Peccato per la quarta sconfitta del Genoa al Ferraris. È forte il dispetto dopo aver sbagliato il primo tempo, vi sarebbe da mettersi a piangere dopo aver visto la seconda frazione di gioco. 

Con il Genoa di mezzo e sotto l’egida di Gilardino sperare non è più pazzesco e neanche ingenuo. Sicuramente simili lezioni conteranno qualcosa e Gilardino e lo staff le metteranno a frutto: allora non possiamo che avere il meglio già dalla prossima all’ora  di pranzo  in casa  della Juventus.

L’arbitro di Inter-Genoa aveva causato la sconfitta del Meazza. La Lega Calcio di serie A quella casalinga contro il Monza. Dopo le fatiche del lunedì, lo scarico del martedì per chi aveva giocato, il riposo del mercoledì, Gilardino ha preparato la gara con un allenamento e una rifinitura.

Perché il Genoa ha giocato dopo 5 giorni dalla gara di San Siro, Il Monza due giorni prima? Entrambe le squadre non si giocavano nulla in Europa. Allora non era meglio far giocare la gara alla domenica alle ore 12.30 al posto di Lecce-Verona, due squadre che avevano giocato regolarmente il precedente turno e non impegnate in Europa, invertendo i campi?

Sono “belinate” da cronista, ma sono avvalorate dalla conferenza stampa di Gilardino prima della gara che annunciava un Grifone con pochi allenamenti, stanchissimo e incazzato dopo la gara con il Biscione, tanto da far pensare che avrebbe studiato qualcosa di diverso con la rosa a disposizione. Gilardino ha fatto fatica a sottrarsi alle lusinghe dei giocatori che avevano fatto fare il salto di qualità e quantità nel girone di ritorno del campionato, umanamente comprensibile, ma è stato tradito non dallo schema o dalla tattica, ma da errori collettivi mai successi.

Un primo tempo del Grifone non organizzato e non equilibrato è difficile ricordarlo. Errori importanti in fase di difesa, fase di non possesso pallone come l’equilibrio, mantenimento della possibilità di copertura reciproca. Un’apertura da sinistra a destra, il primo gol, con due avversari liberi dentro l’area di rigore né è la prova. La seconda rete incassata bellissima di Dani Mota in mezza rovesciata, ma solo dentro i 16 metri, è da calcio sulla spiaggia.

Palladino molto organizzato ed equilibrato ha sfruttato tutte le manchevolezze dei rossoblù a quarti per 48’ di gioco del primo tempo, orfano sulle corsie laterali in quella di sinistra di  Haps e Martin. Sabelli con la sua generosità, sempre di piede destro, si è dovuto arrendere facendo più il difensore che l’esterno. Sulla corsia di destra solo i pochi dribbling destavano Messias.

Gilardino nel secondo tempo subito effettuava tre cambi: Spence per Vogliacco (con Sabelli tornato a destra), Malinovskyi per Strootman e Vitinha per Frendrup. Cambio modulo 4-2-4 o 4-3-3, subito la musica è cambiata grazie ad una richiesta precisa del tecnico con rapidità di esecuzione abbinata a ripetute velocità di spostamento inserite in azioni di gioco con o senza pallone, con una rapida e variegata capacità di decisione tattica.

Il Monza e Palladino subito in difficoltà, un rigore sanzionato dal Var ha riaperto la gara, un gol di Vitinha che ruba un pallone nella metà campo, se lo porta avanti e con due finte di corpo mette in un angolo due difensori e pennella un tiro a giro rasoterra a fil di palo alla destra del portiere avversario fa sì che si pareggi.

Il pareggio e la carica del Grifone probabilmente avranno fatto cambiare molte previsioni degli scommettitori on line pronti a rivalutare una vittoria genoana. Palladino immetteva forze nuove, giocatori con caratteristiche da centrocampisti e difensori per tenersi stretto il pareggio puntando tutto il suo gioco su Djuric per far salire la squadra, un calciatore tanto inseguito da Gilardino durante il calcio mercato invernale per queste  caratteristiche anche se nel primo tempo quando il Monza giocava negli spazi poco aveva fatto vedere delle sue qualità. Un’unica azione dei brianzoli li ha riportati in vantaggio, con rimpalli davanti a Martinez, frutto di errori in fase difensiva genoana.

Il Genoa non ci stava e si riproponeva in attacco, Gilardino ancor meno e metteva in campo anche Ekuban, ma per l’ennesima volta la Dea Eupalla ha voltato le spalle al Vecchio Balordo.

Peccato aver lasciato sei punti al Monza in questo campionato, quelli che sono di vantaggio nella classifica. Peccato perché in entrambe le gare il Genoa avrebbe meritato il pareggio, anzi nel Tempio dopo il secondo tempo poteva stargli stretto.

La sconfitta con il Monza lascia delle positività: il ritorno al gol di Albert non su rigore, ma veloce a riprendere la ribattuta sull’errore dagli 11 metri, e la possibilità di cambiare schemi e strategia tattica, facendo capire che il gioco di squadra  efficace di Gilardino deve basarsi  prevalentemente su una particolare distribuzione degli uomini sul terreno di gioco. 

Un invito a tutti: non contare le stelle sul modulo del secondo tempo. Gilardino non ha nelle mani il Brasile del 1958 con Didì, Vavà , Pelè e compagnia, fra l’altro anche loro nel mondiale del 1962 sono passati dal 4-2-4 al 4-3-3. Il modulo del secondo tempo del Grifone deve tenere conto che ha il suo punto debole a centrocampo e che rischia di essere sguarnito, il cuore del gioco, se nella dinamica non c’è un difensore che avanza e un attaccante che arretra.

“Keep Calm”, mantenere la calma: allo schema, alla strategia, al modulo ci  penseranno Gilardino e lo staff, come si sono fatti trovare pronti a far rivivere una partita da Grifoni al popolo genoano che andrà a pranzare in casa della Vecchia Signora.