Finito il Campionato 2021/2022. Lo scudetto è stato vinto dal Milan ed è stato conquistato dal “normal” allenatore Pioli, è stato aggiudicato da Maldini Paolo dietro la scrivania e da una squadra composta da giovani, qualcuno sconosciuto, guidati da un vecchio terribile dentro lo spogliatoio e fuori, quell’Ibrahimovic che ha trasformato con Pioli la squadra in un gruppo. Vincere uno scudetto al di là delle considerazioni su un campionato equilibrato, ma scaduto di livello, fa godere i tifosi del Diavolo per di più contro i cugini. Scudetto che lascerà il segno anche con i 33 milioni incassati dai rossoneri come premio tra FIGC e UEFA.

L’Inter seconda in classifica si lecca le ferite e si nasconde dietro l’errore di Radu a Bologna, dimenticandosi delle altre sconfitte con Lazio, Sassuolo e degli altri 9 pareggi. Secondi in classifica pur avendo realizzato 84 gol, quindici più del Milan e avere incassato solo una rete in più del Diavolo, 32 invece di 31. L’errore di Radu è pesante, ma pareggia  abbondantemente quello dell’arbitro che ha permesso allo Spezia di vincere con il Diavolo a   San Siro.

Napoli e Juventus terza e quarta in classifica si leccano a loro volta le ferite ma godono per aver raggiunto la zona Champions. Spalletti e Allegri come Mourinho, Inzaghi, Sarri hanno dovuto dare spazio al piolismo che ha vinto il 19° scudetto del Diavolo dopo undici anni con calciatori sconosciuti, Kalulu su tutti, e dopo aver reso protagonista un calciatore italiano, Tonali.

In Europa League Lazio e Roma. I biancocelesti pareggiano anche l’ultima in casa con il Verona con il sarrismo sempre difficile da vedere. Sarri ha chiesto a Lotito, per restare sotto il Cupolone, le libertà di Ferguson nel prossimo calciomercato. L’unica soddisfazione nella Capitale è essere davanti alla Roma. Per Mourinho vincere la Conference League sarebbe come vincere la Champions. Lo Special One ha capito subito che non aveva la squadra per poter vincere il campionato dimostrando di conoscere bene la Serie A e per arrivare in Europa e in Finale di Conference League ha armato la gente giallorossa, sicuro che sarebbe stata l’arma in più.

In Conference League con il settimo posto torna in Europa la Fiorentina dopo 5 anni. Bravo Italiano che ha proposto qualcosa di nuovo dopo aver perso il bomber, Vlahovic, facendo giocare la squadra senza il primo violino per privilegiare il coro  accordandosi sul gioco e premendo in avanti e sulle corsie laterali. Ha perso, ma non ha inseguito il risultato con il “prima non prenderle”.

All’ottavo posto l’Atalanta di Gasperini. Questa volta non hanno indovinato gli acquisti. Reggere campionato, Champions ed Europa League…per i miracoli Gasp doveva organizzarsi. L’infortunio di Zapata ha pesato come gli innesti Boga e qualche altro che non sono stati principi del gioco come nel passato lo furono Papu Gomez, Ilicic (alle prese con l’esaurimento nervoso da calcio) e Gosens, andato all’Inter.

Gasperini al termine della sconfitta contro l’Empoli all’ultima giornata pubblicamente è stato confermato dalla proprietà Percassi anche per la prossima stagione. Si farà sentire nella prossima campagna acquisti della Dea americana e con altro Direttore sportivo e cercherà di fare capire che il prossimo anno senza Europa vuole far diventare protagonista l’Atalanta per vincere qualcosa.

Verona, Torino, Sassuolo, Udinese, Bologna ed Empoli hanno superato i 40 punti ma la grande sorpresa è stata l’Empoli di Andreazzoli dato per retrocesso ad inizio campionato. La semplicità, la tranquillità di Andreazzoli hanno fatto la differenza. L’etichetta che è un tecnico di provincia non è giusta considerato: semplicemente in passato non ha potuto esprimere il suo calcio, in particolare nel Genoa di Preziosi.

Retrocedono Cagliari, Genoa e Venezia ovvero squadre che hanno fatto fatica a raggiungere i 30 punti in classifica vincendo complessivamente 16 gare, con il Genoa in fondo con 4. Hanno fatto fatica a fare gol e hanno superato la soglia delle 60 reti incassate. Le occasioni perse da Cagliari e Genoa sono enormi, quella sarda all’ultima giornata non vincendo a Venezia pur sapendo che la Salernitana perdeva per 4 a 0 è colossale. Pomodori in faccia all’arrivo sull’Isola come successe all’Italia battuta dalla Corea ai mondiali del ’66: sarebbe stato il minimo.

