Statisticamente. Si chiamerà così la rubrica che accompagnerà tifosi rossoblu e amanti del pallone in generale alle partite di campionato.

E’ vero che il calcio non è principalmente numeri e percentuali, ma nonostante ciò l’attrattiva delle medie aritmetiche, delle sfide a distanza tra squadre di campionati differenti e della competizione ci porterà ad andare anche oltre la dimensione del rettangolo di gioco. Ogni settimana daremo sempre uno sguardo ai numeri degli avversari del Vecchio Balordo, e con i numeri di questi ultimi prenderemo in esame anche quelli della formazione rossoblu in un continuo aggiornamento dello stato di salute delle squadre alla vigilia delle sfide di campionato.

Inevitabile partire oggi dal 99esimo scontro diretto tra Inter e Genoa. Spazio dunque ai numeri, che non lasciano intravedere un segno “2” addirittura dal 22 marzo 1994 quando il Genoa vinse per 1 a 3 grazie alle reti di Schillaci (I), Ruotolo (G), Skuhravý (G) e ancora Ruotolo (G).

GENOA: SI CERCA ANCORA L’EQUILIBRIO DI RISULTATI IN TRASFERTA 

Nel ricordare come al Vecchio Balordo manchino ancora due terzi di Genoa-Fiorentina da disputare, con l’attesa che si assottiglierà ora dopo ora di qui a giovedì prossimo, il dato lontano dal “Ferraris” parla di 7 punti conquistati su un totale di 20.

La classifica aggiornata sull’andamento delle formazioni di Serie A in trasferta. Genoa al 12esimo posto con Lazio e Napoli al comando (foto tratta da Whoscored.com)

La tendenza non è quella della scorsa stagione quando il Genoa di Gian Piero Gasperini collezionò, sino al 13 dicembre 2015, soltanto tre punti. Era quello il periodo della lunga striscia negativa di risultati, col Genoa quartultimo a 16 punti e all’orizzonte un nefasto martedì di dicembre ( per la precisione il 15 dicembre 2015, ndr) in cui sarebbe maturata anche la sconfitta in Coppa Italia contro l’Alessandria. Fu l’apice della delusione.

Il Genoa 2014/15: a metà dicembre la classifica lontano da casa rifletteva già l’andamento generale del campionato (foto tratta da Whoscored.com)

Quel Genoa infatti non riuscì a mantenere inizialmente il trend della stagione precedente, quella della qualificazione europea. Una stagione quest’ultima che passò da una sfida, proprio Genoa-Inter, che alla fine sarebbe risultata decisiva per le sorti del Grifone nelle parti alte della graduatoria. Nella stagione 2014/2015 infatti, dopo sette partite disputate in trasferta, gli uomini di mister Gasperini avevano messo in bacheca addirittura 15 punti, secondi soltanto alla Juventus (17 punti, ndr).

Oggi il Genoa parla la lingua del suo tecnico Ivan Juric, fautore di un calcio che molto eredita da Gian Piero Gasperini integrandone i precetti con quelli del calcio di Bielsa e con i concetti più classici del calcio giocato a tutto campo: mediani in pressing per supportare la linea di difesa, rapido recupero del pallone da parte di tutti gli interpreti della formazione e sviluppo del gioco sulle fasce.

Il Genoa ha cercato di identificarsi fin da inizio stagione in questa idea di gioco tanto che proprio l’atteggiamento mantenuto lontano da Genova, in gare come quella di Crotone, aveva fatto capire che un Grifone con gli artigli avrebbe creato problemi a chiunque anche a centinaia di chilometri da casa. Qualche passo falso lo si è poi dovuto registrare, soprattutto con Sassuolo e Atalanta (gare in cui il Genoa ha subito 6 reti, il 54% dei gol incassati in totale lontano dal “Ferraris”, ndr), ma per stessa ammissione di Mattia Perin è necessario consolidare il cammino in trasferta dopo il pareggio del “Bentegodi”.

Tra le altre cose, come già evidenziato, lo 0-0 con il Chievo ha fatto registrare anche il primo segno X in trasferta per il Grifone che fino a quel momento aveva vinto due partite (contro Crotone e Bologna, ndr) perdendone invece quattro, rispettivamente con Sassuolo, Sampdoria, Atalanta e Lazio. Il pareggio in terra veronese ha anche rimaneggiato le percentuali fuori casa: la squadra di Juric diventa “corsara” nel 28,5% dei casi, pareggia il 14,2% delle partite ed esce sconfitta nel 57,3% delle occasioni.

INTER: E’ “SAN SIRO” IL LUOGO DA CUI RIPARTIRE DOPO L’INIZIO DI STAGIONE BURRASCOSO

Il Genoa, malgrado i numeri e i confronti, non vince fuori casa dal 20 ottobre scorso quando Simeone decise la partita del Dall’Ara contro il Bologna. Alla Scala del calcio sarà compito non semplice tenere a bada l’Inter, che nonostante le difficoltà di classifica (21 punti, ndr) ha dimostrato, dall’avvento in panchina di Stefano Pioli, di voler imprimere alle partite dei primi quarti d’ora di fuoco. Lo dimostrano le ultime due gare casalinghe con Fiorentina e Sparta Praga.

La formazione nerazzurra vince consecutivamente da tre partite casalinghe e ha segnato in queste tre ultime uscite a “San Siro” ben 9 gol, subendone invece tre. Le vittorie sono arrivate con Torino, Crotone e Fiorentina e sono state consolidate dal 2-1 contro i cechi dello Sparta Praga in Europa League. Ma quali sono i numeri casalinghi dell’Inter? 

Tanto per cominciare, la formazione meneghina è la decima in Serie A per rendimento casalingo con soli 14 punti conquistati. In questo senso, il posticipo di questa sera metterà di fronte due squadre una posizione di classifica frutto di percorsi diversi, ma simili dal punto di vista statistico.

Una spina nel fianco per Pioli e suoi uomini è la difesa, fin da inizio stagione penetrata ben 21 volte, otto delle quali in casa. Rispolverando i numeri riferiti allo stesso periodo della scorsa stagione, quando la coppia MurilloMiranda sembrava un muro eretto a difesa di Handanovic da Roberto Mancini, ci si rende conto che questa Inter ha subito il doppio delle reti. Nella stagione 2015/2016 furono infatti solamente 4 le reti incassate dai nerazzurri a San Siro in 16 giornate che le valsero non soltanto il primo posto in classifica con 36 punti, ma anche quello nella graduatoria “virtuale” delle reti concesse tra le mura amiche. In altre parole, l’Inter subiva un gol ogni 4 partite quando accoglieva gli avversari all’ombra della Madonnina.

 

Questa sera, dati alla mano, la calcolatrice racconta altro, come ad esempio di una difesa in profondo rinnovamento. Pioli potrebbe infatti scegliere di schierare la linea a tre con Miranda, Ranocchia e Murillo e andare a infastidire con Kondogbia e Brozovic la manovra del Grifone a centrocampo, dove la figura di Luca Rigoni continua a rimanere l’ago della bilancia di tutto il gioco rossoblu dalla linea di centrocampo in su. E’ infatti il numero 30 rossoblu l’uomo a ricevere palla, chiudere le triangolazioni e fornire una soluzione di raccordo tra la mediana e gli esterni. Basti ricordarsi del faccia a faccia continuo a cui si è trovato sottoposto il centrocampista di Schio nella sfida del “Bentegodi” di lunedì scorso: il clivense Castro non lo ha quasi mai mollato. Stasera come tante altre sere di buon calcio: vedere per credere!