Ritorna il campionato dopo i fasti azzurri degli uomini di Mancini ed Evani, che hanno dimostrato di avere le idee chiare non solo sul terreno di gioco, ma anche nel visionare i campionati italiani alla ricerca di calciatori italiani. Con Polonia e Bosnia anche una mezza Italia, viste le assenze, ha dominato.

Pure l’Under 21 di Nicolato, dimenticandosi delle assenze, contro la Svezia ieri a Pisa ha cambiato i 9/11 che si erano qualificati ai girone del Campionato Europeo senza modificare  gioco e risultato. È finita 4 a 1.

A questo punto il calciomercato invernale del 2021, si spera, terrà conto di quello che passa lo Stivale calcistico e le parole di Nicolato prima della gara di Pisa di ieri sera (“saremo pronti per la fase dell’Europeo di categoria, stiamo monitorando 80 calciatori“) non siano parole al vento.

La speranza di questo scoppio giovanile nella nazionale maggiore e nelle due Under 21 A e B  è che si possa intravedere all’orizzonte un calciomercato di riparazione nostrano e non di altri giovani di belle speranze dall’estero con contratti a lungo termine.

Questo passaggio degli azzurrini ai gironi finali del campionato europeo, che si disputeranno dal 24 al 31 marzo 2021, dovrà incominciare ad allarmare gli allenatori considerato che molti sono già titolari nelle prime squadre e altri lo diventeranno e potrebbero mancare nel momento clou della stagione.

Intanto ritorna il campionato. Grazie all’effetto Covid, tutto in gioco dallo scudetto alla zona Champions, la più ambita per gli euro che porta in cassa, contesi dalle tante e troppo pubblicizzate solite sorelle del campionato.

Le grandi del Nord hanno camminato nelle prime sette giornate in chiaro scuro, il nuovo calcio arriva dalla provincia con la conferma dell’Atalanta, se non soffrirà la Champions, ma anche da Sassuolo e Verona, senza dimenticarsi del Napoli capoluogo di regione. Tutti alla ribalta per proprietà lungimiranti e di accordo, dove la mano destra sa e capisce cosa fa quella sinistra in tutti i campi societari, con allenatori coraggiosi che hanno idee e proposte di gioco giuste per il materiale a disposizione e giovani che crescono al riparo da troppe pressioni.

Continuerà il campionato delle prime sette giornate dove tutti se la volevano giocare, molti  usando tridente o rifinitori e trovando l’equilibrio giusto? Oppure la paura del risultato farà fare passi da gambero col “prima non prenderle”?

Lo Stadium juventino, San Siro, l’Olimpico di Roma non fanno più paura a nessuno e non  solo per gli spalti vuoti. Nelle parti alte della classifica nove squadre in sei punti dal Milan alla Lazio, un livellamento verso l’alto che ha fatto fare tanti gol ma subirne troppi. Anche in fondo alla classifica ci sono nove squadre, dai 9 punti della Fiorentina ai due del Crotone. Per Fiorentina, Torino e Genoa mancati all’appello nelle prime sette giornate, la stagione offre un appello già dal prossimo weekend calcistico.

Il Genoa falcidiato dal Covid nelle prossime tre gare (Udinese, Coppa Italia con la Samp e Parma al Ferraris) non potrà avere più alibi. Se incombono campionato e classifica, la Coppa Italia della Lanterna il giorno 26 novembre, per tutto quello che gira nel mondo genoano, è come giocarsi una finale. Uscire dalla manifestazione abbasserebbe di più l’umore, ad oggi nero e non solo per i risultati.

Le nove invischiate in fondo alla classifica – che dopo è la parte destra – aggiungendo il Cagliari a 10 punti, non dovranno dimenticarsi di fare i conti con lo Spezia di Italiano (8 punti), il Benevento di Inzaghi e il Crotone di Stroppa, le neo promosse che in ogni giornata del campionato svolto si sono sempre giocate tutto, confermando gli zoccoli duri della risalita in A e aggiungendo innesti intelligenti al gioco dei tecnici per continuare ad avere una identità di gioco precisa, figlia di coesione. Magari soffriranno per salvarsi, ma rispetto alle altre squadre neo-promosse che le hanno precedute hanno fatto vedere carattere e personalità a costo di prenderne e cercare di darle.

Riparte il Campionato e la grande incognita sarà sempre il Covid. Chi sarà bravo a tenerlo fuori dagli spogliatoi avrà un vantaggio. Faranno risultati quelli che metteranno insieme la livella, ormai per tutte le squadre, del Covid, riuscendo a mettere su formazioni anche con le riserve e le squadre Primavera.

Dovranno tenere duro fino all’arrivo del vaccino e tutte le squadre fino a Natale si  ritroveranno di nuovo alle prese con altro calendario pesante, che non permetterà di svolgere il lavoro settimanale: sette gare, più quelle europee e la Coppa Italia.

Riparte il Campionato ma tutte le squadre dovranno stare attente che la pandemia non spezzetti la stagione rifugiandosi in piani B e C tanto ambiti da chi comanda il calcio a livello Europeo, Mondiale e anche italiano. Guai mettere a rischio il campionato Europeo 2020 che si giocherà nel 2021.

Per questo motivo lo scenario prossimo fino alla fine del girone di andata dovrà essere sullo stesso ritornello delle prime sette giornate giocate: fare dei punti rischiando.