Per fare l’albero di Natale genoano, Gilardino ci ha messo attaccamento, passione, interesse. Lui è il puntale dell’Albero rossoblu a quarti. Le luci e le palline colorate sono i calciatori che hanno giocato contro il Frosinone.

Il regalo sotto l’Albero di Natale genoano è aver fatto il primo gol su corner dopo 18 gare, altro dono non aver incassato gol nelle ultime tre gare.

Altro regalo vedere giocare il Vecchio Balordo con moduli o strategie tattiche  con la caratteristica principale:  la versatilità che lo rende adattabile alle varie situazioni prima e  in corso di partita.

Il risultato contro  Campioni d’Inverno della serie B 2022/23 non è stato facile, ma Gilardino ha incartato l’altro compagno mondiale con il 4-2-3-1 e Jagiello sulla corsia laterale di sinistra a dare una mano facendo vedere di essere più a suo agio invece nel fare il mediano.

I ciociari ci hanno provato in tutte le maniere a fare gol ma la difesa del Genoa e i centrocampisti hanno rintuzzato tutto immediatamente. La forza di Gilardino è stata non perdersi, non aver avuto  una sensazione di paura  nelle ultime tre gare.

C’era tanta curiosità da parte di tutti nel conoscere il suo impatto con la prima squadra. Le curve e gli angoli non erano pochi quando è stato chiamato a Pegli e non si sapeva cosa vi si potesse nascondere.

Adesso per Gilardino, anche i bastian contrari, devono mettere da parte le incertezze e non rompergli i palloni sull’arrivo di un altro allenatore, anche a lunga scadenza. Lo sanno benissimo tutti gli allenatori che sono i risultati il loro metro di giudizio.

Tocca alla società supportare ogni sua decisione, mancano sette giorni alle Ferie della Serie B e da giorno 3 gennaio 2023 riparte: non con il  girone di ritorno, ma con gli allenamenti per l’appuntamento di giorno 10 in casa della Roma per gli ottavi di Coppa Italia. Poi il 16 il campionato.

Gli unici a conoscere e guidare il Vecchio Balordo sulla retta via della classifica sono gli uomini di Pegli: Gilardino, il suo Vice Tano Caridi, Murgita, Pilati , Ottolini e tutti gli altri sul campo, consapevoli che tutto non potesse essere smarrito.

Nello stanzone del Ferraris prima della gara con i ciociari i calciatori cantavano il celebre tormentone (non è vero) – nessuno era ancora nato – di Nino Manfredi che risale al 1959/60: “Fusse che fusse la vorta bbona”, tutti con la voglia di far vedere  anche nel Tempio che i “palloni rossoblu” erano al posto giusto e non sgonfi.

Ed è stata la volta buona perché il Genoa si è presentato in campo con il risultato già nella testa, consapevole che non sarebbero state le giocate a fare la differenza, ma il fatto di giocare da squadra, di aiutarsi a combattere su ogni pallone.

L’esperienza deve fare la differenza in determinate gara e il Genoa ne ha tanta in squadra e nella rosa, ma anche tanta qualità rimasta nascosta in altre gare. Con il Frosinone sceso in campo con l’obiettivo di onorare il titolo di Campione d’Inverno, giocando al pallone, il Grifone ha fatto il suo.

Adesso Gilardino dovrà essere bravo in casa e fuori casa a spostare gli autobus davanti alle aree avversarie. Dopo il secondo tempo di Genoa-Frosinone  ci sarà qualcuno che dirà,  affermerà che il Genoa poteva fare di  più. Spesso dipende dai punti di vista perché le cose andrebbero guardate da angolazioni differenti e anche il calcio apparirebbe diverso.

La vittoria contro il Frosinone lascerà segni ancor più positivi anche se nelle 18 gare giocate, eccetto due sbandate a Palermo e Perugia, il Genoa non è mai andato in giro per i campi della Serie B nei panni di Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno. E questo anche con Blessin messo in croce da una parte di tifosi, e non solo, anche se sempre nei primi 3/4 posti in classifica.

Comunque sia, è una vittoria che pesa quella del Grifone. Aggiungiamoci che Gilardino in ogni conferenza stampa, prima e dopo la gara, ha sempre detto che ha in mano un gruppo che vale e questi 7 punti in 14 giorni daranno morale. Un buon risultato che libera energie fisiche e nervose in grado di far fare un salto in classifica, non da vertigini.

Altra settimana di lavoro ricaricando le pile, cercando miglioramenti rivolto a cercare l’identità definitiva. La partita con il Bari di Santo Stefano è altro step da affrontare con occhi da Grifone.  

Altro aspetto da evidenziare: Gilardino prima e dopo le gare risponde alle domande che gli vengono proposte. Sabato scorso sul modulo o strategia tattica aveva detto: “Si può giocare a tre, a due, con un trequartista più difensivo od offensivo. Questa squadra ha le possibilità di cambiare anche dentro la partita”. E sui palloni  inattivi: “Dobbiamo essere degli animali quando dobbiamo difendere ed esserlo altrettanto bravi quando attacchiamo sulle palle inattive, che siano angoli o punizioni”.

Tutto quello visto contro il Frosinone. Sotto la Lanterna ad Ovest, il Genoa ha deciso di tornare ad avere un allenatore dai principi di gioco chiari. “Ché la diritta via era smarrita“ è stato scritto non solo da Dante, ma da tanti altri dopo il periodo chiaroscuro del Genoa. Dopo la vittoria contro il Frosinone la via si è riaperta verso il cammino che tutti i Genoani vogliono.