Stavolta non si può sperare, la scintilla rossoblù dovrà essere efficace e appiccare il fuoco della salvezza nella laguna di Venezia. Già, perché anche la macchina di Blessin finora ha viaggiato in folle sotto le porte avversarie o quasi e ha palesemente bisogno di un episodio “svolta”, di un gol per provare a sperare a raddrizzare la stagione. E cosa c’è di più adatto di una vittoria per svolgere quella funzione?

Il Vecchio Balordo in laguna dovrà continuare ad essere solido in fase difensiva, ma non velleitario negli ultimi 25 metri. La partita non è facile: il Venezia è un buon team allenato da un buon allenatore ed è messo in campo bene. Non rinuncia mai a giocare, però contro il gioco del Genoa dovrà rinculare. La forza del Grifone farli rinunciare al pressing, alle ripartenze, con un minimo vantaggio rispetto alle altre gare, ossia la mancanza del nigeriano Okereke, squalificato e fulcro del gioco.

Il Genoa targato Blessin e Spors sta eseguendo quasi al meglio il nuovo copione tattico, ma per fare gol si dovrà accelerare, cambiare passo al limite dell’area avversaria, sbagliando meno dentro e fuori dai 16 metri avversari.

Dopo 25 giornate di campionato si sono persi punti sanguinosi in casa e fuori contro squadre alla portata, a Venezia non potrà più succedere per continuare a credere in qualcosa di difficile sulla carta, ma possibile.

Il nodo tattico-tecnico contro il Venezia Blessin lo ha sciolto in settimana, non sarà la strategia però a fare la differenza, dovrà essere un fattore mentale e di tenuta nervosa. La squadra rossoblu a quarti ha cambiato la sua essenza di gioco, il suo modo di ragionare, di produrre calcio. I princìpi di Blessin sono comuni ed elementari: marcatura uomo su uomo quando serve, regia lunga dei difensori e dei centrocampisti, duelli e dribbling sulle corsie laterali da vincere per generare superiorità numerica e occasioni da gol: la foto del gol contro la Salernitana.

Cosa farà  Blessin sul campo del Venezia? Disegnerà un altro 4-3-3 e le sue flessioni rispetto a quello delle altre tre gare giocate, quasi a voler sottolineare come e quanto sia poco utile oggi provare a spiegare il calcio partendo dal sistema di gioco con cu i giocatori vengono schierati.

Il Venezia contro il Genoa non cambierà, continuerà a rimanere basso, a cercare semplicemente di muovere la difesa avversaria con la costruzione da dietro con l’obiettivo di cancellare la possibilità di innescare i Grifoni davanti sul pallone lungo.

Il Venezia ha sofferto di più al Penzo che in trasferta. In casa palesa disattenzioni difensive quando viene pressato avendo difficoltà a trovare le soluzioni giuste per uscire dalla difesa e, di conseguenza, regalando palloni ai rivali sulla propria trequarti, operazione di cui il Genoa dovrà approfittare. Come sempre per la formazione a domani alle 14.  

Il Venezia che non vinceva da 10 partite, l’ultima di campionato ha fatto di tutto vincendo in casa del Toro scornato anche da Direttore di gara e VAR. Hanno usato tutti i mezzi per ottenere il risultato, sempre per terra per richiamare i sanitari, l’arbitro Giuia ci è cascato e i ritmi del Torino si affievolivano più il tempo passava.

La penultima vittoria risale al 21 novembre in casa del Bologna, nel mezzo tre pareggi e sette sconfitte. In casa fanno fatica ad attaccare e sono preoccupati dai contropiedi avversari, fuori casa con pochi tiri hanno fatti i risultati in contropiede.

Contro il Torino dopo quindici minuti, visto l’assalto granata, Zanetti ha optato per giocare con la difesa a tre dopo aver iniziato a 4, rinforzando il centrocampo  le corsie laterali. Operazione riuscita con le marcature ad uomo che hanno ingabbiato il Toro. Non ha rinunciato ai 3 davanti alzando il terzino Haps, autore del gol del pareggio, e Aramu, stella dei lagunari a fare il falso nueve.

Come scritto, per la prima volta contro il Torino Zanetti è ricorso alla difesa a tre. Al Penzo ha sempre giostrato con il 4-3-3 con pendenze al 4-3-2-1 o 4-3-1-2. Prediligono la costruzione dal basso con un giro pallone nella zona centrale per portare più uomini nel centrocampo avversario. Tre linee strette per rendere difficili le giocate avversarie. Quando perdono il pallone formano una specie di gabbia con uno dei centrali di centrocampo o di difesa per aggredire il possessore di pallone.

Con il Genoa squalificati il già citato Okereke e lo statunitense BusioIl modulo è in dubbio per Zanetti. La difesa a tre o a quattro? La formazione in ballo è solo la sostituzione di Okereke, perché al posto di Busio dovrebbe rientrare Capitan Modulo. Ai box veneziani per infortunio: Klyine e Sigurdsson.

Arbitra Orsato di Schio, l’attuale principe de fischietti italiani. Il più utilizzato nelle competizioni UEFA e FIFA. Mai diretto Venezia e Genoa in stagione. Vanta 252 gare in Serie A. l’Ultima con i Lagunari il playoff con il Cittadella per salire in A lo scorso anno a giugno. Il mentore di Orsato è stato Claudio Pieri, arbitro genovese, che lo aveva promosso in C nel 2002 dalla serie D dove diresse il play off Monza-Genoa. Pieri lo portó poi con sé anche alla Can A e B nel 2006.

Primo assistente Carbone (Napoli), secondo Bresmes  (Bergamo), quarto uomo Colombo di Como. VAR Chiffi di Padova, AVAR Zufferli di Udine.

Diffidati Venezia: Aramu, Heymans, Klyine.  Diffidati Genoa: Rovella.