Mario, descrivici un po’ che Benevento vedremo al Ferraris?

“Penso che il Benevento, dopo due sconfitte in partite ufficiali, farà di tutto per ottenere qualcosa da questa trasferta. Sarà un Benevento abbastanza guardingo e chiuso, anche se credo che la formazione di Caserta scenderà sempre in campo con il 4-3-3. Un’altra sconfitta sarebbe la terza in competizioni ufficiali, tra campionato e Coppa Italia, e non sarebbe un buon inizio di torneo. Vigorito è un presidente un po’ fumantino e a quel punto anche il tecnico comincerebbe forse a rischiare qualcosa. Certo, bisogna vedere la situazione economica, non è da tutti permettersi un esonero ad agosto, e comunque il mercato non è ancora chiuso, la squadra potrebbe essere rinforzata. Già così però mi sembrano pronti per un campionato d’alta classifica”. 

Sarà una partita differente rispetto alla sfida di Coppa Italia di meno di due settimane fa?

“Sì, sarà diversa. In Coppa Italia la partita era secca e il Benevento poteva rischiare qualcosa. Ora i punti cominciano a diventare pesanti e i giallorossi faranno molta più attenzione alle piccole cose. Due settimane fa il Genoa aveva vinto in modo molto più netto di quello che aveva detto il risultato e quindi da parte loro ci sarà un po’ di timore”.

Che Genoa ti aspetti dopo il successo di Venezia?

“Un Genoa battagliero, garibaldino. Ci saranno circa 20mila spettatori, una folla che in Serie B non si vede tutti giorni e quindi ci sarà una gran voglia di bissare il successo di Venezia. Oltretutto, se come si dice arriveranno altre due pedine di qualità, il Genoa farà di tutto per farla da padrone in questo campionato. La Serie B però è un campionato denso di insidie e bisogna fare molta attenzione. Io Aramu comunque lo prenderei, anche perché sa calciare le punizioni benissimo, una figura che nel Genoa attuale non c’è. Aramu ha un sinistro importante”.

Che importanza avrebbe bissare subito i tre punti dell’esordio?

“Sarebbe un’ulteriore iniezione di fiducia, una carica da non poco, anche gli avversari ti affronterebbero in maniera diversa, con un occhio di riguardo. Ha un’importanza fondamentale vincere la seconda. Poi, con la trasferta di Pisa, si potrebbe tentare il filotto per galvanizzare un ambiente che è già molto carico di per sé”.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.