Si sta dimostrando un grande 2021 per Goran Pandev: la sua Macedonia parteciperà ai prossimi Europei ed è già ben avviata nelle qualificazioni per i Mondiali grazie all’impresa contro la Germania, mentre il Genoa si sta dirigendo verso una salvezza meno complicata rispetto agli scorsi anni. Ai microfoni di Genoa Channel, Pandev ha dichiarato di “credere sì nei miracoli, ma ancor più nel lavoro, quello che fa davvero la differenza.”

E’ la prima volta che vedo da vicino la Lanterna di Genova. Strumica, la mia città natale, ha un simbolo che non è grande come una Lanterna ma significa tanto per noi. Per fortuna ho trovato una casa vicino al mare, ci sono da 5 anni e ogni mattina sentire il mare ti rilassa. Bellissimo per me e per la mia famiglia. Gente molto affettuosa, per noi è una seconda casa. Ho girato molte città in carriera, per fortuna spesso si trovavano sul mare.

Strumica è una piccola città di 40.000 abitanti, dove ci conosciamo un po’ tutti. Ho incontrato lì mia moglie per la prima volta 15 anni fa, grazie ad un amico in comune che ci ha presentati. Io all’epoca pensavo solamente al calcio, lei voleva conoscermi: quando mi sono trasferito per giocare in Italia lei è rimasta a studiare in patria, poi mi ha raggiunto e abbiamo cominciato a vivere insieme. Da lì in poi sono arrivati i nostri figli, Filippo, Ana e Sofia. Ciò che ho fatto in carriera è stato molto importante anche per la mia famiglia”

“Della mia infanzia tengo questo ricordo: mia madre voleva che andassi a scuola, ma io preferivo giocare a pallone. Appena c’era l’occasione io giocavo, anche tutto il giorno. Ricordo che davanti a casa c’era un campetto in terra, dove giocavo con gli amici. Un ricordo che mi fa male? I miei genitori non hanno mai voluto trasferirsi con me, avrei preferito averli con me. Mi sono mancati tanto.”

Pandev versione papà: “Sono molti di più i gol rispetto ai biberon preparati. I miei 3 gol più belli? Il primo sicuramente quel pallonetto segnato all’Hellas Verona a Marassi, sotto la Nord. Il secondo con la maglia della Lazio contro la Juventus, quando mi sono liberato di Cannavaro e Thuram e ho segnato a Buffon. E poi di nuovo contro la Juventus ma con la maglia del Napoli, un pallonetto al San Paolo.”

“Nella mia accademia in Macedonia vedo la voglia di riscatto nei ragazzi che giocano, appena posso li vado a trovare. Abbiamo più di 300 ragazzi, vederli divertirsi giocando per me è motivo di grande orgoglio, visto che il nostro è un paese giovane e povero che è sopravvissuto anche alla guerra.”

“Vincere a Duisburg contro la Germania è stata un’impresa a cui ancora adesso non riusciamo a realizzare: vincere a casa di una nazionale che non perdeva da 20 anni una partita di qualificazione, né noi né la nostra gente riesce ancora a crederci.”

Pensi anche al Mondiale del 2022? “Per me è importante fare un grande Europeo perché sono consapevole di essere arrivato alla fine della mia carriera; adesso me lo voglio godere e poi vedremo che succederà più avanti. E’ una bella domanda sapere cosa vorrò fare in futuro. Ancora non lo so, sinceramente sono indeciso su cosa fare, dopo la carriera vorrei godermi la famiglia, visto che sono mancato molto. Vorrei sicuramente restare nel mondo del calcio, è l’unica cosa che so fare.”