Genoa-Perugia tre a due. Passa il turno dei trentaduesimi di Coppa Italia il Vecchio Balordo, ma con grande fatica. Più che rileggere la cronaca, basta ascoltare il tono delle risposte  di Ballardini al  sito del Genoa alla fine della gara per fare la cronaca di quanto successo contro i perugini.

I primi 10’ di gioco, al di là dei due gol incassati, sono la foto che Preziosi e i suoi uomini mercato dovrebbero stamparsi bene nella mente. Il secondo gol perugino, da esterno a esterno, è stato la pubblicità del 3-5-2 e di qualsiasi altro modulo.

Per dovere di cronaca bisogna domandarsi: senza l’uscita di Carretta migliore in campo dopo un contrasto alla “Gorin” con Biraschi e senza il rosso per fallo da ultimo uomo di Curado, la partita avrebbe avuto una  svolta diversa?

Il Perugia ha fatto vedere il giro pallone da destra a sinistra e viceversa e il servizio puntuale per l’esterno che andava all’affondo, quello che vorrebbe vedere Ballardini dai suoi esterni assenti però dallo scorso anno.

Lo sbandamento sulla corsia laterale destra e le sovrapposizioni degli esterni perugini hanno fatto traballare tutto il sistema difensivo genoano con Criscito e Biraschi in difficoltà e Sabelli presuntuoso nelle giocate. Si è salvato al netto di qualche errore il giovane Cambiaso, uno che in questo mese di lavoro con Ballardini e il proprio staff ha cercato di imparare per crescere. Czyborra in panchina e Ghiglione neanche convocato, ma a disposizione, danno poca fiducia?

Senza esterni, anche il centrocampo sorretto dal solito Badelj ha fatto vedere (come lo scorso anno) di avere poco il senso del gioco. Sturaro è quello che corre di più, ma fatica ad entrare nel vivo del gioco. Hernani la qualità nei piedi la ha, ma il ritmo ad oggi è da carioca.

Ballardini non riesce a telecomandare la squadra, non per colpa sua, ma perché i calciatori non vanno a cento all’ora. Ieri colpa del caldo e della preparazione, un alibi che può  reggere, ma pur sempre un alibi già visto lo scorso anno. Sono lenti e quando perdono il pallone non sono subito aggressivi cercando di correre in avanti, al contrario rinculano per dare il pallone al portiere da centrocampo.

Ballardini ha il dubbio se giocare a tre oppure a quattro perché tutti i difensori ad oggi non sembrano di essere in grado di accettare l’uno contro uno. Il Genoa ha cambiato strategia nel secondo tempo con l’entrata di Pandev, il 3-4-1-2 che piace al mister genoano. Si è visto più equilibrio, qualche spunto in più, però nessun cambio di gioco per sfruttare la superiorità numerica.

Gli esterni del Perugia hanno continuato a macinare chilometri sulle corsie laterali, senza creare guai a Marchetti,  anche in inferiorità numerica. Gli esterni attuali del Genoa, invece, difficilmente hanno creato superiorità e quando succede danno l’impressione di essere indecisi se crossare o fare gioco verso il centro cercando il compagno. Di questi esterni a disposizione di Ballardini attualmente non si è capito se sono più portati all’attitudine offensiva o difensiva.

Insomma, al Genoa – e non dal primo giorno del ritiro ma dallo scorso campionato –   mancano gli esterni. Con Cambiaso almeno uno si è recuperato: l’esame Serie A sarà più difficile ma la cazzimma non gli manca affatto.

Qualcosa si recupererà  coi nuovi portieri e coi  giovani, mentre poco si è fatto nel cuore del gioco nel ricercare un giocatore completo a centrocampo, anche  non di primo piano, bravino nelle due fasi di gioco e in grado di costruire e recuperare il pallone: un calciatore moderno box to box che parta dalla difesa e che si ritrovi in attacco.

Ekuban si è visto poco nel primo tempo giocato: impiegato con le spalle alla porta senza la profondità si perde. La voglia di impegnarsi e giocare non è mancata, con pochissimi palloni giocabili per giudicarlo da bomber o attaccante: è troppo presto con soli 4/5 allenamenti con la squadra. Kallon non è una novità dopo averlo visto giocare in Primavera: partendo da destra ha fatto vedere un gol a giro con il preciso sinistro.

Nel frattempo impazza il calciomercato e si vedono giocatori in Tribuna ad assistere alle partite. Tutti i nomi dei calciatori svincolati vengono segnalati al Genoa: l’ultimo è Nabil Bentaleb, in precedenza Mustafi, tutti reduci dalla retrocessione dello Schalke 04. Prima di ingaggiarli meglio fare un esame approfondito del loro rendimento non solo attraverso filmati del passato. L’unica sicurezza è che in tribuna vi fosse Vasquez.

Ballardini aspetta ancora tre rinforzi: come minimo il centravanti Lammers, in arrivo di in ora in ora, un esterno e un centrocampista. E attende anche lo sfoltimento della rosa. Contro il Perugia non convocati cinque calciatori di movimento: Radovanovic, Agudelo, Favilli, Ghiglione e Cassata. Alle prese con acciacchi da preparazione o con la valigia in mano? Da Salerno arrivano notizie che Radovanovic abbia rifiutato un contratto di due anni coi campani.

Al centro del Vecchio Balordo c’è l’incertezza del calciomercato che domina anche il lavoro di Ballardini. Non è inquieto, non ha mal di pancia, ma le sue risposte nelle interviste sono perentorie e rigide. Prossimo capitolo: l’Inter all’esordio in campionato.