La Serie A è diventata quel campionato dove, a due settimane dalla fine dell’inverno, il campionato è già finito. A dircelo è stata la sfida del “San Paolo”, condizionata dall’ennesimo episodio dubbio sul contatto tra Meret e Ronaldo e dal cinismo della Juventus, nei singoli così nettamente superiore rispetto al resto del campionato che può permettersi un netto +16 sulla seconda in classifica già ad inizio marzo.

Il problema resta che questa Serie A è assolutamente poco allenante per le squadre che poi vanno a giocarsela in Champions League. E magari ci vanno pure per cercare di vincerla. Lo sarà ancor di più adesso, con la Juventus in fuga solitaria che forse già pregusta la possibilità, volendo vagheggiare un po’, di vincere lo scudetto a fine aprile in una delle due sfide consecutive che la metteranno di fronte a due acerrime rivali calcistiche come Fiorentina e Inter.

La partita del “San Paolo” è condotta meglio dal Napoli, più propositivo e pericoloso, nella prima mezz’ora. Almeno fino a quando, con un retro passaggio senza arte né parte, Malcuit a propizia l’uscita di Meret su Ronaldo considerata fallosa dall’arbitro Rocchi, assistito al VAR da Irrati, e valevole del cartellino rosso essendo una chiara occasione da gol. Pur mancando un’immagine frontale dell’azione, quelle che passano in televisione raccontano che se un contatto c’è, è talmente leggero da non poter sbilanciare CR7. E sempre che ci sia, dovrebbe essere tra la gamba sinistra di Meret e la caviglia di Ronaldo. Intervento comunque negligente di Meret che ha la gamba alta, CR7 salta per evitare un impatto violento. La moviola su questo episodio non finirà mai: ci si dividerà sempre tra il tentare di colpire e il colpire effettivamente l’avversario. Si è preservata la verità di campo. La punizione che segue il fallo porta sul pallone Pjanic e Ronaldo, col primo che insiste per calciare e col destro a giro scavalca la barriera e batte Ospina, non proprio impeccabile nell’occasione al pari del suo compagno Zielisnki. Siamo al 28′ di gioco, il Napoli è sotto nel punteggio e in inferiorità numerica: la Juventus ha il tempo di concedersi qualche apprensione, viene salvata dal palo colpito da Zielinski prima di raddoppiare con Emre Can di testa (39′).

Nel secondo tempo viene quantomeno ristabilita la parità numerica visto che al 47esimo Pjanic, già ammonito, compie un ingenuo fallo di mano che gli costa la seconda ammonizione. Espulsione ineccepibile che fornisce un pizzico di brivido alla seconda frazione. All’ora di gioco Callejon, scappando alle spalle di Chiellini e ricevendo da Insigne, riapre la partita assicurando un’ultima mezz’ora di fuoco.

Senza chi ricicli e gestisca i palloni del centrocampo, la Juventus va in grande difficoltà. Già lo si era visto a Madrid con Pjanic a mezzo regime. Accadrà anche questa sera, quando nel secondo tempo il possesso pallone bianconero è risibile rispetto a quello partenopeo. La differenza la faranno la difesa, con 8 giocatori dietro la linea del pallone (e Ronaldo stizzito che ripiegava solamente sui calci piazzati e attendeva di essere servito nella metà campo avversaria), e il palo colpito da Insigne su calcio di rigore all’83esimo. Rigore concesso dopo una on field review suggerita dal VAR Irrati per un tocco di braccio di Alex Sandro. Rocchi non lo aveva ravvisato, ma ritorna sui propri passi.

Al triplice fischio è vittoria bianconera: Allegri sale a +16 su Ancelotti. E la Serie A, in testa, non ha più nulla da dire.