Come abbiamo l’abitudine di fare durante le soste del campionato, abbiamo contattato alcuni colleghi della stampa sportiva per commentare come arriva il Genoa a quest’ultima pausa. Inoltre, abbiamo chiesto loro se, dopo trenta giornate e prima del rush finale della stagione, si possano confermare le premesse estive di una Serie B che pareva più una A2 oppure se si sia confermato il solito campionato cadetto. Ecco le loro risposte.


ENRICO CURRÒ (Repubblica) – “Il Genoa arriva molto bene alla pausa ed è quasi un peccato che ci sia, perché i risultati ottenuti dimostrano che c’è proprio l’abbrivio. Mi aspetto che continui così. I presupposti tecnici ci sono tutti, bisogna vedere se ci sono quelli fisici, ma penso proprio di sì perché la rosa mi pare abbastanza ampia per poter eventualmente anche sopperire ad assenze, se ci sono. Il Genoa arriva molto bene a questa pausa, deve tenere alta la concentrazione perché l’occasione è veramente imperdibile. Il Frosinone, tra l’altro, sta cominciando un po’ a stentare anche se sembrava inarrestabile. Chiaramente bisogna consolidare il secondo posto per evitare i playoff a tutti i costi, ma forse si può fare anche un pensierino al primo posto. Uno degli aspetti più importanti è il grande pragmatismo di Gilardino, rivelatosi non solo un allenatore pronto – e non avevo dubbi – ma anche molto, molto concreto. Quello di cui in Serie B c’è bisogno”. 

Sulla Serie B: “Mi sembra che il livello della Serie B sia abbastanza buono, però parlare di A2 sinceramente…la verità è che è la Serie A, forse, una Serie A2 in alcune parti della sua classifica. Le due categorie in parte sono vicine, però poi non è che la B abbia avuto degli squilli particolari. È una Serie B normale, buona, nella quale il Genoa ha una rosa probabilmente più completa di altre e deve sfruttare questa caratteristica. Credo abbia perso un po’ di mesi con la precedente gestione, ma sta recuperando”.

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ANDREA SCHIAPPAPIETRA (Secolo XIX) – “Il Genoa arriva a questa sosta nel migliore dei modi. È l’ultima sosta prima della fine del campionato e ci arriva col ritmo della squadra che ne è uscita costante, che vede l’obiettivo sempre più vicino e che ha tutto per arrivarci. Sicuramente la crescita è stata evidente. Il merito di Gilardino è indiscutibile, anche se c’è una base di squadra costruita in estate e quello che stiamo vedendo adesso conferma l’impressione che avevamo avuto un po’ tutti, ossia una squadra costruita per la Serie A. Gilardino ci ha messo del suo, nel senso che ha messo a posto una serie di tasselli, ha gestito questi giocatori, ha trovato ad ognuno la collocazione migliore, quello che non era riuscito a Blessin in alcune fasi della sua gestione. Questo gli aveva fatto perdere un po’ di credibilità. Gilardino dalla sua ha avuto una società compatta, tutta al suo fianco, e sta avendo il merito di essersi fatto trovare pronto, con soluzioni per ogni occasione. Ha dovuto affrontare difficoltà determinate dal campionato, ha saputo cambiare modulo e adattarsi alle esigenze di campo. E ha saputo isolare anche la squadra dalle difficoltà esterne, come la penalizzazione e le polemiche che l’hanno accompagnata, oppure il timore di non riuscire a farcela e mantenere la promessa dell’O1Y. C’è la conferma del lavoro fatto in estate: la squadra magari non è la più forte tecnicamente, ma sicuramente è la più completa della Serie B. Sono convinto possa andarsi a prendere il primo posto nonostante il Frosinone abbia un buon vantaggio”. 

