Dice è un indicativo presente del verbo “dire” molto attivo in questa pandemia. Qualcuno vorrebbe cambiare una vocale per prendersi una carica e autorità in via straordinaria e temporanea, dicendo la propria opinione sul Covid-19, sul futuro del Virus, politicamente accentrarsi il potere, poco collegiale visto e considerato quello che è successo in questo primo weekend di Fase 2 in parecchie Regioni.

L’Orologio della politica italiana è fermo. Il Virus nella Fase 1 ha lasciato tra paura, inefficienza e capacità poco spazio, nella seconda fase le chiavi del lockdown vogliono  avere tanti padroni. Politicamente è stato facile riempire gli spazi chiusi nel mese di marzo e aprile, ora con le strade e le piazze riempite la rete conta meno e andare in piazza diventa non facile.

La rabbia giorno dopo giorno sale e si agita giustamente perché parecchie iniziative per far respirare leggermente il portafoglio non arrivano o sono ferme non per i programmi dei tanti esperti al servizio del Governo, ma per la burocrazia.

I Governatori delle Regioni non sono più in pressing per le riaperture: aprono direttamente. Perché il Governo a questo punto non dà più deleghe alle Regioni, che dovrebbero prendersi le proprie responsabilità? Conte e i suoi Ministri non vogliono perdere il bastone del comando, allora realizzino  decisioni certe e veloci. Il freno di emergenza serve poco.

Tra i “si dice“, non solo politicamente ma anche scientificamente, sono stati tanti quelli detti con poca sintonia tra colleghi. Gli ultimi “si dice: gli anti-virali sono rischiosi; il vaccino pronto ad ottobre anche se in questo momento c’è una corsa tra 90 progetti nel mondo per capire quale funziona meglio; i tamponi potrebbero non funzionare e la novità per capire se il Virus sia acceso o spento nell’organismo è la saliva e si ha una risposta in pochi minuti con un campione.

Si aspettano trasmissioni televisive talk show degli esperti che fino a ieri hanno dichiarato che il tampone era l’unico test in grado di rintracciare il virus nell’organismo. Aspettiamo risposte.

Tanti altri “si dice”, fra cui il fatto che tutte le prese di posizione di Governo, Regioni, Provincie e Comuni fanno navigare le genti in un mare agitato anche respirando l’aria mancata in due mesi di segregazione, capendoci veramente poco.

Ieri è stata la Festa della Mamma, felice chi ha potuto abbracciarla nuovamente, molto infelice chi non ha potuto darle l’ultimo saluto. Anche nel calcio ci sono tanti “si dice. Quello più fragoroso e rumoroso è stato nel weekend del sottosegretario alla Salute Sandra Zampa che ha dato speranze di ripartenza del calcio prendendosi tutte le prime pagine dei quotidiani sportivi, facendo addirittura cambiare idea anche a Cellino, presidente del Brescia, che adesso vuole tornare a giocare.

Il Ministro dello Sport Spadafora non ha tolto la speranza, ma ha riportato il pallone sul prato verde e non in aria dichiarando: “Sta arrivando il parere sul protocollo da parte del CTS. Noi siamo pronti a sottoporre al CTS le Linee guida per gli allenamenti di tutti gli sport di squadra che consentiranno a tutti i lavoratori del mono dello sport di riprendere le proprie attività“.

Parole che confermano in questo momento che inizieranno gli allenamenti, ma non una ripresa della stagione lasciata alla settima giornata di ritorno del campionato 2019/2020.

Se avrà l’OK sugli allenamenti collettivi nei centri sportivi di proprietà, la Serie A è meglio  che non giochi più in ordine sparso come è successo la scorsa settimana sulla ripresa da “runners” modello corso Italia o Porto Antico. Qualunque schema di ripresa non potrà essere considerato sbagliato e creare conflitti.

Bisogna capire, visto che il costo sanitario è disastroso, ieri si parlava di più di 4 milioni di euro, con 1500 persone da controllare di continuo fra calciatori e personale al seguito ogni 4 giorni, se servirà e sarà utile.

Le misure di prevenzione hanno poco senso? Si dice che un tampone può essere negativo in un giorno della settimana, il giorno dopo qualcuno si contagia e il giorno della partita è positivo, considerato che si dovrebbe giocare ogni tre giorni.

I club dovranno fare i conti anche con il malumore delle persone che  aspettano risposte sui tamponi da giorni e non gravare sul sistema sanitario nazionale per un trattamento di favore sulle stelle del calcio.

Altro  punto  cardine  sul quale ragionare deve essere la gestione di eventuali nuovi contagi e le procedure di quarantena da adottare se dovesse ripartire la stagione: solo dell’infettato o di tutta la squadra?

Altro nodo non di facile risoluzione le conseguenti responsabilità in caso di contagio, i trasporti e la logistica, senza dimenticarsi del movimento ultrà che si compatta sempre di più giorno dopo giorno chiedendo di finire il campionato.

A proposito di protocolli sanitari per far ripartire gli sport collettivi sarà interessante sapere se anche nelle altre attività si procederà modello NASA come nel calcio con tamponi ogni tre giorni, esami sierologici e quarantena nelle prime due settimane di lavoro.

Un passo importante è stato fatto dalla Lega di Serie B che, dato che il protocollo della Serie A è difficile da attuare non solo monetariamente, sarà quello di finire la stagione ripartendo a fine luglio con la speranza che il Virus lasci più respiro. Da condividere, per non riempire nuovamente i Tribunali amministrativi e fare i conti con De Laurentis Patron del Bari e il sindaco pugliese sulla chiusura della stagione e tanti altri.

Soluzione logica della cadetteria auspicata da sempre anche per la Serie A, che è caduta nelle lusinghe della UEFA pronta a giocare le Coppe ad agosto. Chissà perché non le hanno giocate a giugno pur avendo un programma definito.

Inizia la vera settimana di passione del calcio italiano: finalmente si dovrebbe capire come andrà a fine la stagione 2019/2020.

Attesa la relazione del Comitato Tecnico-Scientifico sul protocollo sanitario FIGC per la ripresa degli allenamenti collettivi. Mercoledì riunione di assemblea della Lega di Serie A che non parlerà solo di calcio ma anche della “grana”  che non arriva dalle TV. Mercoledì di fuoco con il Ministro Spadafora che sarà alla Camera dei Deputati per una informativa urgente e per finire giovedì Giunta straordinaria del CONI con la presenza dello stesso Ministro dello Sport.

Sarà una settimana da Bingo se anche il Primo Ministro Conte incontrerà i vertici dello Sport, come promesso, per fare un quadro condiviso  sul mondo sportivo. Attenzione non solo sul calcio .