Curiosità per la prima di Thiago Motta non solo al Genoa, ma seduto sulla panchina di una squadra professionista.

Curiosità dopo le parole raccontate in settimana, sul modo di vedere il calcio di Thiago con una chiave in mano che non si sa che cosa aprirà. Vedere se è vero, se ci saranno novità e filosofie nel nuovo modo di vedere il calcio da parte di qualcuno che ha dato tanto da calciatore.

Il 2-7-2, “dividere il campo in senso verticale”, è una provocazione in un mondo del calcio piatto che vive solo di numeri dei moduli legato a Internet e alle piattaforme specializzate, ma ha creato interesse da sgobb e come le fake-news non divertite perplessità.

In conferenza stampa Thiago ha confermato tutto quello che hanno sempre detto gli altri allenatori parlando di numeri di moduli: “puoi giocare con cinque difensori ed essere meno difensivo di una difesa a quattro, se nel primo caso hai giocatori di qualità più offensiva e nel secondo invece quattro difensori puri“.

Per Thiago Motta in questi 4 giorni di lavoro più che i numeri avrà contato mettere i giocatori al posto giusto distribuendoli al meglio non solo sul terreno di gioco, ma anche mentalmente. Avendo tante volte vissuto l’ansia e l’adrenalina di un risultato che bisogna fare non caricherà la squadra e vorrà farle capire che giocando e correndo il risultato può – anzi deve – arrivare lo stesso.

Thiago Motta farà capire che non ha intenzione di nascondersi di fronte a nessun avversario,  scenderà in campo con una forte vocazione offensiva, cercando di subire meno gol e provarne a farne.

L’idea di tutti i tecnici a qualsiasi livello è quella di potenziare la fase offensiva cercando di integrarla con una fase difensiva funzionale. Una sintesi difficile da trovare in pochi giorni perché per fare pressing e possesso devi avere anche gli attori giusti.

Bentornato a Murgita: peccato che non potrai crescere più giovani calciatori. Il suo aiuto, che non è da tutor, ma da vice allenatore e consigliere, avrà fatto capire a Thiago Motta i pregi e i difetti calcistici dei calciatori in rosa già conosciuti negli anni precedenti.

L’unica possibilità di successo potrebbe essere una tattica che cerca di creare continuamente situazioni di vantaggio numerico. Operazione che ha bisogno di prove e riprove in allenamento con il raddoppio sistematico sul portatore di pallone avversario e ogni calciatore schierato, attaccanti compresi, che dovrà  avere compiti precisi di copertura con un solo e unico obiettivo: ridurre al minimo gli spazi. Il metodo più giusto per mettere pressione agli avversari, indurli all’errore e, appena conquistato il pallone, subito verticalizzare per cercare di andare prima  possibile al tiro.

Occorreranno rabbia e coraggio sfruttando gli errori del Brescia, come il pressing molto alto costantemente attuato dalla Rondinelle, spesso con un buon numero di calciatori: una scelta coraggiosa che gli ha causato grossi rischi quando gli avversari sono usciti abilmente con il pallone. Altro particolare da tenere sotto controllo il finale delle gare quando, visto il dispendioso lavoro di corsa, gli uomini di Corini caleranno.

La dirigenza genoana ha deciso di giocarsi la carta Thiago Motta affidandogli la guida della prima squadra viste le sue caratteristiche di giocatore non solo con i piedi. Thiago dovrà essere uno che deve riportare fiducia nell’ambiente, anche se in questo momento non sono  i numeri dei moduli a fare la differenza ma i risultati.

Thiago Motta da Leader adesso dovrà inforcare gli occhialini, anche senza vetro, alla Harry Potter facendo subito la magia di far galleggiare il Vecchio Balordo in altra posizione in classifica.

La formazione? Mancheranno sicuramente Criscito, che a Napoli vorrà esserci, e Sturaro pronto probabilmente dopo la sosta per la nazionale di novembre. Si cambia modulo e potrebbe essere convocato in più  Gumus?

Il Brescia ad inizio stagione poteva essere una delle squadre meno conosciute se non si fosse aperto il ballo con Balotelli, invece dopo 8 giornate di campionato si è trasformata da neo-promossa a squadra pericolosa e ostica.