Sulla Serie B: “È la solita Serie B, un campionato che indubbiamente non ha le caratteristiche di quello, per certi versi più unico che raro, del 2006/2007 quando c’erano due big come Napoli e Juventus. E poi una serie di squadre di alto livello, come il Genoa. L’andamento è quello della solita Serie B con sorprese, conferme e parecchie delusioni. Anzi, rispetto agli ultimi anni è un campionato molto più equilibrato dove mi sembra che anche le squadre nelle zone basse siano squadra più competitive rispetto a quelle delle passate stagioni. Nelle ultime posizioni ci sono Benevento, Spal, Brescia, che sulla carta hanno giocatori non certo da zona retrocessione. Ci si sono trovate un po’ per errori propri, un po’ perché il campionato è effettivamente molto difficile e se si commettono errori, inevitabilmente si pagano. La definizione di A2 è girata molto in estate, ma penso più per la tipologia di squadre. Ce ne sono molte importanti, poi dal punto di vista tecnico un grande equilibrio: tuttavia mi sembra la solita Serie B. Non ho visto situazioni tattiche nuove o squadre che abbiano un gioco travolgente. Quelle innovazioni che vediamo, invece, in Serie B. Ci si dà battaglia in ogni partita, con un livello tecnico non troppo alto ma una preparazione media degli allenatori molto alta”. 


SEBASTIANO VERNAZZA (La Gazzetta dello Sport) – “Il Genoa arriva benissimo alla pausa e mi viene da dire che sarebbe stato meglio non ci fosse stata la pausa per sfruttare quest’onda lunga. Però ci sono da recuperare Coda, Aramu e altri giocatori ed è importantuite rifiatare in vista del rush finale. Il Genoa ci arriva bene perché Gilardino ha trovato la quadratura, prendendo la squadra in un momento delicatissimo: in autunno rischiava di implodere sotto la gestione Blessin. Diciamo che si è salvato poco prima di implodere. Gilardino è stato bravissimo a rimettere assieme i pezzi e trovare il modo di sfruttare queste grandi potenzialità che la squadra ha. I giocatori ci sono, ma Blessin non riusciva ad ottimizzare questo capitale tecnico. Mi pare di capire che lui sia indirizzato nettamente verso questa difesa a tre con Vogliacco perno centrale, verso questo asse centrale Martinez-Vogliacco-Badelj-Gudmundsson che mi ricorda, per certi versi, quello che diceva Bagnoli anni fa: quando hai un grande portiere, un grande difensore, un grande regista e un grande centravanti sei a posto. Quello aveva, quello ha sfruttato al massimo. E sta rendendo”. 

Sulla Serie B: Diciamo che mi aspettavo qualcosa di più viste le premesse. Per me c’è una squadra inspiegabile sotto questo aspetto ed è il Parma. Ho visto le due gare contro il Genoa dove mi ha fatto un’impressione enorme e non mi spiego come il Parma, con quel potenziale e due giocatori che per me sono da medio-alta Serie A, ossia Vazquez e Bernabè, sia così indietro. Il Frosinone primo in classifica, invece, l’ho visto qualche volta in più e non è che mi entusiasmi: dal punto di vista tecnico, il Genoa è nettamente superiore. Il Frosinone ha saputo interpretare meglio certe partite apparentemente più facili che il Genoa, invece, ha completamente sbagliato, soprattutto nella prima parte di stagione. La squadra rossoblu ha buttato via punti contro Perugia, Cittadella, Como, Brescia: con quei punti lì il Genoa sarebbe nettamente primo in classifica. In ogni caso, mi aspettavo qualcosa in più: non credo si possa definire una A2, ma neanche la solita Serie B: è qualcosina di meglio della solita Serie B dove vale, alla fine, il solito principio: correre e battagliare”.

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GESSI ADAMOLI (Repubblica) – “In molti dicono che proprio adesso che si è trovato il ritmo giusto, la sosta spezza il ritmo. Io invece penso che la sosta non sia negativa e permetterà al Genoa di recuperare Puscas, giocatore diventato fondamentale dal punto di vista tattico come visto con la Ternana. E permetterà di recuperare al meglio Coda, che avrà una settimana in più per recuperare, e Aramu. Quando vai alla sosta col cuore nelle rose è molto meglio che non come ci va il Bari, col cuore nelle spine. Il Bari ha perso una partita – ma rischia di aver perso anche il campionato con quella partita – e giocare subito può scacciare i brutti pensieri: invece il Bari ci dovrà convivere quindici giorni con quei brutti pensieri. Forse la sosta porta più benefici che negatività“. 

