“Superare il protocollo attualmente in vigore in vista della ripresa dei campionati di calcio. E tornare a lavorare negli stadi, dove al momento resta consentito l’accesso solo a 10 giornalisti e 10 fotografi. Questo il senso della campagna social promossa da un gruppo di fotoreporter che chiede #NonUnAccreditoDiMeno“. Questo il succo del messaggio, lanciato nel pomeriggio da un folto numero di operatori dell’informazione da tutta Italia e ripreso anche dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana sul suo sito ufficiale.

“I professionisti dei media che si occupano di sport – si legge – chiedono di superare il protocollo in vigore, che prevede l’accesso solo per 10 giornalisti e 10 fotografi, in vista della ripresa dei campionati di calcio. Dopo la deroga concessa in occasione della finale di Coppa Italia, infatti, per loro la situazione è tornata all’anormalità. Dopo la deroga concessa dal ministro per lo Sport, Vincenzo Spadafora, in occasione finale di Coppa Italia tra Juventus e Napoli, infatti, la situazione per giornalisti e fotografi non è ancora tornata alla normalità pre-pandemia. Ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, alla domanda del conduttore: «Fotografi e giornalisti perché non possono entrare?», il ministro aveva risposto quello che sarebbe accaduto per la gara del 17 giugno: «Abbiamo autorizzato già per domani». In realtà era «solo» per domani”.

È di ieri invece la nota stampa diffusa dall’Ordine dei Giornalisti per voce del presidente del Consiglio Nazionale Carlo Verna e del segretario CNOG Guido D’Ubaldo: “Il pallone è tornato a rimbalzare, stasera si gioca la finale di Coppa Italia ed è stato ottenuto un primo risultato con l’apertura a 50 giornalisti e 20 fotografi per la partita dell’Olimpico. Il Governo è venuto incontro alle nostre richieste, basate sul diritto dovere di informare. Ma è solo un primo passo. Riteniamo che limitare l’ingresso allo stadio dei giornalisti e dei giornalisti fotografi costituisca una vera e propria lesione dell’art 21 della Costituzione. Per l’inizio del campionato attendiamo che venga cancellata questa chiusura illogica e irrispettosa anche dei cittadini che hanno diritto ad essere informati con pluralità di racconto. Dal 15 giugno 2020 hanno riaperto cinema e teatri, con il numero massimo di 1000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 persone per spettacoli in luoghi chiusi. I giornalisti che devono svolgere il proprio lavoro non possono restare fuori dagli stadi con decine di migliaia di posti disponibili e distanziabili”.