottere” il pallone che rotola.

Collina, il capo degli arbitri FIFA, ha annunciato: “In Qatar un nuova rivoluzionaria svolta della tecnologia: la sfera con il microchip traccerà esattamente la posizione dei calciatori in campo”. Precisando: “Il fattore umano sarà sempre a capo di tutto“.

La tecnologia della sfera sarà collegata a un sistema di telecamere ottiche, e naturalmente al VAR, così la posizione dei calciatori sarà immediata: fuorigioco o non fuorigioco oppure gol-non goal. Altro occhio di falco nel calcio come nel tennis e nel basket che non può sbagliare. L’unica differenza con gli altri sport, con il calcio, che la revisione dell’azione dubbia si può richiedere.

Al Mondiale per verificare tutto ci saranno 12 telecamere per stadio, in Italia pochi stadi sono attrezzati e ci sono tanti cameramen. Basta vedere i replay, fuori da S. Siro, Olimpico di Roma, Maradona di Napoli, Juventus Stadium.

L’AIA fremerà per mettere in gioco il “pallone 500 Hertz” illudendo a parole che l’ultima parola spetterà sempre all’arbitro. Ormai il direttore di gara sarà un “robot” umano. Per tale motivo urge subito il tempo effettivo di gara.

Esempio Genoa-Benevento : per perdite di tempo tra VAR, infortuni, sostituzioni e melina delle Streghe in occasione di riprese del gioco da parte del portiere, falli laterali e uscite dal terreno di gioco per sostituzioni su 97’ minuti di gioco complessivi non si è giocato, tutto cronometrato, neanche 80’ di gioco effettivo. E neanche una ammonizione…