Justin Timberlake cantava “what goes around comes around”: se metti in circuito qualcosa prima o poi qualcosa ti torna indietro. Il profitto è assicurato.

Quello che dovrebbe succedere al Genoa dopo due settimane di lavoro con Andreazzoli e il suo staff. Il cambiamento è molto spesso legato al concetto di miglioramento. Secondo luoghi comuni, lo stravolgimento delle parti in causa porta inevitabilmente ad un miglioramento delle stesse.

Le convergenze tattiche viste in Val Stubai in questo luglio 2019 non fanno spavento come la fine della scorsa stagione ed anche prima. Per non sputare nel piatto dove si è mangiato, anche con Ballardini si erano avute le stesse sensazioni, dopo è successo qualcosa che non ha niente di calcio a rompere il giocattolo.

La squadra rossoblu dopo la salvezza ottenuta all’ultimo giro di orologio lo scorso, senza o con una idea di gioco confusionaria, in questo ritiro 2019 ha dimostrato di avere una idea di gioco ben precisa.

Tutto è iniziato con il 3-5-2, ma dopo aver visto il materiale a disposizione Andreazzoli ha finito il ritiro di Neustift con il suo marchio di fabbrica, il 4-3-1-2, pronto a costruire la manovra con i tre centrali con palleggio e tocchi di prima, altro marchio di fabbrica del nuovo Mister. La manovra pronta a svilupparsi centralmente grazie alla saggezza tattica e alla qualità di un rombo con Radovanovic davanti alla difesa e Pandev dietro le due punte.

Con la zona centrale bloccata, il gioco deve spostarsi sulle vie laterali dove Biraschi e Criscito e i loro sostituti dovranno essere bravi nelle due fasi di gioco.

Il gioco verticale deve essere aiutato dal continuo movimento, anche senza pallone, dei due attaccanti per permettere a chi gioca il pallone di avere diverse soluzioni di passaggio.

In Val Stubai si è vista in particolare la voglia di Andreazzoli di esprimere qualità con ripartenze veloci, ficcanti, con la ricerca della verticalità non solo delle punte, con l’obiettivo di risalire velocemente il campo per attivare le combinazioni offensive negli spazi, operazione che dovrebbe esaltare i calciatori e le loro capacità di farsi trovare tra le linee e attaccare la profondità.

In Francia nel prossimo ritiro, Andreazzoli oltre i palloni inattivi metterà in campo anche squadre pronte a giocarsela con pazienza anche contro avversari schierati.

A proposito di palloni inattivi: ieri ho visto un esercizio mai visto: 9 contro 9 dentro l’area di rigore, con due porte e due portieri e due giocatori che crossavano dalle corsie laterali per una o l’altra squadra con marcatura a zona, ma anche sull’uomo se occorreva.

D’altronde stasera giocheranno con il Lione e non si possono fare figure barbine. Così, come tutti gli allenatori che lavorano molto sulla struttura identitaria, Andreazzoli schiererà contro i francesi il primo gruppo di titolari, in attesa del calciomercato, pronti a tenere un possesso pulito e senza errori.

Il Genoa del futuro, se sarà una piccola o media squadra, tutto dipenderà dai prossimi ingaggi (nel calcio non ci sono Paganini, allora è meglio ripetere) e avrà sempre una identità che cercherà di produrre qualcosa e non si metterà in difesa vicina alla propria porta per strappare un punto.

Meglio tardi che mai…come per lui arrivare in serie A, aver visto lavorare Andreazzoli.