GLI APPROFONDIMENTI SUL GENOA

REPUBBLICA – L’edizione genovese di Repubblica offre questa mattina un approfondimento su Stefano Sturaro, il giocatore rossoblu ad aver corso di più nell’ultima sfida Col Torino (oltre 12 chilometri). Il capitano del Grifone parla dei tre punti conquistati contro i granata come di una “scintilla per la Serie A” e celebra la Gradinata Nord: “fantastica, ci ha spinto in tutti i modi“.

SECOLO XIX – Il Decimonono, oltre a offrire un parallelo tra Daniele Portanova e Manolo Portanova, offre un’intervista al Presidente Alberto Zangrillo che viene introdotta dalla foto di squadra, dirigenza annessa, sotto la Nord. “Ora crederci è un dovere” è il titolo che introduce alla lunga intervista del quotidiano locale. “Contro il Torino è stata una vittoria di tutti – spiega Zangrillo – senza scadere nell’ipocrisia e nella demagogia, bisogna però dire che la Gradinata Nord ce l’abbiamo solo noi“.

A chi gli chiede chi e cosa lo abbiano solito maggiormente della sfida coi granata, il presidente rossoblu tira fuori tre noi premettendo di non voler togliere nulla a nessuno (Sturaro, Frendrup e Portanova i tre elementi presi ad esempio). Poi si parla anche della parentesi legata all’arbitro. “Quello che il Genoa sta facendo è di interpretare nel modo più responsabile possibile il ruolo dell’arbitro. Questo per noi è fondamentale. A fine gara ho fatto i complimenti all’arbitro e gli ho manifestato la mia consapevolezza che aveva vissuto dei momenti difficili perché in una frazione di secondo ha preso una decisione che non giudico ma che ha sicuramente condizionato la partita. Situazione che è però figlia di una furbata di un calciatore“.

Infine, oltre a ritornare sull’importanza del gruppo e di figure come Masiello, che pur non trovando spazio in campo ha dato indicazioni tutta la gara dalla panchina, si parla chiaramente delle speranze che il Grifone adesso può avere in chiave salvezza. “Questo Genoa ha acquisito la consapevolezza del proprio valore – esordisce Zangrillo – Nel girone di andata c’era una profonda crisi d’identità. È stata poi fatta una grande opera da parte di Alexander Blessin che è riuscito a far capire ad ogni calciatore il proprio valore. Durane la sosta questo tipo di mentalità deve estendersi a tutti però con un grande ammonimento soprattutto da parte mia: continuare ad essere umili. La presunzione sarebbe un peccato mortale. Quanto credo alla salvezza? A questo punto ci credo pienamente con tutto me stesso“.


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