Andrea Bianchi, coordinatore della Scuola Calcio del Genoa, è una presenza fissa ai Genoa Summer Camp. Al sesto anno di esperienza a Neustift, Bianchi ha voluto immortalare i punti cardine di questi camp dove il Genoa e gli elementi del settore giovanile rossoblu portano tutto il bagaglio di dettami che il Genoa fa suo da anni, di comune accordo e seguendo una linea ben precisa.

 

Da quanti anni vieni qua?

“Qui in Val Stubai abbiamo iniziato nel 2013 con una quarantina di ragazzi: eravamo venuti nella seconda settimana del ritiro della squadra, fu un successo di entusiasmo e colori. Mi ricordo che avevamo portato i portierini a vedere le esercitazioni di Perin e fu una cosa particolare, molto bella.”

Quanti siete quest’anno?

“Siamo all’incirca 80 iscritti e chi si mette in evidenza durante la stagione dei camp ha poi la possibilità di entrare nella Scuola Calcio. Per i ragazzi è sempre uno sprone questo: tutti gli istruttori che sono qua, come Matteo Rossi, Leone Cipani e Giovanni Battista Ferrera – così come gli altri – sono preparati. Inoltre facciamo sempre dei briefing tecnici dove escono sempre nominativi interessanti, soprattutto nelle leve più piccole”.

Chi è il più esperto tra i tecnici?

“Michele (Sbravati, ndr) è quello che fa i camp da più tempo. La sua responsabilità e la sua bravura, poi, lo hanno portato ad assumere ruoli diversi. Si fa vedere nei camp, soprattutto a quello di Arenzano, è venuto anche a Calizzano: è sempre molto presente nonostante le mansioni importanti.”

C’è soddisfazione nell’aver cresciuto negli anni tanti genovesi e liguri, incominciando dai più piccoli?

“Questo è l’obiettivo dei nostri istruttori, della mia e della Scuola Calcio di Armando Calligaris: ovvero portare dei giocatori preparati nel settore giovanile in maniera tale che con gli altri miglioramenti possano fare un percorso lungo. La mia soddisfazione è andare a vedere una partita di Allievi e vedere tanti ragazzi titolari, oppure che entrano nei 18 disponibili e poi subentrare. Questa è la cosa che rende noi tecnici orgogliosi: ragazzi entrati ad 8/9 anni che poi arrivano a 17 ancora protagonisti.”

E di questa Under 18 che nascerà?

“Nell’Under 18 ci sono ragazzi del 2002 che hanno iniziato la cantera quando avevano 8 anni: molti di quelli ci sono ancora. Vedere l’Under 18 fatta da ragazzi che arrivano dalla cantera è bello, vedere una squadra di Giovanissimi Nazionali come i 2004 vincere la semifinale e poi perdere la finale per piccole ingenuità ti rende orgoglioso per il lavoro svolto e per il percorso che hanno fatto.”

Non ci sono più registi nel campionato italiano: quelli che lo sono diventati sono tutti trequartisti poi spostati davanti alla difesa. Perché? Si perdono o non vengono costruiti?

“Credo sia anche un’evoluzione di un percorso: un ragazzo che nel settore giovanile giocava molto bene da trequartista, salendo poi negli altri campionati dove c’è più pressione e ti tolgono tempo e spazio, per trovare delle palle libere, si deve abbassare di 10/15 metri trovando la zona ideale dove può dimostrare i suoi concetti di gioco e la sua abilità tecnica. Tantissimi centrocampisti che sono cresciuti come tali nel settore giovanile hanno fatto poi una carriera da difensori centrali; tantissimi attaccanti esterni hanno poi fatto una carriera da difensori esterni. Pian piano si va a modificare il proprio ruolo e abbassare le proprie caratteristiche in una parte diversa del campo. C’è più una distinzione tra giocatore centrale ed esterno, nelle altre situazioni contano sempre più i concetti.”

Andreazzoli ne ha solo uno a disposizione ed arriva dalla Primavera (Rovella, ndr):

Rovella è un playmaker nato: nella partita dell’altro giorno ad un certo momento, da mezzo sinistro, lo hanno abbassato nei tre centrali di difesa. Si tratta di un giocatore che gioca bene in mezzo al campo, quindi che può giocare in fase di possesso tranquillamente da difensore centrale. Cambiano i tempi di gioco perché in una determinata situazione ne hai alcuni e più avanti altri.”


Genoa Camp a Neustift, il resoconto del responsabile organizzativo Marco Battista – VIDEO