Il Genoa domani allo Stadio Friuli partirà con molta animazione e in tanti vorranno vedere dopo il risultato con la Juventus la luce oltre la siepe. La gara con la Signora del campionato ha fatto vedere che si può dare e fare di più. Se sarà “il buio oltre la siepe” come in altre trasferte dipenderà da chi scenderà in campo o da fattori arbitrali e VAR.

Il Vecchio Balordo dovrà scendere al Friuli non con il fucile in mano, ma avere il coraggio di sapere di non essere sconfitto prima di incominciare. Cominciando e andando sino in fondo alla gara con la determinazione giusta alla ricerca dei tre punti.

Prandelli contro l’Udinese non metterà in campo un caos organizzato, quando ci hanno provato  non ha pagato. In campo il Genoa avrà una organizzazione di gioco che  dovrà essere  sostenuta da una condizione fisica buona, in grado di gestire in particolare porzioni di campo alle spalle della difesa e anche le grandi  porzioni nelle  ripartenze con la velocità.

Contro i friulani per il Vecchio Balordo sarà importante far vedere che l’ultima partita più che positiva è arrivata, oltre che per tecnica e tattica, prima di tutto per un discorso mentale. L’Udinese e il cambio di allenatore non condizioneranno la Prandelli band.

Non dovrebbe esserci turnover, anche se si giocheranno tre gare in una settimana. Vincere a Udine, come scritto la scorsa settimana, sarebbe girare la porta girevole giusta verso un finale di campionato dignitoso che potrebbe far ragionare in particolare Prandelli su quello futuro.

Tatticamente poco di diverso rispetto alla gara con gli altri bianconeri. Prima della sosta un 4-4-2 – o meglio 4-4-1-1 – a spillo con Kouame prima punta, un centrocampo robusto per non farsi rompere i “palloni” nel cuore del gioco considerato che i friulani giocheranno non solo con la baionetta innestata, ma la butteranno sullo scontro fisico.

Non dovrebbe essere un Grifone narcisista e imprudente come dopo le vittorie contro Atalanta, Empoli e Lazio. La formazione di Prandelli pronta in difesa, mentre tutta da studiare a centrocampo con un Sturaro e Veloso in più. In attacco da valutare le condizioni di Sanabria. Pandev dal primo minuto alle spalle di Kouame, Ladapula subito in campo? Prandelli schiererà l’undici che gli darà più garanzie. Il turnover, se lo farà, meglio prepararlo con il Napoli al termine delle tre gare in una settimana. Difficile anche mercoledì nel Tempio con l’Inter.

Foto TanoPress

Capitolo Udinese. Nicola sostituì Velasquez il 18 novembre 2018  dopo aver perso per 2 a 1 in casa dell’Empoli giocando con il 3-4-1-2. Nicola vinse la prima al Friuli con la Roma giocando con il 3-5-2 e fu subito acclamato come il salvatore della Patria non solo friulana, ma italica, contro l’usurpatore panchinaro arrivato dalla Spagna.

Il licenziamento di Nicola è strano dopo aver perso in casa di Juventus e Napoli pur incassando 8 reti, soprattutto perché nelle due gare precedenti aveva vinto con Chievo e Bologna. Al capezzale delle zebre del nord est arriva nuovamente Tudor, non  a libro paga. Questa volta il suo tutor sarà Pinzi, che Pozzo Jr da Londra ha voluto come secondo del croato.

Tudor nello scorso campionato salvò l’Udinese subentrando a Oddo reduce da 11 sconfitte consecutive. Il croato dal 29 aprile al 20 maggio fece 7 punti e salvò i friulani, ma non venne riconfermato.

Il compito quest’anno per l’ex stopper della Juventus appare più duro con 10 gare da  giocare e una classifica in fondo corta. L’Udinese a 25 punti deve recuperare una gara con la Lazio e il calendario potrebbe essere morbido o duro giocando dopo il Genoa altri tre scontri salvezza al Friuli con Empoli, Sassuolo e Spal, altri due in trasferta con Frosinone e Cagliari. Le altre cinque sono gare difficili perché gli avversari si giocheranno Champions (Milan, Roma Inter)  ed Europa League (Atalanta).