Sulla Serie B: “Ero un bambino quando Ezio Luzzi alla radio diceva che la Serie B è il campionato dove tutto è possibile. Ed è ancora il campionato dove tutto è possibile: c’è il Südtirol che fa quattro partite e zero punti e che adesso credo sia il competitor più accreditato al secondo posto col Genoa. Il Frosinone è una sorpresa relativa. Ho parlato con tanti addetti ai lavori prima di inizio stagione e tutti mi dicevano “attenzione al Frosinone, Grosso è già lì, si è fatto fare la squadra su misura”. Si può considerare una sorpresa relativa. Poi tutti le squadre durante la stagione hanno una flessione e bisogna vedere come reagisce, e non sta reagendo bene alle prime difficoltà, peraltro con un calendario particolarmente impegnativo. Ha un vantaggio tale che, alla disperata, potrà perdere il primo posto, ma riuscirà a gestire il secondo visto il vantaggio abissale che ha. Grandissima sorpresa è il Südtirol, soprattutto dopo quell’inizio devastante: dimostra quanto sia importante avere un allenatore in panchina, che dia input e idee giuste da mettere in pratica in campo. Con Bisoli ha completamente cambiato registro ed è avversario ostico per tutti. Io ho la mia idea e alla fine verranno in Serie A Genoa, Frosinone e una tra Cagliari e Parma, che ad oggi è addirittura fuori dai playoff. Credo riuscirà in qualche modo a rientrarvi, e anche se ci rientrasse per la porta di servizio, metterà sul tavolo una rosa decisamente superiore rispetto a tutte le altre, eccezion fatta per il Cagliari che ha una rosa altrettanto valida. Alla fine i giochi vedranno promosse due delle tre grandi favorite della vigilia e la terza il Frosinone, non una sorpresa assoluta”. 


PINUCCIO BRENZINI (Telenord – Radio Nostalgia) – “Per quanto riguarda la situazione attuale, è un Genoa che dopo le giornate suddivise con due gestioni ne vede una, quella di Blessin, meno convincente sul piano del gioco, anche se in proporzione aveva portato comunque un discreto numero di punti, ma percependo che queste cose non sarebbero andate al meglio. C’erano problemi che gradualmente stavano venendo fuori e si percepivano anche quando le cose andavano abbastanza bene, con diverse vittorie ottenute in trasferta. C’erano difficoltà e anemia costante nell’andare a segno. C’è stato poi l’arrivo di Gilardino, che sulla carta poteva sembrare un azzardo. Quando tu hai un allenatore con pochissima esperienza, maturata in serie inferiori e in un campionato Primavera, l’azzardo ci poteva stare. Ma un fattore contraddistingueva Gilardino: l’essere non solo un campione del mondo, ma anche l’essere una persona intelligente e un allenatore umile. La parola “umiltà” credo sia l’ingrediente principale che racchiude tutte le altre caratteristiche che, col tempo, lo faranno diventare un allenatore importante. Credo che questa sia la sua caratteristica più importante, il suo destino. Destino di cui il Genoa cercherà di essere mattatore, essendo stato praticamente confermato dall’AD Blazquez per la prossima stagione, che dovrà essere a tutti gli effetti la Serie A. Perché andrà in Serie A, checchè se ne dica circa problemi o difficoltà, come quelle di ieri legate all’infortunio di Haps. Il Genoa ha una panchina che può ovviare a questi problemi, e soprattutto Gilardino ha un modello ormai ben preciso e oliato, il 3-5-2, e lo sta portando avanti con significativi risultati, aumentando anche il numero delle reti segnate e maturando lui assieme alla squadra”. 

Sulla Serie B:“Certamente è sempre un campionato ad handicap, anche per chi arriva dalla Serie A e si trova con un’identità completamente diversa. Mi è parsa una Serie B interessante, con sorprese, che sono una sua caratteristica fissa da sempre, e con giocatori che possono ambire l’anno prossimo ad andare nella massima serie. Resta una Serie B dove non ti puoi mai lasciare andare fino all’ultimo: il Genoa dovrà fare le ultime otto partite con la stessa determinazione vista nelle ultime, a partire dalla Reggina e poi nel post Pasqua con la sfida di Como. Il Genoa ha trovato la sua ossatura, la sua quadra, e sono personalmente molto ottimista e positivo sia per la squadra che per il suo tecnico”. 


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