Come scrivevamo ieri, il passaggio del turno raggiunto da Islanda, Danimarca e Svezia renderà il Mondiale in Russia della prossima estate un inedito banco di prova per tre nazionali che si affacciano nuovamente sulla terrazza delle grandi squadre europee senza preavviso. Se, ad essere onesti, l’Islanda aveva fatto presagire qualcosa con la straordinaria cavalcata in Francia, in pochi avrebbero invece puntato tutte le fiches sulla Svezia, che si presentava di fronte al primo grande appuntamento senza Zlatan Ibrahimovic. Stelle che vanno, stelle che vengono, ne sa qualcosa la Danimarca: dopo la storica vittoria negli europei svedesi del 1992, a Peter Schmeichel è succeduto il figlio Kasper, ai fratelli Laudrup la classe cristallina di Christian Eriksen e qualche difensore eccellente.

Nella passata stagione proprio Forsberg, Eriksen e Sigurdsson figuravano fra i 6 migliori assistmen d'Europa
Nella passata stagione proprio Forsberg, Eriksen e Sigurdsson figuravano fra i 6 migliori assistmen d’Europa, come testimoniato da questa grafica

Al Mondiale del 2006 partecipò solamente la Svezia, nel 2010 toccava alla Danimarca, in Brasile l’Europa del Nord non ha occupato nemmeno una casella. Proviamo ora a vedere nel dettaglio, ben consapevoli di come in oltre 6 mesi di calcio internazionale possano emergere nuovi profili di cui oggi conosciamo ben poco, il cammino ed il faro che hanno guidato e guidano queste squadre, arrivate a compiere un’impresa a testa alta e persino con manifesta spavalderia. Altro che “biscotti”, qui sul campo si portano i fatti.

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ISLANDA – Si chiama Gylfi Sigurdsson – e non è l’unico ad avere questo cognome – la stella più brillante in una nazionale cresciuta a vista d’occhio. Dalla geyser dance di Euro 2016 al primo posto nel girone di qualificazione mondiale il passo è stato brevissimo; a farne le spese sono state la Croazia, passata solamente attraverso gli spareggi, e la coppia Turchia-Ucraina che è rimasta bloccata proprio nella “terra del ghiaccio” tornando a casa senza reti segnate e senza punti conquistati. 

Proprio una doppietta di Sigurdsson ha regalato il 2-0 dell’Islanda sull’Ucraina, segno di come il 28enne nativo di Reykjavík abbia il potere di prendersi sulle spalle una squadra che poggia le basi proprio sui suoi colpi di genio. Secondo transfermarkt.com, il valore del fantasista dello Swansea è pari alla metà del patrimonio complessivo islandese.

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SVEZIA – A proposito di colpi di genio, il fatto che Emil Forsberg non abbia lasciato il segno nella doppia sfida contro l’Italia – a differenza di quanto fatto dal danese Eriksen in Irlanda – non deve trarre in inganno. Come ricordato sopra da Squawka.com, infatti, il fantasista del Red Bull Lipsia e della nazionale svedese ha partecipato attivamente alla qualificazione dei gialloblu in Russia: miglior uomo assist del mondo nella stagione 2016/17, oggi il suo cartellino vale quanto quello del centrale difensivo Victor Lindelof, in forza al Manchester United. L’eterna promessa in attacco John Guidetti e le certezze con esperienza in italia (Granqvist, Ekdal, Kraft) chiudono il cerchio di una squadra con poche note stonate, almeno nell’undici di partenza. Unica nota dolente – e la gara di San Siro lo ha in parte dimostrato – fra i pali, con una batteria di portieri che non si è sempre dimostrata all’altezza. Nonostante la panchina svedese possa non sembrare all’altezza per competere con le grandi del calcio mondiale, nel girone di qualificazione mondiale la squadra di Andersson ha conquistato la miglior differenza reti, fattore di capitale importanza al termine del girone per il passaggio come seconda in classifica sbaragliando la concorrenza olandese.

Un noto sito web tedesco ha disegnato uno schema per descrivere come Forsberg e compagni abbiano spostato il pallone sul campo proprio nella gara contro i tulipani arancioni.

DANIMARCA – Nel trio delle meraviglie scandinave, la vera Sirenetta è senza dubbio la Danimarca del duo Hareide-Tomasson alla guida tecnica di una squadra ricchissima di talento e varianti.

Scrivevamo ieri dell’accoppiata Kvist-Delaney a centrocampo (giocatori che militano in Bundesliga, rispettivamente Stoccarda e Werder Brema), senza dimenticare un ritrovato Simon Kjaer e il talento del Chelsea Christensen a completare, insieme a Vestergaard e Bjelland, un quartetto di centrali su cui poter far sicuro affidamento.

Se la difesa regge l’urto degli attacchi, il reparto offensivo danese tiene testa a quello delle grandi d’Europa: la gioventù di Poulsen, la rapidità di Pione Sisto e la certezza Braithwaite, l’estro del non ancora sbocciato Viktor Fischer e le punizioni di Schöne, uniti alle tre punte centrali Bendtner, Cornelius e Jörgensen, sono armi che fanno della della Danimarca una vera e propria bomba a orologeria. Ne sa qualcosa l’Irlanda, che dopo esser passata in vantaggio a Dublino ne ha prese 5 in 80′, grazie anche al numero 10 chiamato Christian Eriksen.

I numeri del campioncino nelle mani del Tottenham sono noti a tutti: 25 anni, 75 presenze e 21 reti con la maglia della nazionale, di cui solamente 11 nelle qualificazioni al prossimo Mondiale. Qualificazioni culminate con una tripletta, che sarebbe diventata un poker se solo Eriksen non avesse lasciato il rigore a Niklas Bendtner, oggi più che mai simbolo di una squadra difficile da collocare nel mappamondo del calcio. Tradotto, potremmo trovarci di fronte all’outsider di Russia 2018. Per adesso l’importante è avere un biglietto in tasca. A dire il vero sono tre, quelli di Danimarca, Svezia e Islanda, le tre squadre che hanno messo in scena una vera e propria rivincita del Nord.