Tudor prende in carico un compito non facile vista non solo la situazione in classifica, ma pure il malumore della tifoseria friulana, stufa del gioco delle tre squadre come le tre tavolette della famiglia  Pozzo e del cambio di tre allenatori a stagione, 10 nelle ultime 5.

Nel calcio italiano a qualsiasi latitudine e longitudine, in particolare dalla parte destra della classifica e ultimamente anche in quella dove ci si gioca la Champions, dopo aver parlato l’estate precedente di progetto, come sempre accade quando i buoi sono scappati dalla stalla ai dirigenti, ai Presidenti saltano i nervi e gli allenatori ballano, con l’unica colpa di aver sposato il programma quasi per necessità e non condiviso.

Lo scorso anno Tudor salvo l’Udinese in quattro gare iniziando a giocare con il 3-5-1-1  nelle prime due (pareggio con il Benevento e sconfitta con l’Inter), poi vinse con Chievo e Bologna con il 4-4-1-1.

Cambiare moduli con poche giornate di campionato non apportando rivoluzioni tattiche potrebbe essere meno invasivo per i calciatori, che si troverebbero ad assimilare nuovi schemi di gioco in poco tempo. A Tudor non piace giocare in quel modo, non si riesce a capire perché i dirigenti delle società prima di ingaggiare nuovi tecnici non facciano un esame del lavoro fatto in precedenza. Tudor negli altri campionati dove si è seduto in panchina ha sempre prediletto, senza giocarsi retrocessioni, il 4-3-3 o il 4-2-3-1, perciò la decisione dei Pozzo è alquanto strana, per di più non volendo puntare sul croato per il futuro.

Per tale motivo Tudor negli allenamenti con tutti gli elementi tornati dalle nazionali nell’allenamento del giovedì ha provato il 4-3-3 invece che il 3-5-2 robusto a centrocampo.

Pradè, il direttore sportivo friulano, contro il Genoa punta molto su Sandro, l’ex ross blu che dovrebbe giocare dall’inizio dopo la sosta per le nazionali. Sandro aveva iniziato l’ultima partita contro il Napoli sostituito al 13’ da Ingelsson per problema muscolare. Sandro ha giocato poco dallo scorso gennaio. Pradè ha sempre avuto un pallino per il brasiliano scappatogli quando era alla Roma prima che fosse ingaggiato dal Tottenham.

Contro il Genoa recuperati Behrami, Samir e Badu: probabile tutti e tre in panchina. Difficile che il croato possa invece avere a disposizione Hallfredsson, D’Alessandro, Nutytinck, Barak e Teodorczyk che hanno fatto tutti lavori differenziati fino a ieri.

Formazione friulana e modulo tattico li lasciamo allo speaker del Friuli: se si giocherà con il 4-3-3 provato nella pattuita finale di ieri dovrebbe essere Musso in porta; Ter-Avest (olandese), Troost-Ekong (nigeriano) De Maio, Larsen in difesa; Fofana, Sandro, Mandragora a centrocampo; Pussetto, Lasagna e De Paul in attacco.

Udinese-Genoa sarà arbitrata da Pairetto di Nichelino. Dopo che Di Bello ha dimostrato contro la Juventus di saper arbitrare, la speranza che lo possa fare contro il Genoa anche il figlio d’arte, che vanta 48 gare in serie A con 19 rigori e 15 espulsi. In stagione 12 gare dirette, con 4 rigori e 2 rossi sventolati. Con lui i friulani hanno vinto in casa del Chievo, mai arbitrato il Grifone.

Con l’Udinese sono 6 le gare in carriera: 2 vittorie e 4 sconfitte. Con il Genoa 5 gare: 1 pareggio e 4 sconfitte. Tre delle quattro sconfitte sono avvenute al Ferraris e la moviola fu calda. Primo assistente Ranghetti (Chiari), secondo assistente Preti (Mantova), quarto uomo Di Martino (Teramo). Al VAR Maresca di Napoli, all’Avar Tolfo di Pordenone.

Diffidati Udinese: Nuytinck, Larsen, Sandro. Diffidati Genoa: Criscito, Kouame, Pandev, Zukanovic.