La Salernitana si è salvata clamorosamente pur essendo stata travolta all’ultima giornata all’Arechi dall’Udinese. Novanta minuti di terrore per Nicola che non se lo meritava. A Didi Nicola adesso interessa, dopo le salvezze miracolose con Crotone, Salernitana e anche Genoa, solamente di levarsi dalle spalle l’etichetta di allenatore salva squadre e cercare fiduci , con la speranza che gli sia concessa anche in Campania il prossimo anno.

Sarà stato il campionato più scarso, più sottotono, andrà in archivio come quello più onesto visti gli ultimi risultati in particolare in fondo alla classifica. Non è stato giocato per la gioia dei “pasticcieri”. Sarà per colpa delle troppe lingue estere in campo e quelle italiane?

Non abbiamo fatto mai pagelle ma alla fine del campionato bisogna confezionarne perché non si è vinto solo sul campo .

Il voto più alto è per Paolo Maldini, una famiglia, una garanzia anche con proprietà straniere. Il suo DNA di campione in campo e dietro la scrivania ha fatto la differenza. Uno che conosceva non solo tutto del mondo Milan, ma tutto quello che succedeva dietro le quinte del campionato italiano in FIGC, Lega e arbitri.

Tra i giocatori spiccano Abraham con 25 gol al primo campionato italiano (8 in Europa e 17 nel campionato): ha preso la corona di Totti. Ma spicca anche Perisic, una locomotiva sulla corsia laterale, valore aggiunto inestimabile per il gioco di Inzaghi.

Italiano guida le pagelle degli allenatori, Juric e Tudor hanno vinto il campionato dietro le sette sorelle. Ha cercato di essere l’altra Italia che piace nella loro scia Andreazzoli. Allegri e Sarri un flop con tante troppe scuse pur arrivando in Europa con un campionato senza sapore.

Campionato deciso anche dalle papere dei portieri. Nel passato scudetti e salvezze si sono costruite tra i pali. La costruzione dal basso ha cambiato tutto obbligandoli a far girare il pallone. Clamorosi gli assist di Meret a Pinamonti e di Radu a Sansone che sono costati la rincorsa scudetto a Inter e Napoli. Portieri, bisogna allenarsi più con i piedi che con le mani altrimenti sarà cinerea l’area di porta.

Gli arbitri, il Var, il Regolamento del gioco calcio e il protocollo della tecnologia applicata ad minchiam hanno fatto la differenza e solamente in 4/5 si sono salvati. Trentalange e Rocchi hanno bucato la stagione salvata solo nelle ultime giornate  da Sozza e Miele arrivati direttamente dalla Serie C, naufragando con gli altri graziati della carica di arbitri internazionali, senza meriti.

Anche gli algoritmi hanno fatto cilecca nel campionato italiano.

Spezia e Samp a braccetto con 36 punti si sono salvate. I dirigenti e gli allenatori non possono fare per il futuro come le tre scimmiette nel non aver visto come sono arrivate la salvezza. D’altronde Thiago Motta e Giampaolo hanno fatto dei miracoli, il primo con la rosa a disposizione baciata  dalla fortuna, il secondo con le vicende extra-calcio di Ferrero: aver salvato la pelle per le due società è la sola cosa positiva della stagione brutta appena finita.

La retrocessione del Genoa è pesante all’ultima analisi dell’ultima giornata di campionato: bastava vincere una gara in più non contro il Manchester City che ha vinto la Premier, ma avere solamente un calcio di rigore in più documentato da tutti. La stagione è nata sotto il segnale della malasorte con un passaggio di proprietà in ritardo che avrebbe fatto fatica ha riportare a galla il Vecchio Balordo considerato che, anche se il calcio non è matematica, la squadra era stata costruita male a luglio e che la costruzione della “facciata” con il bonus del 110% nell’ultimo giorno di calciomercato con l’ingaggio di tre calciatori che dovevano fare la differenza è fallita sul nascere. Gli errori nel calcio si pagano come nella vita. L’unica certezza che questo campionato “maledetto” è stato raddrizzato dal suo popolo che non si è mai arreso continuando a dare un senso alla storia al Club più antico d’Italia.

Al Genoa con la proprietà più moderna del panorama calcistico italiano bisogna chiedere la comunicazione su internet, testate registrate, con i tempi dettati dall’ufficio stampa e non solo cartacea. L’intervista a Josh Wander interessante, moderna, concreta sul futuro del Genoa doveva essere globalizzata. Peccato che il principale quotidiano sportivo italiano non abbia avuto spazio.

Ora l’eloquenza in casa genoana, la crinolina del pensiero, deve passare subito ai fatti affinché il futuro non sia più magro!