Il presidente del Genoa Enrico Preziosi è intervenuto ai microfoni di Campioni del Mondo a poche ore dalla partita del Grifone contro il Bologna (calcio d’inizio ore 18). “Cosa mi ha portato l’Epifania? Una sconfitta a Sassuolo, quindi sportivamente parlando è stata una Befana da cancellare”.

Il calcio, ai tempi del Covid, dove va? “Sicuramente non è il clima ideale per parlare: sotto l’aspetto economico è un disastro, perché al di là di quello che può essere il supporto del pubblico, che manca tantissimo, c’è una questione di crisi generale dove ci sono anche le aziende che mantengono il calcio. Non c’è solo il presidente, ma ci sono anche aziende dietro alle società, che aiutano. In questo momento qui, senza sponsorizzazioni e con la tv in difficoltà – con Sky abbiamo ancora una causa aperta – la situazione è difficile. Si parlava anche di un taglio stipendi: in un momento di questo tipo, bisognerà pensare che i calciatori siano esclusi da qualunque tipo di intervento in prospettiva, di riduzione dei nostri costi. I costi sono fissi, le entrate non ci sono, e questo crea problemi soprattutto a grandi società che hanno pubblico, sponsor ed entrate importantissime. Il sistema è un po’ in difficoltà: bisogna trovare la strada più semplice per differire o ridurre un pochino o fare un sacrificio. I giocatori non sono spettatori, ma i protagonisti, e quindi il carrozzone si muove con tutto ed è evidente che si debba prendere atto di una situazione di difficoltà. Noi andiamo avanti rispettando i nostri impegni”. 

L’idea del fondo che gestisca i diritti della Serie A? “Se dovessimo pensare ai risultati attuali e al momento attuale – e parlo come imprenditore della mia società – Noi abbiamo preso una ‘scoppola’ importante e perso oltre 250 milioni di fatturato per il Covid. Non è pensabile valutare la situazione in questo momento. I fondi hanno prospettive a lungo termine, non a medio o corto. E così si doveva pensare in un momenti di crisi. Dovessimo analizzare solamente questa situazione, dovremmo metterci in una stanza, piangere un pochino e lamentarci, ma come impresa dobbiamo pensare a quello che può accadere in futuro. Quindi il fatto di avere maggiori entrate: chi investe in questo settore pensa che il Covid sarà sconfitto e che ci sarà una ripresa, con maggiore entusiasmo e valore nelle aziende”. 

Cosa si attende Preziosi dal Governo, come imprenditore? “Mi sono lamentato un po’ anch’io. Perché capisco che la salute dei cittadini vada al primo posto, e su questa materia non c’è discussione, ma nel momento in cui mi impedisci di avere dei ricavi, quando parli di ristori non puoi pensare solamente a slittamenti e pagamenti spostati più in là. Le mancate entrate, però, non vengono soddisfatte in nessuna maniera e sotto questo aspetto la parola “ristoro” credo debba essere usata con maggiore prudenza”. 

Sulla SuperLega e se sia o meno d’accordo visto che va a penalizzare club meno capienti: “Sì. Assolutamente sì. Si vanno a penalizzare i club con meno sostanza. In Italia abbiamo visto quale importanza abbia il calcio e quindi escludere alcune città o regioni dal fare una SuperLega credo sia impossibile da attuare in Italia. Non rientrerebbe nello spirito italiano, in come si vive il calcio”.

Sul come faccia un imprenditore oggi a competere coi grandi gruppi e se gli faccia effetto che l’Inter possa essere ceduta: “Siamo in Serie A da 14 anni e negli ultimi anni abbiamo sempre tribolato, anche questa stagione si stanno vedendo le difficoltà. E non sono soltanto economiche, ma si arriva ad una situazione di questo tipo anche per mancanza di risorse. Il problema è che mai potremo pensare di competere con certi gruppi, che hanno alle spalle fatturati di un certo tipo. Poi è vero che le grandi società ora stanno vendo maggiori difficoltà perdendo tantissimi soldi: abbiamo visto la Roma che è passata di mano, l’Inter, e altro. Il Genoa? Spero che ci sia qualcuno in grado di fornire maggiori garanzie per quello che è stato il mio operato: si fanno un sacco di sacrifici per mantenere una squadra in Serie A, e questo pochi lo sanno. Sono 18 anni che sono a Genova, e c’è sempre un momento per iniziare e uno per finire. Il problema è sempre a chi lasci: finora gli interlocutori sono stati poco credibili. Quello che succederà tra qualche settimana, spero possa esserci una trattativa che dia soddisfazione a chi cede e soprattutto a chi arriva”.

Una menzione anche per la trattativa Strootman: “Siamo sulla strada di chiudere, mancano solamente le visite. Sono molto soddisfatto, soprattutto perché conosco l’uomo”.

Rose troppo ampie? Questa la risposta di Preziosi: “Oggi con certi tipi di leggi e princìpi che regolano i contratti tra giocatori e società è cambiato notevolmente. Oggi il giocatore è forte di un contratto, a volte dice che vuole rispettarlo perché gli fa comodo, ma se ha altre offerte se ne va in giro. Noi dovremmo avere una rosa di 18 giocatori con almeno 6 giovani, invece ci troviamo rose con oltre trenta giocatori i quali poi devono ricevere gli stipendi sulla base del contratto. Ci sono tantissimi sprechi ed è un po’ il carrozzone del mondo dello spettacolo. Si è preso quel modello lì, fin quando dura: se le cose vanno avanti in questa maniera, non credo possa durare molto”.

Sul presidente FIGC Gravina: “Penso abbia fatto un grandissimo lavoro riconoscendo i meriti della Serie A e di altre componenti della Federazione e si sia guadagnato la stima di presidenti e colleghi, lavorando seriamente e dando una visione imprenditoriale alle società. Per quanto mi riguarda, il voto per lui è certo”. 


Calciomercato Genoa, per il centrocampo arriva Strootman