La trentesima giornata di campionato si è giocata tra la Vigilia di Pasqua e la Pasquetta. Nessuno scherzo del primo di Aprile per l’Inter,  continua a ballare da sola forte dei 14 punti sul Milan. L’unico interrogativo è se la seconda stella arriverà il giorno del Derby. Milan e Juventus non si giocano più il secondo posto considerati 6 punti di vantaggio del Diavolo e la crisi della Signora che ha alle costole a 2 punti il Bologna, la regina del ballo per la Champions.

L’Atalanta crede alla Coppa con le grandi orecchie, in particolare se sarà mantenuto con il Ranking Uefa il quinto posto per le squadre italiane. La Roma di DDR insegue, ma inciampa a Lecce e confida nel calendario della Dea ancora in corsa, unica, con la Fiorentina su tre fronti. Viola, Napoli e Lazio in lotta per Europa League e Conference. Sperano l’Europa anche Torino e Monza. Le prime undici della classifica hanno obiettivi concreti, come, spacciata la Salernitana, le ultime 7 della classifica sempre raccolte in 5 punti.

Finale incandescente di campionato con 18 squadre su 20 che lottano per qualcosa di vitale eccetto Inter e Genoa che saranno gli aghi della bilancia nella parte sinistra e destra della classifica. Il Vecchio Balordo non dovrà accontentarsi per non sprecare il lavoro fatto. Peccato che tutto sia sempre nel fischietto dei direttori di gara e nelle televisioni del VAR. Errori di fuorigioco, pur avendo il goniometro a disposizione, in Inter-Empoli e rigore non concesso alla Roma a Lecce, dove i “mentori” della moviola hanno dato la loro interpretazione rifugiandosi nel protocollo del VAR dimenticandosi del Regolamento alla voce: negligenza, imprudenza, vigoria sproporzionata.

Nella settimana che ha preceduto la Pasqua, la FIGC ha approvato il piano strategico del sistema calcio. Votato all’unanimità da tutti eccetto dalla Serie B. Via l’indice di liquidità, rapporto tra attività correnti e passività nei 12 mesi e indice di indebitamento adottato dalle regole europee. La famosa licenza UEF. Con un deficit tra i 5 e 60 milioni di euro sarà necessario procedere ad aumento di capitali con mezzi propri  per non incorrere in sanzioni.

Sopra i 60 milioni di deficit, le sanzioni saranno assicurate. Entro giugno si conosceranno i punti di penalizzazione se non si raggiungeranno i parametri richiesti. Più controlli nel pagamento degli emolumenti dei calciatori, dei tecnici e dei dipendenti accompagnati dalla cadenza biennale in merito a ritenute e contributi. Confermato il blocco del calciomercato per i club alle prese con la ristrutturazione del debito previsto dal nuovo codice della crisi di impresa.

Ai margini della riunione in FIGC i dirigenti hanno chiacchierato anche del prossimo calciomercato alla luce di Champions, Europa e Conference League, dove tutte le squadre proveranno a centrare l’obiettivo visti i cospicui premi di sola partecipazione. Tante le gare in più da giocare.

La nostra considerazione sarebbe da “fessi”: indebolire le squadre e non provare ad alzare l’obiettivo considerato che nel campionato 2024/25 molte squadre che giocheranno le prossime Coppe dovranno giocare più partite e non sembrano o non potranno fare due rose per partecipare a tutte le gare, comprese Coppa Italia e Supercoppa.

Il caso Acerbi-Juan Jesus conferma l’ipocrisia delle manifestazioni: campagne anti razzismo nel calcio a qualsiasi livello italiano, europeo, mondiale. La domanda se l’accaduto in Inter-Napoli fosse successo con altre squadre di media e bassa classifica e il protagonista avesse detto tutto quanto confermato durante la deposizione in Procura da parte dei giocatori. La sentenza sarebbe stata la stessa di assoluzione come per Acerbi? Pensiamo di no! La differenza è che Acerbi si è presentato davanti alla Procura con il Direttore Marotta e un Legale, come nei telefilm americani: hanno letto i codici per portare a casa una assoluzione. Juan Jesus invece si è presentato da solo.

Quante parole di FIFA e UEFA sui proventi dei procuratori e agenti. Nell’anno 2023 hanno guadagnato 220 milioni, il 6.8% in più, altro che calciatori ricercati con gli algoritmi. Non si fermano a vendite e acquisti dei calciatori, hanno trovato la soluzione anche nel monetizzare i parametri zero: l’Inter per Thuram ha sborsato 8 milioni di euro.

Napoli-Atalanta 0 a 3. Prosegue il lungo e mesto tramonto della vincitrice dello scudetto dello scorso anno. Trenta punti in meno. Napoli in ginocchio contro il razzismo, protesta solitaria per la mancata squalifica di Acerbi. L’Atalanta resta in piedi. Bravo Gasperini a coltivare ambizioni europee. Gasperini consapevole da navigato condottiero alla ripresa racconterà alla squadra che difficilmente si ritroveranno sulla strada un altro Napoli, svuotato di tenuta atletica e mentale, che regala i tre gol alla Dea per errori individuali.

