Trasferta a Cosenza, campo caldo.

Il Cosenza è la classica squadra di Serie B. Il Genoa troverà un clima arroventato, anche se il gemellaggio tra le tifoserie funzionerà come un paracadute. Sarà una partita in cui il fattore ambientale potrà incidere.

Che cosa sappiamo del Cosenza?

Dovrebbe giocare a specchio con il 4-2-3-1. La punta centrale è Larrivey , un argentino molto esperto, ex del Cagliari agli inizi della carriera e nuovo idolo locale perché nella scorsa stagione è stato determinante per la salvezza in Serie B. Al suo posto però potrebbe giocare Nasti, ex Primavera del Milan, uno ragazzo interessante. Sulla destra corre Rispoli, ex Sampdoria e Bari, un elemento che ha girato parecchio. C’è anche Brignola come trequartista offensivo. Sembrava destinato a una carriera più luminosa, mi ricorda un po’ Verde dello Spezia, anche se Brignola, a differenza dello spezzino, in Serie A non ha sfondato.

A centrocampo si muove Calò, ex ancora sotto contratto con il Genoa.

Calò ogni anno rientra alla base, al Genoa, e riparte. È un classico centrocampista mono-passo, piedi buoni, probabilmente a Pegli non lo ritengono ancora pronto per un palcoscenico come Marassi. Al Ferraris è difficile imporsi perché l’ambiente ti può esaltare o bloccare. Il mio amico Onofri dice che per giocare a Marassi ci vuole il tesserino: pare una battuta, ma non lo è.

L’allenatore è Dionigi, ex attaccante di livello.

Per ora si è barcamenato nelle serie minori. I rossoblù calabresi hanno 11 punti, non pochi, frutto di tre vittorie e due pareggi, però arrivano da una brutta sconfitta a Reggio, nel derby di Calabria, batosta per 3-0 che ha un po’ minato le loro sicurezze. Al Granillo hanno fatto soltanto un tiro in porta e i loro tifosi hanno rumoreggiato. Contro il Genoa saranno sul pezzo, avranno voglia di rivincita,

A proposito, come vedi il Grifone?

Non vorrei passare per bastian contrario, ma penso che Blessin non abbia ancora trovato l’assestamento tattico giusto per l’organico di grande livello che ha disposizione. Il 4-2-3-1 non mi convince, così come non mi piaceva il 4-2-2-2. Questo Genoa lo vedrei bene con un 4-3-3 o 4-3-1-2. Coda da solo fa fatica, ha bisogno di un’altra punta vicina. I tre davanti possono essere Aramu, Coda e Gudmunsson. Con il 4-2-3-1 Coda e Aramu non si esprimono al massimo.

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Mario Ponti
Sono nato a Genova il 10 gennaio 1964. Ho fatto tutto il settore giovanile nel Genoa: 3 anni di primavera, esordio in serie A in Genoa -Napoli nel 1983. Poi esperienze nel Carbonia, Omegna, Casale e Mondovì in Serie C2; poi Dilettante in squadre della provincia di Genova. Un grave infortunio al ginocchio destro mi ha condizionato per tutta la carriera. Quattro operazioni. Una volta terminato di giocare ho iniziato a fare l’allenatore, prima nelle giovanili rossoblu e successivamente per 10 stagioni sulle panchine di Arenzano (il mio paese d’origine), Cogoleto, Lagaccio, Molassana e Pegliese. Infine, la sclerosi multipla è avanzata e ho dovuto abbandonare la panchina motivo per cui ho fatto per tre anni il direttore sportivo. Ora voglio fare solo lo spettatore e il tifoso. Nel 2014 la T.O mi ha premiato come tifoso rossoblu dell’anno, cosa di cui vado molto, molto orgoglioso.