Sette punti in classifica una gara in meno da giocare con il Sassuolo, 2 gare vinte entrambe in trasferta a Cagliari e Udine, una pareggiata e quattro perse con 7 gol fatti e 9 subiti, di cui tre solamente in trasferta. Pressing ossessivo, densità al centro, verticalizzazioni sono il credo tattico del tecnico Corini.

Organizzazione e solidità sono i capisaldi del 4-3-1-2 delle Rondinelle che cercano di impostare dalla difesa con la circolazione veloce del pallone preferibilmente rasoterra. Squadra anche fisica, che cerca di sfruttare il gioco aereo.

Senza paura, Corini nel suo 4-3-1-2 si affida al trequartista che però deve essere più di gamba e recupero, seppur di tecnica e geometrie, che di qualità. Per questo ruolo importante Corini ha scelto Romulo arrivato dal Genoa, che in alcune gare ha portato via il posto da titolare a Tremolada e Spalek, avendo dimostrato di essere il più mobile tra le linee avversarie in fase di non possesso pallone. Romulo, trequartista o mezzala, ha raggiunto lo scopo che ha causato tanto dibattito nell’estate genoana che lo voleva far giocare sulla corsia laterale.

In fase di non possesso difendono con un rombo molto stretto che nelle precedenti gare ha lasciato spazio sulle corsie laterali, in particolare sul lato debole. I lombardi hanno qualche piccolo neo a livello difensivo nella distanza tra i reparti. La difesa intesa come linea si muove chiudendo gli spazi quando è attaccata e sui palloni inattiva, balla quando non ha il sostegno puntuale del centrocampo. In fase difensiva coprono in ampiezza cercando di chiudere subito le linee di passaggio facendo densità a centrocampo.

In difesa i titolari sono: in porta Joronen, danese che lo scorso anno è stato decisivo in Europa League contro la Dea di Gasperini parando i rigori; Sabelli confermato come Cistana centrale, Chancellor venezuelano classe 1992, alto 1.98 e arrivato dai russi dell’Anzhi; a sinistra Ales Mateju con Martella infortunato.

A centrocampo la meglio gioventù con Bisoli e Tonali. Il primo dà quantità e corsa, il secondo nato nel 2000 è bravo nel dare equilibrio di qualità alla mediana biancazzurra. Gli altri sono il ceco Zmrhal, arrivato dallo Slavia Praga, Tremolada (infortunato) e Spalek, slovacco confermato dalla serie B. C’è anche Morosini ex Genoa.

Il Brescia nell’ultima settimana di calciomercato ha integrato un reparto offensivo ben strutturato con Balotelli, Matri e Ayè senza lasciare andare via Donnarumma, la punta della risalita in A.

Corini insiste a giocare con due punte centrali e cerca partita dopo partita un sistema di gioco che li possa supportare. Balotelli per adesso è quello che sfrutta poco la mobilità nelle due fasi, Donnarumma cerca di ottenere il massimo rendimento dalla linea del fuorigioco per graffiare almomento giusto, Ayè invece tenta sempre di sfruttare le sue qualità atletiche. Di Matri c’è poco da dire: utilizzato nei fine partita con le difese avversarie stanche. Infermeria piena per le rondinelle con Dessena, Magnani, Martella, Torregrossa, Tremolada. Due dubbi in formazione: Romulo trequartista o mediano al posto di Dessena? Balotelli o Ayé?

Dirigerà Abisso di Palermo, nato nel 1985 e imprenditore con 44 gare in Serie A (18 rigori, 9 espulsi). In stagione conta 4 gare nelle quali ha concesso un rigore e non ha estratto alcun cartellino rosso. Prima gara diretta nel 2002, stabilmente alla Can A da luglio 2017.

Abisso sta cercando di recuperare il tempo perduto negli ultimi trascorsi in Serie A dopo le buone premesse in cadetteria. Ha feeling col VAR, oltre al difetto di non decidere sul campo, difetto che gli succede anche quando è dietro il Televisore della tecnologia.

Con il Genoa 3 gare dirette (1 vittoria e 2 sconfitte), con il Brescia 8 gare dirette (3 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte). Sette di queste gare sono state dirette in serie B .

Primo assistente Meli di Parma, secondo assistente Di Iorio (Vco). Quarto uomo Pezzuto (Lecce), al VAR Giua di Sassari. Nel ruolo di AVAR Tegoni di Milano.

Nessun diffidato.