L’allenatore del Genoa Femminile Under 17, Cristiano Francomacaro, è intervenuto ai microfoni di Buoncalcioatutti al termine dell’importante sfida di Begato contro il Tavagnacco (clicca qui), valida per la gara d’andata dei quarti di finale della fase interregionale e vinta 1-0 dalle Grifoncine grazie alla rete, arrivata nella seconda frazione di gioco, del numero 9 Parodi.

Un commento sulla partita: 

“Come prevedevamo sono partite di livello, sono partite difficili, che si giocano sulle due sfide. Loro sono una squadra forte, noi siamo riusciti a fare una buona gara soprattutto nel secondo tempo. Nel primo eravamo in difficoltà dal punto di vista del gioco: il calcio prevede delle situazioni che si sviluppano nel campo, è anche l’animo a determinare la prestazione. Va bene così, siamo contenti per tutto quello che è successo, per la gente che è venuta. In questo momento qua, storico per una città in difficoltà, il Genoa deve avere di nuovo la funzione di fare comunità, socialità. La tifoseria del Genoa deve dimenticare i risultati e tornare ad avere interesse per quello che è l’aspetto comunitario di questa società, nata con un atto d’amore. L’amore, quindi, deve tornare a farla da padrone in maniera assoluta. Questo è il mio umile pensiero.”

Oggi l’atto d’amore si è visto sugli spalti, dove parecchi tifosi sono venuti a sostenere le ragazze, ricordando anche Orsetta Grandis con uno striscione 

“Quella di Orsetta è stata una tragedia immane, non riusciamo ancora a riprenderci bene. Si pensa sempre che i tecnici siano degli highlander, non lo siamo: siamo esseri umani, anche noi abbiamo difficoltà. In questo momento qua, però, dobbiamo far bene proprio per rispetto a lei, che era una ragazza votata al sacrificio per il Genoa senza nulla pretendere; era solo, solo, solo per il Genoa. Una professionista, una osteopata che avrebbe concluso gli studi dopo poco (mancavano due esami); uno osteopata di grande valore, quindi lagiornata di oggi è dedicata interamente a lei, ma ne seguiranno altre. Penso sia la prima volta che la tifoseria, nella storia del movimento femminile, venga a sostenere la squadra. È stata una cosa meravigliosa, così come la partita, che con il tempo ha preso volume. Abbiamo fatto anche una festa alla fine, siamo contenti di questo. Sono entrato da bambino in questa società: il mio augurio è che si torni a fare comunità. Il Genoa è una comunità enorme, gingantesca, e deve dedicarsi sotto tutti i vari aspetti: i componenti tecnici, la tifoseria, i giornalisti. Il Genoa è nato per questo, come una polisportiva.”

Sinergia tra tifosi e giocatrici: a fine partita avete intonato un vecchio coro della Gradinata Nord (“Forza Vecchio Cuore Rossoblu”) assieme ai tifosi

“Una cosa straordinaria. Le ragazze trasmettono qualcosa che i maschi non riescono ancora ma perché siamo diversi. Dico siamo perché ormai sono una donna a tutti gli effetti, anche io ho delle fasi di ciclo. Una grande giornata, un punto di partenza non di arrivo. È una tappa, spero che l’obiettivo sia fare una prima squadra che inizi, spero che la società valuti questo. Le ragazze lo meritano perché le potenzialità ci sono. Devo fare i complimenti anche a tutti i tecnici del settore giovanile del Genoa (Michele Sbaravati, Santo Bignone…), ai dirigenti, agli accompagnatori, ai professionisti che tutta Italia ci invidia. A Genova siamo bravi a far calcio, ce lo dicono tutti quanti: ogni tanto dobbiamo dircelo anche da soli.”

Bravi a far calcio e a soffrire: nonostante nel primo tempo il Tavagnacco abbia fatto un pressing a tutto campo, con un conseguente baricentro alto (abbiamo visto la difesa posizionata sulla linea di centrocampo), siete usciti bene 

“È stata una partita vera, di un campionato nazionale importante. Io penso che in questo momento il campionato femminile abbia messo la freccia rispetto ai maschi: sicuramente passerà davanti. Abbiamo lavorato bene, ci crediamo tanto, bisogna migliorare. È sempre il gioco del calcio: dobbiamo tenere presente che sono gli stati d’animo che determinano le buone e le cattive prestazioni.”

Andrete con il coltello tra i denti in Friuli 

“Andiamo da Genoa, noi sappiamo giocare così: proveremo, sarà dura. Mi piacerebbe molto, è un sogno che continuiamo. Abbiamo iniziato presto, in sordina; abbiamo affrontato un campionato difficile in Lombardia. Ogni passo ce lo siamo guadagnato sul campo. Un applauso anche ai ragazzi di Oregina, ai vecchi della Nord. Insomma, tutti quelli che sono venuti: c’erano anche Sidio Corradi, Marco Oneto. È stata una festa per tutti. Dovrebbe essere così: il Genoa deve tornare a far festa come comunità, a prescindere dei risultati. Prima la comunità, poi i risultati verrano determinati dagli interpreti che sono quelli che vanno dentro al campo.” 


“Forza Vecchio Cuore Rossoblu” è l’urlo di Grifoncine e tifosi a fine partita – VIDEO