La partita con l’Inter non può essere una condanna condita da troppi alibi da calciomercato e contro il Napoli non può e non deve escludere il riscatto.

Vecchio Balordo, non arrenderti già dentro lo spogliatoio, rischieresti in questo pazzo calcio di farlo 100 minuti prima della fine della gara: i miracoli nel calcio si sono visti.

La partita contro il Napoli ha bisogno di una reazione. La squadra è ancora da definire, ma grinta, corsa, voglia tutti i Genoani vogliono vederle contro i partenopei, messe in campo da tutti, vecchi e nuovi che scenderanno in campo. Alla fine si faranno i conti: importante vedere in campo al di là del risultato 11 Grifoni.

Un Genoa “tripallico” alla Scoglio e, come annunciava il Professore prima di ogni gara difficile: “noi siamo il Genoa e chi non è convinto posi la borsa e si tolga le scarpe“. Contro il Napoli non bisogna fare poesia, ma verticalizzazione, cattiveria, corsa.

Ballardini e il suo staff in Austria, come abbiamo visto, in ogni seduta cercavano di migliorare costantemente i fattori Spazio e Tempo, con interventi individuali e collettivi. In campo tocca ai calciatori avere atteggiamenti propositivi e utili semplicemente smarcandosi in tempo in fase di possesso per semplificare il compito di chi è in possesso del pallone, mentre in fase di non possesso devono dare copertura ad un compagno che subisce un dribbling e limitare gli spazi utili all’avversario, aiutando il compagno in difficoltà.

Tutto ciò non si è visto contro l’Inter. La tattica e la strategia contano poco se non c’è attenzione su chi ha il pallone e su chi lo vuole ricevere. Come giocherà il Vecchio Balordo contro il Napoli lo scopriremo domani pomeriggio essendo sempre al buio di allenamenti settimanali.

Le novità rispetto a San Siro sono Vasquez, se giocherà, e Behrami, reduce dalla squalifica. Potrebbero esserci altri calciatori al debutto. Ballardini cambierà la disposizione in campo di calciatori, ma ancora per domani non potrà usare la filosofia di Bagnoli: “il terzin faccia il terzin…”.

Nelle dichiarazioni di Preziosi alle “Olimpiadi di solidarietà” di Forte dei Marmi con Bocelli, Albano e tanti altri Vip e star sul futuro di questa stagione ha annunciato in queste ore e nei  prossimi giorni l’arrivo di calciatori, con ingaggio anche pesante, che dovranno fare la differenza.

Sulla società alle prese per l’ennesima volta con una vendita ha ribadito non solo a parole, ma anche in video: “qualcosa di concreto c’è“. Aggiungendo “fa parte del cielo, chissà magari. C’è sempre un  momento per cominciare e uno per finire . Se le cose sono serie perché no“. Intervista  che ha  scosso tutti i Genoani, anche quelli che volevano dichiarazioni da parte del Presidente.

Il tempo, un’altra volta con la vendita del Genoa, sarà un grande maestro, però ha il torto di uccidere i genoani ai quali interessa poco che giocherà un’altra squadra alla ripresa dopo la sosta, importante sapere e conoscere chi sarà la nuova proprietà e come ha fatto il Joker  a investire su ingaggi pesanti di calciatori, dimenticandosi l’attività dei fondi nel calcio mondiale che non è solamente quella di comprare.

Arriva il Napoli e la prima considerazione quale sarà il rapporto tra Spalletti, il Presidente cineasta e la città di Napoli. Spalletti a Napoli dovrà limare il carattere scontroso visto nella carriera e non alimentare la sua testardaggine.

Spalletti da quando è arrivato sotto il Vesuvio con sorrisi (finti?) ha cercato di elogiare il lavoro della società, sollecitando la campagna acquisti con la sua filosofia. Sul caso Insigne, mentre De Laurentiis faceva cifre sul mercato per l’uomo simbolo dei partenopei, Spalletti metteva il napoletano a centro del suo progetto tattico come regista avanzato.

Nelle gare amichevoli giocate e nella prima in campionato ha utilizzato il 4-3-3 o 4-2-3-1   con un credo tattico: brillantezza e duttilità. Già nel ritiro estivo a Dimaro Spalletti ha lavorato sull’organizzazione della squadra attraverso una strategia tattica o modulo improntato su un lavoro tattico individuale sui centrocampisti e esterni.

Dalla gara con il Venezia della scorsa settimana, pur giocando in dieci contro undici, si può estrapolare qualcosa di nuovo da parte del tecnico di Certaldo: partire dal basso ed essere in grado di arrivare in porta con pochi passaggi, giocando in verticale.

La difesa a quattro è apparsa diversa. Quando la squadra era in fase di possesso, un terzino rimaneva a protezione vicino ai due centrali e l’altro si proponeva a tutta corsia laterale, in particolare Di Lorenzo quasi fosse un treno.

Non ha giocato con i laterali (Politano e Insigne) a piede invertito per cercare di sfruttare una peculiarità del gioco visto in passato, ossia sfruttare i cross. Altra caratteristica il pressing molto alto da parte degli Azzurri.

Quello preparato in ritiro da Spalletti dopo l’infortunio di Demme e la preparazione del 4-2-3-1 è scivolato con il 4-3-3, ma l’infortunio di Zielinski  e la squalifica di Osimhen contro il Genoa potrebbero far giocare il Ciuccio – se opterà per far giocare Petagna al posto del nigeriano “pugile” – con un 4-1-4-1 atto a chiudere tutti gli spazi.

Chissà se domani al Ferraris Spalletti si ricorderà di quella gara giocata nel dicembre del 2005 con la Roma contro la Samp.

In  quella occasione per infortuni importanti degli attaccanti giocò senza punte di ruolo facendo scendere in campo una squadra di centrocampisti, con il finto centravanti Totti e Perrotta a sostegno.

Domani contro il Grifone, se non sarà Petagna la prima punta, potrebbe toccare a Lozano o Insigne fare il falso nove. Senza Zielinski il sostituto sarà Elmas. Non ci saranno in campo tanti centrocampisti come con la Roma e Spalletti potrebbe scegliere per mettere in crisi con la velocità la difesa del Genoa di giocare con i tre piccoletti: Politano Insigne, Lozano.

Per la difesa non dovrebbero esserci scossoni con Meret in porta, Di Lorenzo, Koulibaly Manolas, Mario Rui in difesa. A centrocampo, infine Fabian Ruiz, Lobotka  Elmas.

Arbitra Di Bello di Brindisi, internazionale da due anni, classe 1981. Vanta 123 gare in serie A, 43 rigori, 34 rossi. Con il Genoa 10 gare dirette (3 vittorie, 7 sconfitte), con il Napoli 17 gare (14 vinte, 3 perse).

Primo assistente Giallatini di Roma (internazionale), secondo assistente Preti di Mantova. Quarto uomo Gariglio di Pinerolo. VAR Fabbri di Ravenna, AVAR Vivenzi di Brescia.