Assieme a Mario Ponti, ex giocatore rossoblu (esordio in un Genoa-Napoli del 1983) e poi allenatore, ci avviciniamo alla prossima sfida contro il Cagliari. Ecco la presentazione del prossimo avversario del Grifone.

COME ERA ANDATA – “Aveva vinto il Cagliari per 2-1, però era stata una partita ben giocata, il Grifone aveva avuto qualche occasione per passare in vantaggio. Nel girone d’andata il Cagliari aveva fatto pochi punti e assieme alla Salernitana era la squadra candidata alla retrocessione, poi si è ripresa“.

IL SISTEMA DI GIOCO – “Non ha un sistema di gioco ben preciso, molte volte giocano a quattro, ultimamente li ho visti spesso a tre. Per me è stato determinante l’arrivo di Mina in prestito dalla Fiorentina, con lui si è assestata la difesa. I moduli comunque variano dal 3-4-2-1 al 3-5-2“.

I PUNTI DI FORZA E I GIOCATORI DA TENERE D’OCCHIO – “Non ci saranno il trequartista Viola e il difensore Dossena, infortunati, e l’attaccante Luvumbo, squalificato, due assenze pesanti, ma l’attacco resta il miglior reparto del Cagliari. Hanno gente di forza e qualità come Shomurodov, l’uzbeko ex Genoa che sull’isola sta dimostrando di essere una punta di livello. Poi c’è Gaetano, un ottimo trequartista, come Oristanio, il giovane in prestito dall’Inter“.

I PUNTI DEBOLI Direi il centrocampo, dove la quantità prevale sulla qualità. In mediana Ranieri predilige gente di gamba, anche se il giovane Prati ha lasciato intravvedere ottime doti, sebbene questo ragazzo non venga schierato con grande continuità”.

L’ALLENATORE Claudio Ranieri lo conosciamo, è un allenatore gentleman, un signore del calcio e la sua anzianità di servizio rappresenta un valore, perché gli permette di trovare sempre la soluzione giusta. Ha vinto la Premier League con il Leicester, il suo massimo traguardo professionale, e poi ha riportato il Cagliari in Serie A e ha ottime probabilità di salvarlo. Appartiene alla schiera dei tecnici pragmatici e di intuizioni giuste. Per esempio, a un certo punto ha capito che il portiere andava cambiato e ha “panchinato” Radunovic per rilanciare Scuffet, una scelta che ha pagato”.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.