Mezzogiorno di fuoco in Federazione Giuoco Calcio non solo per la Serie A, ma per l’intero mondo di chi ha dato calci al pallone prima dell’8 marzo 2020.

È arrivato il via libera del Comitato tecnico-scientifico per gli allenamenti di gruppo non numeroso. Tutto risolto per quanto riguarda i ritiri in vista della ripresa: non si faranno. Chiariti i tempi della quarantena non più collettiva in caso di positività.

Il 28 maggio, quando si conosceranno i livelli di contagio durante la Fase 2, si deciderà il giorno in cui ripartirà il finale della stagione 2019/20. Ceferin e UEFA hanno annunciato  che il termine del 3 agosto per terminare i campionati non è più perentorio.

Il Consiglio Federale del gioco calcio convocato con un ordine del giorno pesante da discutere: sarà chiamato a dare linee guida per il futuro. In FIGC prima di dare tutte le colpe al Coronavirus dovranno interrogarsi di tutto quello annunciato e mai – o poco – fatto.

È il momento di fare scelte, gettare basi concrete per il futuro facendo riforme strutturali non più rinviabili per rimettere in campo la macchina del calcio dalla Serie A ai Dilettanti, dai settori giovanili alle scuole calcio.

Scontata la ripartenza, aspettando altri protocolli e date della serie A considerato che tutti i Presidenti stanno lottando per ricominciare e garantirsi le risorse necessariealla sopravvivenza,  termine triste per la terza industria italiana.

Come in tanti altri settori della società, il Covid-19 ha portato a galla esigenze economiche che hanno contrastato con quelle della tutela della salute, con un particolare: il Governo si è dimenticato del football.

Chi Governa in una difficile posizione ha cercato e trovato una sintesi di istanze difficili da trovare quasi per tutte le attività, per il calcio, quello di Serie A, con la scusa non della distanza ma del contatto fisico non ha invece trovato la ricapitolazione per farlo partire, non assegnandogli non solo una data di ripartenza anche se non ufficiale perché legata alla scala dei contagi, neanche un protocollo o linea guida atteso  per troppo tempo con uno scaricabile tra Lega, Figc e Governo.

Perché il Governo, rispetto a tutte le aperture necessarie e indispensabili per l’economia, ha tenuto poco in considerazione il fatto che il calcio ha fatto il protocollo con Commissione medica, con esperti che avevano immaginato un percorso che potesse garantire la sicurezza di tutti di tutti quelli che avrebbero varcato i cancelli dei Centri Sportivi rispetto a tanti altri lavoratori e sportivi ai quali misurano solo la febbre?

Lega Serie A e FIGC hanno sbagliato il primo protocollo semplicemente perché non ne avevano pensato la realizzazione o perché non era passato tramite il canale del CONI e del Presidente Malagò?

Primo protocollo accettato, anche se non all’unanimità, da tutti i Presidenti dei club resisi conto a posteriori dell’enorme spesa da effettuare non solo per i molteplici esami da sostenere o per il reperimento di strutture di ritiro, ma soprattutto per ritornare al lavoro in modo collettivo che sarebbe significato convocare calciatori e staff e pagarli, sentendo le campane del Governo che non hanno mai dato la certezza di far iniziare e terminare la stagione 2019/2020.

Il Consiglio Federale della FIGC (ore 12) parte rispetto ai precedenti con un asso nella manica: l’abbreviazione dei tempi e dei gradi di giustizia limitati al Collegio di Garanzia del Coni e non più successivamente al Tar e al Consiglio di Stato nel fare riforme, aspetti di altri campionati, oltre stillare classifiche e stop alle stagioni di Serie C e Dilettanti. Asso importante che potrebbe fare arrivare finalmente al capolinea una riforma delle squadre professionistiche.

Oltre alla ripartenza della Serie A probabilmente non avrà spazio di discussione la ripartenza della serie B, voluta dai Club e dai Presidenti con la tanto opzione B sempre richiesta dal capo del Coni: giocare a fine luglio, prima, se ripartirà la Serie A.

Le ipotesi sul tavolo della discussione sono anche una Serie B con 40 squadre divise in due gironi, una Serie C con 60 team divisi in tre gironi che diventerebbe un calcio di semi-professionisti. Altra soluzione A, B, C a 20 squadre e il ritorno della C2 a livello dilettanti con 40 società  divise in due. I dilettanti potrebbero rimanere nel limbo del cosiddetto R0, il cosiddetto contagio zero, del Coronavirus rimandando tutto al 2021.

Per questa categoria la decisione è rimandata di 24 ore quando si riunirà il Consiglio direttivo della Lega Nazionale dilettanti che dovrà dare la precedenza alle classifiche per le promozioni e le retrocessioni a tavolino nei campionati di Eccellenza, Promozione e prima categoria.

Il C.F. dilettanti si giocherà anche la carta della sanificazione dei campi e un protocollo sanitario semplificato per ripartire a settembre/ottobre. Operazione non facile se non ci sarà un piano di aiuti concreti con l’incremento della mutualità della Serie A prevista fino a ieri dall’1% al 4% e da un contributo del Governo da investire sulla  gratuita delle iscrizioni, tesseramenti e assicurazioni, costi importanti da abbattere.

In queste riunioni in casa della FIGC non dovranno dimenticarsi dall’assenza dai campi di tanti giovani con le loro scuole calcio e tornei giovanili: nessuna certezza e poca tranquillità sulla  riapertura. Sono tante le scuole calcio in Italia, tanti i settori giovanili che hanno  bisogno di cura e amore per non lasciare i giovani vagare per le strade preda di cattive compagnie.

Attenzione: si è parlato tanto di Serie A in questi mesi dimenticandosi che senza la base il vertice FIGC non esisterebbe, basta ricordarsi quando ci sono le votazioni per eleggere Presidente Federale. Occorre un protocollo per la sicurezza dal punto di vista fisico ma anche legale non solo dei dirigenti, ma anche nei confronti delle famiglie che continueranno a pagare per non lasciare i figli a casa o per la strada mentre lavorano.

Le poltrone in FIGC incominciano a scottare, altre inchieste potrebbero aprire armadi sempre tenuti gelosamente chiusi. L’ultima quella sull’AIC ha creato scalpore, non tanto per i compensi di Presidente e Vice  per la mole di euro che viene gestita in investimenti  e per i soliti nomi alla ribalta di tutte le Commissioni Federali : inchiesta poco smentita.