Ultimo stop per il campionato di Serie B. Verrebbe da scrivere peccato perché la sosta di solito dovrebbe aiutare le squadre in crisi con recupero di calciatori infortunati e problemi di condizione fisica e può frenare il fervore di chi sta bene come il Genoa. Per il Vecchio Balordo non succederà e cercheremo di spiegare il perché secondo noi nel prosieguo dell’articolo.

Da venerdì 31 marzo con l’anticipo Genoa-Reggina e con le gare del 1° aprile si entrerà nella fase più calda, non solo atmosferica, con lo sprint finale di otto gare che porterà a metà maggio, fine del campionato regolare, e all’apertura dei playoff e playout.

Tutto è ancora in gioco e anche il Frosinone al termine della trentesima giornata di campionato, non preoccupandosi del Genoa, ha tirato un sospiro di sollievo per gli 11 punti sulla terza in classifica.

Chi si sta giocando i playoff continua a credere nel crollo del Südtirol alla luce del calendario considerato che gli altoatesini giocheranno alla ripresa nelle prime cinque giornate con Cagliari, Bari, Frosinone. Alla terzultima col Genoa. Quelli che sono ai margini della zona playoff, Parma in primis, sperano nella penalizzazione della Reggina in arrivo in questi giorni e prima della ripresa del campionato. Tutto potrà succedere perché la classifica tra i playoff e i playout è racchiusa in nove punti e la lotta salvezza riserverà ancora sorprese, come la vittoria del Cosenza a Frosinone.

Tutte le squadre impegnate nel giocarsi Serie A e Lega Pro, oltre fare punti, dovranno incominciare a fare calcoli anche con la classifica avulsa. Tutto quello che si è scritto non dovrebbe valere per il Genoa perché è chiaro che il vero Grifone è quello di oggi, perché le sue serie positive sono tante, tranne che un fuoco di paglia di alti e bassi, e coincidono con le tante previsioni degli addetti ai lavori.

Guardare al passato serve solo a recriminare su quel tempo perso e sui punti persi da gruppo, allenatore, società dai singoli calciatori che stanno oggi dimostrando, tutta la rosa, di essere all’altezza della situazione e di quanto auspicato ad inizio stagione. Qualcuno anche meglio di quello che ci si poteva aspettare. Grazie anche alla società che ha messo in moto la corsia di sinistra con il calciomercato di riparazione. Certo, ieri la notizia di Haps non ci voleva. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno. In ogni caso, rimaniamo in attesa dell’esito degli esami per capire di cosa si tratti realmente. Ieri se n’è fatto un gran parlare, ma è corretto giornalisticamente attendere gli esami strumentali per non diffondere allarmismi.

Tornando al discorso precedente, oggi si celebra ogni vittoria come un progresso normale ma forse sarebbe più giusto prendere atto della diversa dimensione non solo della squadra,  ma di tutta la rosa e di tutta la società con l’arrivo di Gilardino, decisamente più reale rispetto alle aspettative estive.

Il Genoa non ha paura della sosta essendo una rosa completa, non solo una squadra, nel pieno sviluppo delle sue qualità, tanto da non sentire la mancanza di Coda e Aramu che rientreranno e dovranno alimentare e dare un’altra scossa alla classifica. Il tutto in un ingranaggio di gioco che funziona in modo efficace e efficiente.

Il Genoa non teme la sosta, anche se nel calcio nulla è perfetto, perché le partite ufficiali e  le statistiche confermano che con l’arrivo di Gilardino anche la panchina del Vecchio Balordo non è più da giardinetti. È un gruppo di calciatori a disposizione che si alzano, si riscaldano, entrano e fanno anche gol.

Il Vecchio Balordo è un’azione corale per tutti i 90’ più recupero con una rosa lunga che non si perde di vista, tutti sono consapevoli di essere utili alla causa e nessuno si sente escluso, eccetto qualcuno che ha avuto e si è giocato le sue possibilità non rispondendo presente. Chi gioca subito aggredisce, corre, gioca, rispetta la tattica ricercando schemi preparati e la musica non cambia con le sostituzioni.

Tutto ciò spiazza gli avversari e I loro tecnici colpiti dalla continuità di gioco che prosegue anche con gli innesti dalla panchina: tutti si incastrano bene e riprendono quello che è giusto fare. Gilardino cambia dopo il 60’ di gioco, operazione che consente ancora di più ai subentrati di essere presenti e attivi con quello che succede sul terreno di gioco.

Di quanto scritto, è successo quasi tutto nelle gare del Grifone in casa e fuori: chi subentra non pensa di avere meno tempo da giocare, ma di poter essere decisivo aumentando la voglia e la capacità di farlo meglio.

La truppa di Gilardino non è più indolente, non è un evento vista la presentazione ad inizio campionato, prima di ogni gara, con l’appellativo di “corazzata”. Tutti vogliono mettere la firma, fare record e raggiungere l’obiettivo. Questa è la chiave del successo attuale del G&G (Genoa e Gilardino), probabilmente più della porta imbattuta e dei gol realizzati, che sono la conseguenza.