Torino-Monza 1 a 0. Il Toro vince lo spareggio Europa con il Monza e spera di giocarsi l’Europa il prossimo anno. Toro tosto che si avvicina a Europa League e Conference. Dopo un primo tempo senza sugo, secondo tempo con scintille di gol da una parte e dall’altra. Il Monza gioca, va sotto per un rigore ma perde la bussola per il secondo giallo a Capitan  Pessina al 27’ di gioco. Da quel momento il Toro esce dalla “stalla” e protagonista diventa il portiere brianzolo.

Lazio-Juventus 1 a 0. Tudor alla prima in panchina ha gelato la Juventus al 93’ di gioco. Ha rivoltato l’Aquila nel modulo e negli interpreti, lasciando in panchina Luis Alberto e Immobile, con un 3-4-2-1 da perfezionare. Allegri ha dovuto affrontare la sfida senza Vlahovic e Milik. Lazio e Juventus nuovamente in campo il 2 aprile per la prima gara di semifinale di Coppa Italia. Allegri deve trovare soluzioni, oltre lanciare giovani, se non vuol perdere il vantaggio accumulato su quarta e quinta posizione da Champions grazie al Ranking UEFA.

Fiorentina-Milan 1 a 2. Al Franchi è passato il Milan. Calcio spumeggiante con mattatore Leao autore di un gol in serpentina nella difesa viola. Pioli consolida il secondo posto in classifica aumentando il distacco dalla Juventus, la Fiorentina visti i risultati di Lazio e Torino torna ai margini dell’Europa che conta.

Bologna-Salernitana 3 a 0. Continua la favola di Thiago e del suo gioco.  Quasi fastidiosa la gara con UNA Salernitana al capolinea nel secondo tempo vista la differenza. Thiago Motta è bravo, ma Sartori ancor di più: non facile portare in Champions Chievo, Atalanta e Bologna. La sua forza è andare a vedere i calciatori dal vivo e non studiarli solamente nelle qualità tecniche.

Cagliari-Verona 1 a 1. Doveva essere la svolta per Ranieri, considerato che giocava tra le mura amiche, il pareggio non può che portare rimpianti: il Verona ha giocato meglio e avuto più occasioni.

Sassuolo-Udinese 1 a 1. Si deve ripetere il giudizio sulla gara giocata sull’isola sarda. Peccato per Ballardini: gioca e tira, ma difficilmente centra i pali avversari. Tutto in tre minuti, vantaggio emiliano e pareggio friulano.

Lecce-Roma 0 a 0. Il pareggio della Roma potrebbe sembrare due punti persi, invece il punto nel Salento dalla DDR band è un punto guadagnato. Gli uomini di Gotti hanno tirato 27 volte,  la Roma 10.  Piccoli e Dorgu hanno sprecato il possibile e l’impossibile. De Rossi si è lamentato del Direttore di gara, ma sono le assenze che lo hanno penalizzato (Dybala in campo all’84esimo e Pellegrini squalificato) e alcune sue scelte, come El Shaarawy migliore in campo quando è subentrato.

Inter-Empoli 2 a 0. Vince l’Inter, ma ormai non fa più notizia. Nicola tecnico dell’Empoli non ci sta per il mancato fuorigioco di Thuram segnalato dall’assistente sotto i suoi occhi e dal VAR in occasione della prima rete. Le moviole si sono attaccate all’azione sanata da un difensore empolese non immediatamente. Nicola molto amaro per le diverse occasioni sprecate. Inzaghi alla fine non parla, in molti convinti per le rimostranze di Bastoni e Lautaro quando sono stati sostituiti. L’Inter ha precisato che era completamente afono.

Genoa-Frosinone 1 a 1. Il Frosinone ha interrotto al Ferraris l’emorragia di risultati  iniziata a febbraio, un punto nelle ultime sette partite grazie alla compattezza del gruppo al contrario della squadra di Gilardino che ha giocato il primo tempo non da squadra, come ci aveva proposto nelle precedenti gare nel girone di ritorno. Senza giro pallone veloce, errori di concentrazione difensivi, senza la cattiveria nei contrasti, gli errori di calibro sui palloni lunghi. La fase continua, frizzante, intensa vista contro le grandi e anche la qualità, resa stanca dopo le gare internazionali, non hanno reso.

Con Vitinha in condizione di giocare probabilmente Gilardino avrebbe fatto altre scelte tattiche e di uomini. Il Vecchio Balordo è sempre al sicuro dopo 30 giornate di campionato, ma adesso deve dare un altro significato al suo finale di stagione dimenticandosi della tranquillità. Nel calcio tutto passa…meno il tram che tutti aspettano  per fare il salto di qualità in avanti. Tocca alla società adesso tenere alla larga dalle maliarde notizie sul calciomercato di giocatori e allenatore.

Vista la classifica è quasi già tempo di programmare il futuro. Nessuno si abbatterà del popolo genoano se qualche stella affronterà altri lidi calcistici, meglio per tanti euro e non scambi che in passato non hanno dati risultati. Se avrà via Tizio, quasi già programmato, va subito ricercato Caio in tutto il mondo, non solo in Italia, per poterlo sostituire. Anche nelle competizioni del mondo asiatico e africano. Operazioni da fare ai primi di luglio per permettere di crescere questi giocatori prima all’inizio della stagione in ritiro  e non alla fine del calciomercato.

Continua a girare il Circo calcistico senza sosta: stasera la prima semifinale di Coppa Italia Juventus-Lazio. In testa alla classifica si chiedono quando si recupererà Atalanta-Fiorentina.