Altra matta, altro jolly, altra occasione non giocata bene dal Vecchio Balordo dopo quella di lunedì scorso a Verona. Sabato sera hanno goduto i Genoani con la vittoria della Juventus a Cagliari, ieri il pranzo non è stato indigesto ai sardi.

In classifica non è successo nulla però il tempo passa, le giornate diminuiscono e il lumicino accesso da Blessin al suo arrivo diventa ancora più fioco considerato che il gol non arriva neanche con le mani. Bisogna continuare a crederci e sperare nei guai degli isolani.

Le partite diminuiscono e qualsiasi partita per Genoa e Cagliari sarà come scalare l’Everest d’inverno, non ci saranno all’orizzonte pianure e colline. Blessin dovrà ricaricare la squadra, i 777, Zangrillo, Blazquez sul futuro del Genoa non solo in questa stagione, ricaricando i tifosi  eccetto la Gradinata Nord. Unico settore del campo a tappo, con il Tempio al cento  per cento.

Non è bastato a Spors, ai 777 e soprattutto a Blessin trasformare la squadra a gennaio in una adatta alla china di non perdere la Serie A, anche se dopo l’exploit iniziale ha dimostrato nelle ultime due gare delle crepe difficili da guarire senza pressing e contropressing di fronte a qualsiasi avversario titolato o non titolato e senza un “cinico” bomber.

Montare un’altra squadra a Blessin è accaduto con successo, smontarla e rimontarla appare più difficile viste le due ultime prestazioni. Alcuni calciatori hanno perso lo smalto del  totalpressing. Blessin e il suo staff devono analizzare il perché: questione di stress, preoccupazioni o di gamba.

Il Genoa contro la Lazio ha fatto fatica a rompere gli equilibri, studiare asimmetrie non essere schematici in fase offensiva, per la mancanza di combinazioni di gioco e misura nei passaggi. Il Genoa con Blessin aveva fatto 8 pareggi subendo pochi gol, facendo ed essendo spregiudicato.

Essere Blessin presupponeva l’intenzione di portare via il pallone quando lo avevano gli altri. Con la Lazio non è successo ed è stata la squadra che al Ferraris ha palleggiato più di tutte le altre, a proprio ritmo. Blessin ha fatto di tutto per cambiare questa inerzia ma non avuto successo.

Per continuare a parlare della gara bisogna prima leggere l’intervista di Blessin alla fine della partita, l’analisi perfetta. I genoani e il calcio italiano hanno capito il suo carisma e la sua voglia di portare aria nuova nel mondo del calcio italiano senza nascondersi dietro giri di parole: abbiamo perso meritatamente. Abbiamo concesso stupidi gol. Abbiamo avuto problemi a sinistra”.

Aggiungiamo noi, gol presi per errori non di neofiti ma di Maskinovic e Sirigu, neanche un cartellino giallo contro i laziali e pochi falli che hanno permesso all’Aquila di volare con il tiki-taka all’italiana di Sarri a ritmo ridotto.

Contro la Lazio non è stato un Genoa coraggioso ed equilibrato come visto nelle precedenti gare nel Tempio. Non ha avuto la soddisfazione di aver impedito di ragionare ad altra squadra di grande qualità e palleggio. Il Vecchio Balordo ha fatto fatica ad esprimersi  perdendo duelli dove cresceva il classico “pallone sporco”, per di più non alzando il baricentro per mettere in scena aggressività e rinculando in fase di non possesso.

Lo sanno tutti i ciuffi d’erba calpestati dai grifoni che la realtà è il profumo del gol in qualsiasi categoria. Il gol è figlio di tattica, della tecnica e di quello che succede tatticamente durante una gara, e contro il Verona e la Lazio è successo poco. Sono bastati un cross, un calcio d’angolo con due colpi di testa per far fare bella figura al portiere laziale.Non si è capito perché è stata poco utilizzata l’opzione del lancio lungo nei confronti di Piccoli, granatiere che di testa non ha perso nessuno duello.

Oltre i difetti del Genoa ci sono anche quelli del Direttore di gara che non ha diretto male, ma ha sbagliato vistosamente in occasione dell’unica azione incriminata di tutta la gara: lo   sgambetto di Acerbi a Piccoli quasi sulla linea dei 16 metri dell’area di rigore. Non era rigore ma fallo di punizione diretto e cartellino rosso per il laziale. Manganiello di Pinerolo ha sbagliato, ma Nasca di Bari, VMO di professione, ancor di più. Per favore non tiriamo più fuori la “balla” del protocollo. Al Genoa al Ferraris con Blessin mancano due rigori con due trattenute vistose di maglia e l’episodio di ieri. Senza Acerbi cosa avrebbe fatto Sarri? Avrebbe certamente levato un attaccante.

La domanda cruciale che si doveva porre il VAR se fosse stata presa la decisione migliore? Sì, per quanto riguarda la massima punizione. Ma è stata presa una decisione chiaramente sbagliata sul fallo da ultimo uomo? Sì, era rosso diretto.

Dopo questo episodio nell’azione successiva, correva il 30′ di gioco, i Genoani ancora a discutere sull’episodio hanno preso subito il primo gol di Marusic con Portanova reo  di averlo perso, quando bastava prenderlo per la maglia, fare un fallo da cartellino giallo anche se era l’unico diffidato . Al 45’ di gioco il secondo gol di Immobile dopo una fuga di Lazzari non contrastata da Melegoni, con scarico dietro del pallone per il bomber che nel secondo tempo si porterà a casa il pallone della tripletta grazie alle gentili concessioni rossoblu. Peccato che non ne abbia fatto uno in più con la Nazionale per salvare un Mondiale. Sarà colpa di Mancini?

Anche la settima settimana di Quaresima non ha permesso al Genoa di fare il salto in classifica. Oggi inizia la settimana Santa, venerdì c’è il Milan e i genoani si aspettano un Uovo di Pasqua non di cioccolato amaro e – perché no? – con un sorpresa dentro. Succederà prima o poi in questa stagione?